Suor Troncatti, «madre di tutti»: «Artigiana di pace e riconciliazione»

Il postulatore don Cameroni: «Si occupava di bambini abbandonati e di donne vittime di violenza». Domani sarà santa
Tutto pronto in San Pietro per la proclamazione a santa di suor Maria Troncatti © www.giornaledibrescia.it
Tutto pronto in San Pietro per la proclamazione a santa di suor Maria Troncatti © www.giornaledibrescia.it
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«Oggi potrebbe legittimamente ricevere il premio Nobel per la pace». Don Pierluigi Cameroni, postulatore della Causa di canonizzazione, ne è convinto: «Suor Maria Troncatti era un’artigiana di pace e di riconciliazione. Tra le popolazioni indigene e tra i coloni bianchi era molto diffuso il metodo della vendetta e della conquista dei territori altrui. La sua opera missionaria era invece tutta orientata alla riconciliazione».

La religiosa bresciana è tra i sette beati che domani diverranno santi, persone che (come amava dire Papa Francesco) illumineranno le «oscurità del mondo». Oltre alla religiosa di Corteno Golgi, si tratta dei beati Bartolo Longo, Ignazio Choukrallah Maloyan, José Gregorio Hernández Cisneros, Maria del Monte Carmelo Rendiles Martínez, Peter To Rot e Vincenza Maria Poloni.

Con gli ultimi

«La beata Maria Troncatti sarà una santa della missionarietà ed è significativo che diventerà santa durante la Giornata mondiale delle missioni – ha detto don Cameroni durante la presentazione nella Sala stampa del Vaticano –. Ha vissuto la sua missionarietà come madre, prendendosi cura dei bambini abbandonati di donne vittime di violenza».

Religiosa della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice (creata dal carisma di san Giovanni Bosco), era nata il 16 febbraio 1883, morirà il 25 agosto 1969 in un incidente aereo. Operava nella terra degli indios Shuar, nella parte sud-orientale dell’Ecuador, a Macas, un villaggio di coloni circondato dalle abitazioni collettive degli Shuar. È stata dichiarata venerabile il 12 novembre 2008 e beatificata sotto il pontificato di Benedetto XVI a Macas il 24 novembre 2012. Domani sarà santa.

«Era medico, infermiera, catechista e madre spirituale – ha proseguito il postulatore –. La gente la chiamava la "madre di tutti". Come missionaria il suo messaggio è di investire nelle nuove generazioni, nella pastorale giovanile e nella formazione delle giovani coppie e delle giovani famiglie». Parlare di santità nel nostro tempo più che secolarizzato fa indubbiamente effetto, ma non dobbiamo pensare ai santi come a supereroi, come a figure irraggiungibili.

Impegno di tutti

La cerimonia si terrà in San Pietro, a Roma © www.giornaledibrescia.it
La cerimonia si terrà in San Pietro, a Roma © www.giornaledibrescia.it

Papa Francesco nella Gaudete et exsultate parla di «santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere» e ancora di «santità della Chiesa militante nella costanza di andare avanti giorno dopo giorno». Papa Bergoglio, spiega il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, ci ha indicato la cosiddetta «santità della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, la classe media della santità». Il cardinale Semeraro è particolarmente legato a Brescia per la sua devozione nei confronti di san Paolo VI. Chi sono i santi? «I santi – sottolinea il cardinale Semeraro – sono coloro che accolgono la luce di Dio nel cuore. Paolo VI diceva che la santità rende l’uomo veramente uomo. Persone la cui vita assomiglia a Gesù, del resto quando si ama si vuole somigliare alla persona amata. Così è stata la vita di Montini, interamente a imitazione di Cristo. Una testimonianza che parla ancora anche all’uomo di oggi».

Testimone

Suor Maria Troncatti durante la missione in Ecuador © www.giornaledibrescia.it
Suor Maria Troncatti durante la missione in Ecuador © www.giornaledibrescia.it

Scriveva suor Troncatti nei suoi diari: «Sono ogni giorno più felice della mia vocazione religiosa missionaria!». Portava avanti con le sue consorelle un difficile lavoro di evangelizzazione in mezzo a rischi di ogni genere, non esclusi quelli causati dagli animali della foresta e dalle insidie dei vorticosi fiumi. Nei resoconti dei suoi biografi si legge che era sempre sollecita nell’andare incontro non solo agli ammalati, ma a tutti quelli che hanno bisogno di aiuto e di speranza. Dal semplice e povero ambulatorio giunge a fondare un vero ospedale e prepara lei stessa le infermiere.

Dal paese dell’alta Valcamonica partiranno oggi per il pellegrinaggio a Roma due pullman e uno si aggiungerà domenica, oltre a un centinaio di cittadini che scenderanno nella capitale in autonomia, per partecipare domani alla messa di canonizzazione in piazza San Pietro e stasera alla festa nella casa madre delle salesiane, alla quale sarà presente anche il vescovo Pierantonio Tremolada. Tutti si ritroveranno poi lunedì mattina per l’udienza in aula Paolo VI con Papa Leone XIV, presenti le comunità dei canonizzati.

Tutto questo ve lo racconteremo sul giornale, ma anche sul nostro sito e con servizi nei tg di Teletutto (alle 12.30 e alle 19.30), in collegamento da Roma il nostro direttore Nunzia Vallini.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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