L’Italia ha già finito le risorse del 2025, ma Brescia è più virtuosa

Ridotto lo spreco di acqua, cala anche il consumo di energia elettrica. Strada in salita per plastica, cibo e abbigliamento
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Sprechi, Brescia migliora ma non abbastanza
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L’Italia è già in debito con la Terra. E non è certo – magra consolazione – il Paese messo peggio. Il 6 maggio scorso abbiamo esaurito le risorse naturali del 2025. Peggio di noi Qatar (6 febbraio), Gran Bretagna (13 marzo), Francia (19 aprile) e tanti altri. Meglio fa l’Uruguay che le finirà il 17 dicembre, Brasile (1 agosto) e Argentina (3 luglio). Facendo una media il 24 luglio la terra avrà esaurito le risorse dell’anno. Si entra nella fase, cosiddetta, di sovrasfruttamento delle risorse. Insomma, avremmo bisogno, di questo passo, di due pianeti Terra. Almeno.

Overshoot day

Il cosiddetto «Overshoot day» si basa su dati delle Nazioni Unite che valutano quanto l’umanità consuma e la biocapacità della Terra (rigenerare e assorbire) e, quindi, emette il dato di deficit ecologico (rapporto tra quanto consumiamo e inquiniamo). Sul deficit ecologico pesa l’anidride carbonica proveniente dai combustibili fossili, l’alto consumo di energie, urbanizzazione, deforestazione e agricoltura intensiva: per il Global footprint network tagliare le emissioni del 43% posticiperebbe a livello globale l’Overshoot di una ventina di giorni entro il 2030.

Il quotidiano

La situazione è molto complessa, non si può risolvere con un colpo di bacchetta e non è nemmeno pensabile di tornare alle abitudini di qualche centinaio d’anni fa, ma un cambio di rotta è necessario.

Da una parte gli Stati devono impegnarsi a varare norme più incisive e innovative per ridurre il consumo di risorse, dall’altro ognuno di noi deve promuovere uno stile di vita più sostenibile. Tra le cose più facili da fare c’è comprare solo ciò che si mangia, senza buttare cibo, magari in imballaggi leggeri – o meglio senza –, non sprecare l’acqua, limitare gli acquisti di vestiario, magari concentrandosi su meno capi di maggiore qualità, diminuire il consumo di carne e aumentare quello di legumi. E potremmo andare avanti nell’elenco perché sono tante le pratiche virtuose e sostenibili. E questo farebbe bene anche al portafoglio.

Brescia

Sperperare risorse influenza i cambiamenti climatici come l’innalzamento delle temperature e, quindi, lo scioglimento dei ghiacciai, la diminuzione delle piogge, la siccità e gli incendi, la scarsità di risorse e la produzione di rifiuti. Potremmo, semplificando, dire che ci quattro tipologie principali di spreco: dell’acqua, del cibo, dell’energia elettrica e il consumo di plastica.

Per quanto riguarda l’acqua Brescia sta viaggiando nella giusta direzione: le perdite in sette anni si sono ridotte del 7%. Secondo i dati di A2A e Comune di Brescia nel 2024 si è riusciti a scendere sotto quota 25% (24,8%) di dispersione di acqua salvando 4,3 milioni di metri cubi di acqua. E anche il consumo procapite si è ridotto passando da una media di 237 litri a testa al giorno nel 2012 a 179. Ma siamo ancora sopra la media italiana (166). Per ridurla si va dalla sempre attuale chiusura del rubinetto ai rompigetto, dalle docce brevi alla raccolta dell’acqua piovana.

Sprecare meno

Altro spreco su cui possiamo fare tantissimo è quello del cibo, così come dello spreco tessile. Lo spreco di energia elettrica, a Brescia come in molte altre città, ha conseguenze economiche e ambientali. Ridurlo, peraltro, può portare a risparmi sulla bolletta e non solo a tutelare l’ambiente e prolungare la vita degli elettrodomestici. Facile, quindi, rimediare spegnendo la luce quando non si è in una stanza o il pc inutilizzato, non utilizzare l’asciugatrice quando c’è il sole o limitare al necessario l’utilizzo dei condizionatori. Anche in questo caso Brescia pare aver preso la strada giusta: i consumi sono passati da 2.109.629 MWh nel 2004 a 2.113.398 MWh nel 2009 a 2.208.000 MWh del 2020 (ma la gente è stata più in casa in quell’anno). E infatti tra il 2011 e il 2023 i consumi sono calati dell’11%.

Per la plastica, premettendo che per alcune cose è assolutamente necessaria (si pensi ai prodotti sanitari), bisogna tener conto del pericolo delle microplastiche e quindi non solo è necessario riutilizzarla o riciclarla correttamente, ma anche ridurne lo spreco e quindi, laddove si può, non utilizzare prodotti monouso, come piatti e posate, e scegliere oggetti meno imballati o evitare di comprare bottiglie di plastica (ce ne sono con il vuoto a rendere o filtri per l’impianto di casa e le caraffe filtranti).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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