Economia

In crisi 2 imprese su 3: per quasi 20mila la chiusura è certa

La situazione è al limite per molte realtà produttive soprattutto quelle di medie e piccole dimensioni
Le più colpite dalla crisi Covid sono le microimprese - Foto © www.giornaledibrescia.it
Le più colpite dalla crisi Covid sono le microimprese - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

L’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 ha avuto un effetto pesante sui fatturati delle imprese italiane. Oltre due terzi delle aziende - secondo il Report pubblicato dall’Istat sulle imprese di fronte all’epidemia da Covid riferito al periodo giugno-ottobre con un universo di oltre un milione di unità e 12,8 milioni di addetti - ha subito un calo del fatturato mentre quasi un terzo (il 32,4%) ha segnalato rischi per la sostenibilità della propria attività.

Circa 73mila imprese sono rimaste chiuse mentre 17milla hanno segnalato che non riapriranno più. Il 37,5% delle imprese ha richiesto il sostegno pubblico per liquidità e credito, ottenendolo nell’80% dei casi. Il 41,8% ha usato ammortizzatori sociali. La riduzione dell’incasso è stato significativo con il 45,6% delle imprese che ha segnalato un calo tra il 10% e il 50%,il 13,6% oltre il 50% mentre solo il 9,2% ha avuto una diminuzione contenuta sotto il 10%.

Il dato potrebbe peggiorare nei prossimi mesi dato che la rilevazione è limitata al periodo antecedente le misure che hanno imposto le chiusure e le riduzioni di attività per fronteggiare la seconda ondata dell’epidemia in larghe aree del Paese. Il 68,9% delle imprese nel periodo considerato è stata in piena attività nonostante l’emergenza sanitaria mentre il 23,9% è rimasto parzialmente aperto, svolgendo la propria attività in condizioni limitate in evidenti negativi termini di spazi, orari e accesso consentito alla clientela.

L’85% delle imprese chiuse sono microimprese (3.9 addetti). L’universo delle imprese analizzato rispecchia la struttura presente in Italia e i quattro quinti delle imprese oggetto di indagine (804 mila, pari al 78,9% del totale) sono microimprese mentre 22.000 sono considerate medie con 50-249 addetti e solo 3mila grandi, con oltre 250 dipendenti. Le attività sportive e di intrattenimento presentano la più alta incidenza di chiusura, seguite dai servizi alberghieri e ricettivi e dalle case da gioco. Nella ristorazione ci sono 30mila imprese chiuse con 5mila che pensano di non riaprire. La maggior parte delle aziende intervistate è pessimista sul futuro a breve termine. Il 61,5% prevede per il periodo dicembre febbraio perdite di fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 40% dei casi il calo è previsto tra il 10 e il 50%, nel 15,1% di oltre il 50% e nel 6,4% di meno del 10%.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia