Veglia missionaria per suor Troncatti, la «Madrecita» che sarà santa

«Credetemi che a volte neppure di notte ho tempo, sono la medica del paese e a qualunque ora sono chiamata. Se vedeste come mi vogliono bene: quando mi vedono montare a cavallo mi vengono vicino e mi dicono "Madrecita", che vuol dire madre cara, dove vai? Ritorna presto tra noi. Ho bisogno dell’aiuto di Dio, la missione che mi ha affidato non è facile, è arduo il cammino, ma quel Dio che mi ha dato tanto coraggio non mi lascerà sola. Altrimenti come avrei potuto avere la forza e vivere così allegra e contenta come sono? È una Grazia grande».

Così le consorelle, con una lettera inviata dalla futura Santa ai genitori, hanno ricordato durante la Veglia per la Giornata missionaria mondiale, suor Maria Troncatti. La cerimonia, presieduta dal vescovo monsignor Pierantonio Tremolada, è stata ospitata dalla Cattedrale gremita di fedeli che sono arrivati ben prima dell’orario fissato, le 20.30, e hanno potuto godere delle voci e delle note del «Coro dei giovani» dell’Unità pastorale di Lumezzane che ha curato le musiche anche durante la funzione.

La beata Maria Troncatti

Tra i presenti anche un gruppo di adolescenti della parrocchia di Corteno Golgi che, non potendo partecipare alla cerimonia di domenica a Roma, è arrivato in città «per toccare con mano – come hanno sottolineato le loro catechiste – cosa vuol dire essere missionari».

Durante la celebrazione le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno portato accanto all’altare anche la borsa da medica di suor Maria Troncatti e il suo rosario. L’altra esperienza missionaria della veglia è stata quella delle Ancelle della Carità che hanno ricordato, con le parole della loro fondatrice Paola Di Rosa, la vocazione alla missione: è stato letto un suo scritto del 6 ottobre 1843 nel quale si chiedeva se il volere del Signore fosse veramente quello di vedere le religiose in Lombardia o, magari, in luoghi dove la Fede aveva più bisogno di essere sostenuta.

«Il Signore – ha aggiunto suor Stefania Rossi, missionaria dal 1993 – è colui che cambia le morti e il dolore in luce» ricordando le sorelle morte in missione.