Manovra, Streparava attacca su 5.0 e 4.0: «Preoccupati e increduli»

Il presidente di Confindustria Brescia Paolo Streparava torna all’attacco sui temi di Transizione 5.0 e 4.0, dopo le recenti notizie riguardanti l’emendamento del governo al disegno di legge di Bilancio depositato in commissione Bilancio del Senato.
«Preoccupazione, stupore, incredulità: sintetizzerei così il nostro stato d’animo di fronte all’ultimo emendamento proposto dal governo su 5.0 e 4.0 – le parole del presidente degli industriali bresciani –. Onestamente pensavamo che la telenovela fosse arrivata alla fine, ma non è così. Le notizie che arrivano da Roma sono estremamente preoccupanti: l’unica cosa certa è che regna un grande caos».
Risparmio energetico
In primisi il numero dell’associazione di via Cefalonia mette nel mirino il risparmio energetico, «e nello specifico dall’utilizzo del fotovoltaico: con l’emendamento proposto vengono esclusi tutti i prodotti che sono assemblati con celle fotovoltaiche extra Europa. Il problema è che non ci risulta che in Europa ci siano molti produttori di celle – riflette Streparava –. In Italia poi ancor meno, tranne la nuova fabbrica di Enel a Catania. Si rischia pertanto di escludere prodotti “Made in Italy” molto innovativi che, seppur abbiano celle extra Ee, hanno brevetti italiani. L’assurdo alla base di questo orientamento é che le celle fotovoltaiche tanto oggetto di discussione impattano – nella distinta base di chi produce – meno del 20% del totale dei costi di materiali».
«Se l’obiettivo è quello di stringere le maglie e sostenere il vero Made in Italy, si dovrebbe proporre di incentivare pannelli fotovoltaici e celle Made in Eu, oppure con almeno una domanda di brevetto con parere positivo di brevettabilità che riguarda una o più componenti, e che apporta caratteristiche migliorative in termini di applicabilità, producibilità di lungo periodo o sicurezza. Di fatto rispolverando il percorso che aveva funzionato con il Conto Energia. Se così non sarà, si rischia di determinare a priori una situazione di monopolio. Ricordo che la vera leva strategica per il Paese è l’innovazione, l’occupazione di nicchie tecnologiche di qualità, e la capacità di sviluppare soluzioni avanzate e differenzianti, in grado di generare valore industriale, occupazione e competenze».
4.0 e 5.0
«Passiamo al grande tema 4.0 e 5.0 – va avanti il presidente di Confindustria Brescia –. In questo caso parlo a maggior ragione di caos perché, dalle notizie in nostro possesso, pare che in queste ore sia riapparso un nuovo emendamento che addirittura toglie le risorse proprio per le due misure. Questo si somma al fatto che nella legge di bilancio non c’è traccia degli oltre 2 miliardi necessari per le pratiche 5.0 caricate sul portale. La politica vuole capire che le aziende non possono più aspettare, che stanno facendo consegnare i macchinari, fiduciose che le promesse vengano mantenute?».
E conclude: «Non chiediamo l’impossibile, pretendiamo però coerenza e che ci sia conseguenza tra le dichiarazioni e le azioni. Se vogliamo che l’industria sopravviva, resti competitiva, su 5.0 e 4.0 serve soltanto agire e non perdere tempo. Anche perché questa situazione può seriamente – e silenziosamente – portarci verso una deindustrializzazione nazionale: dopo aver già perso la filiera elettronica rischiamo di dover rinunciare a ulteriori comparti strategici per il nostro Paese, che vive di manifattura».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.
