Lombardia 2023, il M5s ai Dem: «Parliamo di temi. L’idea Cottarelli? Meglio Del Bono»

Di sorpresa no, non si può certo parlare. Non a caso erano mesi che si diceva che il centrodestra offrisse mari e monti all’ex vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti: un posto nella squadra di governo, il ruolo di ad della Fondazione Milano-Cortina 2026 e chi più ne ha più ne metta. Niente da fare, il suo obiettivo era e resta uno, ben definito: Lombardia 2023. Quello che non era in conto, semmai, è l’attacco frontale non tanto al governatore Attilio Fontana, che «The Queen» Moratti non ha mai considerato una figura alla sua altezza, quanto alla politica sanitaria del governo Meloni (dopo la decisione di riammettere in servizio i medici no vax) e, quindi, per estensione all’intero centrodestra.
Parole durissime, che si sono spinte oltre il punto di non ritorno. Parole che, ora, il Movimento 5 stelle vuole capitalizzare per ripartire da un’alleanza forte con il Partito Democratico, forte (anche) della scelta di campo pubblica del Terzo polo, schierato al fianco dell’ex assessore regionale al Welfare. Eccole, le grandi manovre in campo in una marcia di avvicinamento alle Regionali partita d’improvviso con lo «strike» messo a segno da Moratti che, in un colpo solo, ha messo in subbuglio i partiti tradizionali.

Coalizione
Il punto di partenza della mano tesa dei 5 stelle al Pd sta in un concetto chiave e cioè che le alleanze non si devono stringere necessariamente all’interno di un sistema rigido. Sbaglia, dunque, chi pensa che se il partito di Conte non correrà con i Dem nel Lazio, automaticamente non lo farà neppure in Lombardia. Anzi: l’appello è esattamente opposto e arriva direttamente dal portavoce bresciano del Movimento, il consigliere regionale Ferdinando Alberti.
«Con il Pd abbiamo interrotto un percorso dopo la caduta di Draghi, si stava ragionando su alcuni temi che ancora non ci vedevano allineatissimi. Io dico: ripartiamo da dove ci eravamo lasciati e, quindi, dai contenuti e dai programmi e non solo di chi va con chi». I grattacapi da risolvere sono su ambiente, energia, posizione rispetto alla guerra, agricoltura e riforma del Reddito di cittadinanza. Ma Alberti è certo: «La rottura della Moratti con il centrodestra ha servito sia al Movimento sia al Pd un assist storico». La ragione è presto spiegata: «La sua civica mangerà voti soprattutto al centrodestra, in particolare a Forza Italia. Quello che ci troviamo di fronte è a tutti gli effetti il migliore scenario possibile, specie perché il Terzo polo si è schierato apertamente e non c’è più neppure il problema dei veti».

Convergenza
In ballo, però, c’è il nome dell’economista Carlo Cottarelli: «Spero che la moral suasion di Conte porti a far scegliere il Pd senza riciclare il tecnico che si inventa politico, perché l’era Draghi è finita. A Cottarelli preferisco di gran lunga Emilio Del Bono, che ha come unico problema il fatto che non sia molto conosciuto».
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Il futuro di Del Bono e l'intervento di Sala
Del Bono non si esprime, chi gli è più vicino assicura che punta a candidarsi per il Consiglio regionale e che non vuole entrare nell’arena a tutti i costi. «È sempre stato interessato, ma anche a correre su Brescia, quindi bisognerà muoversi. Però vorrei sentire Letta prima di tutto» conferma il sindaco di Milano, Beppe Sala, che più volte ha lanciato l’endorsement per il collega di Brescia. Regionali in Lombardia e primarie i punti di cui Sala dice di voler parlare con la segretaria nazionale: «Le primarie hanno lo scopo di muovere le cose, ma bisogna sapere cosa si fa». A chiarire quel che invece non si farà è il segretario lombardo, Vinicio Peluffo, che ribadisce l’impegno del partito per cercare una coalizione il più ampia possibile per le prossime regionali, ma conferma anche il no a Letizia Moratti, scelta dal Terzo polo.
«Braccia aperte se cambiano idea Italia Viva e Azione», ma «hanno detto loro che vanno da soli» ribadisce a riunione conclusa. «Il Pd ha dato massima disponibilità per creare la coalizione più ampia possibile ma anche gli altri devono concorrere» aggiunge, riferendosi al Movimento 5 stelle. Gli scenari sono tanti, inclusa l’incognita sulla data del voto: anticipato al 5 febbraio con il Lazio o election day con le Amministrative (inclusa Brescia) il 7 maggio? Di sicuro nelle prossime settimane la battaglia politica sarà frizzante.
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