Perché la candidatura di Letizia Moratti con il Terzo Polo è un ultimatum al centrosinistra

Il Terzo Polo decide di stringere i tempi e lancia le sue candidature per le prossime elezioni regionali. Letizia Moratti, a quattro giorni dalle sue dimissioni da assessora al Welfare e vicepresidente della Lombardia, si candida alla presidenza della Regione.
Una notizia che scuote l’intero centrosinistra che, a onor del vero, dalla campagna per le elezioni politiche era di fatto congelato e alle prese con il difficile percorso per l’individuazione di una figura il più possibile unitiva. L’accelerazione di Calenda e Renzi è indubbiamente legata all’eventualità che il leghista Fontana anticipi la data delle elezioni regionali a febbraio, togliendo tempo prezioso alla corsa proprio di Moratti. Azione e Italia Viva mettono così alle strette il Pd, in piena fase congressuale, e che in alcune sue componenti sarebbe disposto ad appoggiare Moratti, come lasciato intendere anche da alcuni esponenti.
L'annuncio
È un tweet di Carlo Calenda alle 11.41 ad aprire la giornata politica lombarda che fino a quel momento stava vivendo sul nulla di fatto dell’assemblea regionale del Pd: «Appoggiare due persone che in Lombardia e nel Lazio hanno fatto bene sulla campagna vaccinale e la sanità come Alessio D’Amato e Letizia Moratti è la scelta giusta per il TerzoPolo». Il leader di Azione aggiunge : «Rimaniamo aperti alla discussione con tutti per costruire coalizioni ampie, ticket (Moratti-Cottarelli sarebbe perfetto) che parlino a mondi diversi».
Appoggiare due persone che in Lombardia e nel Lazio hanno fatto bene sulla campagna vaccinale e la sanità come Alessio D’Amato e Letizia Moratti è la scelta giusta per il #TerzoPolo. Vengono da storie diverse ma hanno lavorato sulla stessa linea di serietà nell’emergenza.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 6, 2022
A quel punto è solo questione di tempo: nel primo pomeriggio è la stessa Moratti ad annunciare con una nota stampa la sua intenzione di correre per la Lombardia sostenuta da Calenda e Renzi: «Una collaborazione che nasce sostenuta dall’ampia e consolidata rete civica a me vicina e dal Terzo Polo, ampiamente aperta all’adesione di tutti gli interlocutori politici, culturali, del terzo settore e delle associazioni, con i quali realizzeremo interessanti e positivi confronti per la costruzione di una coalizione vincente».
La prima a salutare con entusiasmo la discesa in campo di Moratti, è la bresciana Mariastella Gelmini, vicesegretario nazionale e portavoce di Azione, «Letizia Moratti è una donna coraggiosa, generosa, determinata. La sua candidatura alla guida di Regione Lombardia, con il sostegno di Azione-Italia Viva e aperta al civismo, è l’inizio di un percorso che guarda al futuro, che può dare nuova fiducia ai lombardi e restituire a questa regione il ruolo che le spetta».
La strategia
L’ex vicepresidente lombarda ha comunque poco tempo per sviluppare il suo movimento civico «Lombardia migliore» e per organizzare la campagna elettorale se il voto fosse anticipato. È realistico ipotizzare che il primo obiettivo del Terzo Polo sia quello di allargare il consenso e di mettere il resto del centrosinistra di fronte al fatto compiuto, in particolare il Pd lombardo che sta vivendo ore di tensione.
Lo esplicita bene, una figura molto vicina a Matteo Renzi, il coordinatore provinciale di Italia Viva, Gianbattista Groli: «L’obiettivo è scardinare il blocco sociale che storicamente vota il centrodestra per conquistare la Regione Lombardia. Moratti è la figura giusta, anche il Pd dovrebbe capirlo». In questa ottica Groli reputa perdente anche la figura dell’economista Cottarelli: «Nella sua Cremona all’uninominale delle Politiche ha subito una sconfitta durissima contro la Santanchè. Ed è evidente che in un confronto con Fontana sarebbe sconfitto, mentre Moratti può vincere». Groli per rimarcare ulteriormente l’efficacia della proposta politica messa sul tavolo con Moratti torna all’esperienza generativa che fu dietro all’Ulivo prodiano che vinse le elezioni del 1996: «Serve una svolta, anche nel Pd, per una fase di innovazione nella politica italiana. Dopo le elezioni del 1994 perse dalla gioiosa macchina da guerra di Occhetto, la sinistra democratica ruppe con la sinistra di Rifondazione e insieme al Partito popolare creò le basi dell’Ulivo. Oggi potrebbe succedere lo stesso con quella parte del Pd che vuole mantenere una sua identità ma lavorare con il centro. Si deve staccare da chi tra i dem guarda al M5s».
Ultimatum al Pd
Quella di Moratti, in effetti, è una candidatura che suona come un ultimatum per il centrosinistra, a cui viene prospettato un eventuale ticket con Carlo Cottarelli. Una figura quest’ultima non molto gradita a Renzi che comunque Calenda mette sul tavolo per provare una mediazione che è solo all’inizio ma i cui esiti sembrano poco favorevoli.
Nel Terzo Polo ad esempio si esclude in partenza l’ipotesi delle primarie di coalizione che solo ieri mattina il Pd ha avanzato dalla propria direzione regionale. «Le primarie non servono e non sono mai state determinanti per vincere, tanto meno in Lombardia», dichiara un altro esponente nazionale di Azione.
La determinazione, infine, con cui il Terzo Polo appoggia Moratti è suffragata dal sondaggio estivo in cui l’ex assessore al Welfare in un confronto con Fontana sarebbe vincente. Certo si tratta di sondaggi che non tengono conto del ruolo di partiti ma solo del gradimento degli elettori, quasi fosse un like su Facebook. Ma d’altronde l’annuncio di Calenda è arrivato via social, quindi questo è il metro di valutazione.
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