Sempre più vegani e vegetariani: nel Bresciano sono 125mila

C’è chi ne ha fatta una scelta assoluta e chi ogni tanto ci prova; chi ha deciso di ridurre drasticamente il consumo di prodotti di origine animale e chi ha bandito la carne ma non riesce o non vuole rinunciare ai derivati. L’esercito dei vegetariani e dei vegani è in crescita, con numeri in aumento anno su anno e un trend che si conferma modalità di vita, più che atteggiamento di moda.
Lo ribadiscono i dati Eurispes relativi all’anno appena trascorso, che esplicitano come il numero di persone votate a una dieta «plant based» non sia mai stato così alto in Italia e nel mondo. Una piccola rivoluzione culturale e sociale che origina da molteplici prospettive: maggiore consapevolezza dei benefici alimentari, crescente sensibilità rispetto all’ambiente e nei confronti degli animali.
Percentuali
Tornando ai numeri del fenomeno, circa il 9,5% della popolazione italiana si definisce «veg», con un 7,2% che si identifica come vegetariano e un 2,3% che ha optato per una dieta vegana (bandendo quindi anche i derivati animali come latte e uova). Un dato che mette in luce un notevole incremento sugli anni precedenti: rispetto al 2023 i vegetariani sono circa il 3% in più; mentre se i vegani sono rimasti sostanzialmente stabili dall’anno precedente, la loro percentuale in dieci anni è addirittura quadruplicata. Un piccolo esercito, quello veg, che nel Bresciano conta all’incirca 125mila militi, di cui 30mila vegani. Va comunque premesso che i dati sono indicativi di un trend, ma non necessariamente puntuali al decimale. Fuori statistica ci sono infatti le persone – sempre di più – che, pur non seguendo una dieta strettamente a base vegetale, hanno scelto di dare un taglio al consumo di carne o di limitarsi al solo pesce. Non esclusivamente giovani, anche se i più sensibili al tema sembrano essere Millenials e Gen Z, che hanno fra i 25 e i 40 anni.
Creatività e rimpianti

Lo studio Eurispes si spinge anche oltre, per analizzare motivazioni e benefici di una scelta che vuole favorire ambiente e salute. L’86,4% di chi ha adottato un’alimentazione «plant based» racconta di sentirsi fisicamente meglio; mentre il 73,3% afferma di mantenere più facilmente il peso forma. Il 66,5% nota anche un aumento della creatività in cucina. Nonostante ciò, e stante la convinzione etica che sostiene i più, il 39,8% ammette comunque di rimpiangere i sapori dell’alimentazione tradizionale.
Va annotato che, rispetto a un decennio fa, non è più così difficoltoso l’accesso a una cucina gustosa: dalle caramelle gommose ai piatti stellati, dai prodotti pronti del supermercato alle materie prime a disposizione, si può scegliere un’alimentazione veg e mangiar bene. Le proposte plant based di chef e cuochi sono sempre di più, così come gli influencer che propongono ricette facili ma golose. A Milano, facilmente raggiungibile da qui, c’è il «Joia» dello chef Pietro Leemann, primo ristorante vegetariano d’Europa a essere stato premiato con una stella Michelin e unico stellato vegetariano d’Italia; mentre profili social come quello di Cucina Botanica, al secolo Carlotta Perego, convogliano qualcosa come 1,2 milioni di follower.
Non solo. Nel 2023 sono stati lanciati oltre 820 nuovi prodotti vegani e sono state introdotte più di 790 nuove proposte plant-based nei menù di ristoranti e catene. E non serve un sondaggio a dirlo: basta frequentare i locali bresciani, anche quelli più tradizionali, per accorgersi che in carta le opzioni vegetali non sono più così risicate, né limitate a una parmigiana con contorno di insalata verde.
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