Economia

A Natale una persona su quattro non farà regali

L'ufficio studi di Confcommercio prevede che la spesa per i regali diminuirà del 18% fino a 7,3 miliardi, nell'anno del Covid
A Natale si faranno meno regali - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
A Natale si faranno meno regali - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Un Natale di crisi per tantissime persone, con oltre una su quattro che non farà regali. L'ufficio studi di Confcommercio prevede che la spesa per i regali diminuirà del 18% fino a 7,3 miliardi, nell'anno del Covid, ma registra anche una diffusa voglia di ripartire. «Va incoraggiata», dice il presidente, Carlo Sangalli.

Non sono mai state così poche le persone in cerca di regali, in un anno passano da quasi l'87% al 74%. E, al tempo stesso, non sono mai state così tante quante si aspettano un Natale molto dimesso, l'84,5%. Ma chi può permetterselo, spenderà per i doni poco meno dello scorso anno, 164 euro a testa, in media, contro i quasi 170 del 2019.

In generale, secondo le stime di Confcommercio, il mese di dicembre vedrà attenuarsi la crisi dei consumi. Il direttore dell'ufficio studi, Mariano Bella, si spinge a parlare di «piccola ripresa dopo la tragedia» spiegando che si aspetta un calo delle spese commerciabilizzabili del 12% rispetto a dicembre 2019, fino a 73 miliardi di euro, un dato migliore del -15% previsto per l'intero 2020. «Dopo un ottobre che è andato male e un novembre che è andato malissimo, anche nei dati destagionalizzati, dicembre sarà un mese migliore», è la previsione di Bella.

Inoltre «se ci fossero condizioni più favorevoli di contesto e di fiducia, molti italiani potrebbero spendere le risorse involontariamente accumulate durante il lockdown per mancanza oggettiva di opportunità di consumo», sottolinea l'analisi di Confcommercio. I risparmi detenuti in forma liquida sono cresciuti di 80 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2020 rispetto alla prima parte del 2019. E un sondaggio indica che, tra chi ha risparmiato di più, il principale motivo è stato, ancora prima dell'incertezza legata alla pandemia, il fatto di essere uscito molto meno, a causa delle restrizioni, e aver acquistato meno prodotti.

Nel complesso, quindi, le famiglie sarebbero «pronte a fare la loro parte, quando la fiducia migliorerà», come già accaduto in estate, e le code fuori dai negozi per le promozioni del black friday sarebbero lì a dimostrarlo. La voglia di ripartire ci sarebbe, seppure nel contesto della più grave crisi dal dopoguerra, che si riflette anche sulle tredicesime.

Il calo dell'occupazione e il massiccio ricorso alla cassa integrazione portano, infatti, a un calo dell'ammontare complessivo delle tredicesime a 41,2 miliardi dai 43,4 del 2019 e diminuisce anche la quota della mensilità destinata ai consumi. «Sarà un Natale difficile - osserva Sangalli - anche dal punto di vista economico. La crisi rallenta i consumi e l'emergenza Covid obbliga ancora molte imprese a restare chiuse come quelle della ristorazione». Complessivamente nel 2020, Pil e consumi pro capite torneranno sui livelli di metà anni '90 e in un solo anno, dal 2019 ad oggi, si è perso più che nei quattro anni della crisi dei debiti sovrani

 

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