Caro bollette? Anche Brescia deve puntare sulle energie rinnovabili

Nel 2025 costi in aumento, ma il nostro territorio può vantare il primato in Italia per la capacità «green» installata: sarà la vera leva di risparmio
L'idroelettrico è la fonte rinnovabile principale a Brescia
L'idroelettrico è la fonte rinnovabile principale a Brescia
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Tutti, ma proprio tutti, abbiamo bisogno dell’energia elettrica. Eppure ci sono pochi argomenti complicati come questo, un tema che chiama in causa dinamica internazionali e di mercato, matematica e sociologia, attori pubblici e privati. Una complessità che si riflette nella difficoltà di stabilire con certezza parametri numerici non influenzati da interessi di parte, ma che in sé cela anche una speranza per il futuro: le rinnovabili.

Andiamo per gradi. Nel 2024, stando ai dati della società che gestisce la rete di trasmissione nazionale Terna, la provincia di Brescia era 13esima in Italia per produzione di energia elettrica con 5.727,95 GWh, l’11% del totale regionale: nello specifico il 59,5% è stato ottenuto dall’idroelettrico (+49,3% rispetto al 2023 grazie alle forti piogge dell’anno), il 25% dal termoelettrico (era 31,6%), il 15,5% da fotovoltaico (16,7%), con zero apporto di eolico e geotermico.

Le stime

Questi numeri, certi, ci portano però nell’incertezza. Come si traduce tutto ciò nelle bollette dei bresciani? Incrociando vari report privati (Facile.it e Segugio.it) e prendendo per buono un consumo medio di 2.700 kWh di elettricità all’anno per una famiglia di 3/4 persone (standard di Arera), si può stimare tra gli 800 e gli 850 euro annui la spesa dei nuclei provinciali, pari a 0,31 euro per kWh.

Essendo di fronte a un bene mutevole nel prezzo come l’energia, il 2025 permette già ora di fare delle stime al rialzo, se è vero che nei primi sei mesi dell’anno gli italiani hanno sborsato circa 444 euro per l’energia elettrica, cioè 0,33 euro/kWh. Brescia, mediamente seppur non enormemente più cara in termini energetici, cerca perciò una soluzione al «caro bolletta».

Nonostante la leggera flessione di luglio i prezzi di luce e gas sono schizzati - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Nonostante la leggera flessione di luglio i prezzi di luce e gas sono schizzati - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

La componente materia prima pesa per circa il 50% sul quantum dovuto dai cittadini, quindi agire con scelte oculate sulla selezione del fornitore è buona prassi per abbassare le spese. Più importante ancora però è adottare pratiche di consumo responsabile e improntate all’ambiente.

La leva

La vera leva di risparmio però è lo sviluppo delle rinnovabili. La produzione in loco di energia da fonti pulite, sebbene complicata da diversi aspetti quali gli iter burocratici complessi, rappresenta un punto di svolta per una liberazione seppur parziale dalla battaglia energetica. E in questo senso il nostro territorio già si distingue. Brescia infatti è la prima provincia in Italia per capacità – per «potenza efficiente» cioè la massima quantità di potenza elettrica che un impianto per un periodo di tempo prolungato – da fonti rinnovabili. Parliamo di 2.260 mW di idroelettrico (il 64% del totale della produzione bresciana di energia elettrica, metà circa dell’intera produzione idrica della Lombardia), 1.081 di fotovoltaico (31%) e 183 di bioenergie (5%). Certamente il nostro territorio gode della fortuna di avere a disposizioni le grandi derivazioni dei bacini montani, importanti anche per la possibilità di gestire e regolare gli impianti: con eolico e fotovoltaico si dipende infatti dal meteo, anche a fronte di una difficoltà ancora estesa di accumulo

Stangata nel 2024 per i piccoli artigiani
Stangata nel 2024 per i piccoli artigiani

E con i trend energetici dei prossimi anni che sono stimati tutti quanti in salita, inevitabilmente il pensiero va ancora una volta ai prezzi, tenendo anche conto di un contesto globale dove le fonti fossili sono sempre collegate a variabili internazionali (vedasi il caro energia post guerra in Ucraina). Con il nucleare ancora lontano in termini autorizzati ma sempre meno tecnologici, le rinnovabili «classiche» risultano perciò ineludibili in quadro di contenimento dei costi

Un discorso a parte lo merita il comparto produttivo, che assorbe il 69% dei consumi energetici di Brescia stando ai dati Terna del 2023 (16,8% i servizi, 12% il domestico e 2,2% l’agricoltura), che tra i principali freni alla competitività ha proprio il costo energetico. Ma questa è un’altra partita, dove però ancora una volta le rinnovabili giocano un ruolo cruciale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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