Lombardia 2023, al tavolo del centrodestra entrambi i nomi: Fontana e Moratti

Mentre la situazione romana si dipana, lo storytelling in Lombardia si ingarbuglia sempre di più. Non solo perché, ora che la squadra di governo è formata e si è alle battute finali per definire gli staff di supporto, gli occhi di tutti i partiti iniziano a essere puntati sulle Regionali, ma anche perché - esattamente come più di qualcuno immaginava - è ufficiale: la vicepresidente Letizia Moratti non siede nel tram dei ministri. E tutte le matasse tenute chiuse nel cassetto, adesso, vanno sbrogliate. A partire dal ruolo che l’assessore al Welfare ricoprirà (o non ricoprirà) dalla fine di novembre, data spartiacque per il rimpasto di Giunta per sostituire l’attuale ministro Alessandra Locatelli e l’on. Fabrizio Sala.
La partita delle Olimpiadi
La buriana non si ferma nel Palazzo, dove non appena il fuoco sembra domato ricompaiono nuove scintille. L’ultima è andata in scena ieri, mandando all’aria una trattativa sottotraccia per mettere un punto fermo al derby in corso tra il presidente Attilio Fontana, che ha già prenotato il bis forte dell’endorsement della Lega, e la sua vice, sempre più decisa a calcare il red carpet dei candidati governatori. L’ipotesi alla quale si stava lavorando in punta di incontri vedeva l’assessore al Welfare ricoprire presto la carica di amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina 2026. Un ruolo prestigioso e di lungo respiro, che avrebbe probabilmente riportato il sereno e stemperato se non gli animi, di certo la competizione. C’è solo un dettaglio: lei dice no. O, meglio: «La dottoressa Moratti smentisce la sussistenza della notizia sulla sua nomina come a.d. delle Olimpiadi» recita la nota del suo staff. Che aggiunge: «Qualsiasi decisione di Letizia Moratti sarà comunicata esclusivamente dal suo ufficio stampa. Ogni altra notizia è destituita di fondamento». Fine delle trasmissioni.
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La notizia del presunto incarico, trapelata nelle ore precedenti, aveva suscitato qualche fastidio anche nel sindaco di Milano, Beppe Sala: «Non può essere fatta una scelta così delicata per risolvere i problemi del centrodestra in Lombardia. Ogni altra parola è inutile». Anche se in Regione c’è chi sostiene che la partita della nomina non sia ancora chiusa, di sicuro questo episodio ha rilanciato nel mezzo il pomo della discordia: la corsa per la presidenza.
Lo scenario
Non solo. All’orizzonte c’è anche l’affaire rimpasto, per il quale a quanto pare il governatore non avrebbe fretta. In pole per sostituire gli uscenti ci sarebbero Elena Lucchini per la Lega e Gianluca Comazzi per Forza Italia. Ma la decisione cruciale ruota sempre attorno alla vicepresidente: approfittare del tagliando per sostituirla, con il rischio che anticipi una campagna elettorale in pompa magna, o tenerla in squadra fino all’ultimo, posticipando il più possibile la sua corsa in contrapposizione? La maggioranza ha pareri discordanti al riguardo.

Quel che invece pare certo, se il quadro non cambierà, è l’orientamento di Fratelli d’Italia (con Daniela Santanchè che resterà, pur da ministro, alla guida del coordinamento regionale): portare al tavolo della coalizione entrambi i nomi, sia quello dell’uscente Fontana sia quello della pretendente Moratti. Del resto, c’è una partita aperta da consumare tra alleati: quella degli «accordi traditi» in Sicilia, dove a incassare il niet è stato Nello Musumeci. Anche se - confessano dai vertici del partito di Meloni - «Fdi vuole il confronto con pro e contro e l’analisi delle candidature, ma non romperà l’alleanza, mettendo a rischio la Lombardia». Un punto in più per Fontana.
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