Consiglio comunale di Brescia: urbanistica, sport e case popolari

Dall’urbanistica allo sport, passando per la cultura e il dossier case popolari: questi i principali filoni tematici al centro del Consiglio comunale odierno, convocato dal presidente dell’Aula Roberto Rossini.
Brescia Calcio
Premessa: la terza interrogazione nasce il 9 di aprile, nel pieno del caos dell’affaire Brescia Calcio. «Oltre un secolo di storia della nostra città rischia di andare in fumo. Il personaggio che si è presentato come salvatore della patria tale, non si è rivelato: questa è stata una tragedia annunciata» ha chiarito Massimiliano Battagliola (Bs Civica) riferendosi evidentemente a Massimo Cellino. Da qui, il capogruppo di Bs Civica chiede alla Loggia informazioni su quanto si sta facendo: «Brescia non è una città mediocre». Aggiunge Giovanni Posio (FdI): «Chiediamo quale sia la strategia politica e se sono stati valutati interventi sul titolo sportivo».
La sindaca Castelletti coglie l’occasione per aggiornare l’Aula, chiarendo però anche i confini dell’Amministrazione comunale: «Il 6 giugno, dopo aver capito che il Brescia Calcio non sarebbe stato iscritto, il secondo dopo ho chiamato a Lumezzane, Feralpi Saló e Ospitaletto: sono stati tutti disponibili – rimarca la numero uno di Palazzo Loggia –. Poi ci siamo ritrovati in Loggia e abbiamo parlato con franchezza. I fatti sono che il presidente Pasini si è detto disponibile a pensare a un futuro per il calcio a Brescia, una sfida molto complessa per la quale si sta impegnando a coinvolgere la più ampia rete di imprenditori così da fornire non solo una realtà solida, ma anche da poter investire sui giovani e costruire attorno alla squadra della città un progetto sociale. Questo – sottolinea la sindaca – è lo spirito sportivo che ci piace. La futura società, se ci sarà, sarà assolutamente autonoma anche nei loghi e nei simboli: non è compito nostro interferire su questo. Sono convinta però che il presidente Pasini abbia la sensibilità per capire quanto i simboli valgano».

I conti in sospeso con il Brescia Calcio sono noti, in Aula si ricordano: oltre 218mila di canoni arretrati insoluti, che il Comune attende di vedere entrare nelle casse pubbliche. Il 13 giugno è stata inviata alla concessionaria una diffida con la richiesta di adempiere in 15 giorni, pena la restituzione di tutti gli spazi dello stadio. A seguito del sopralluogo di ieri, 26 giugno, è stata comminata una nuova diffida per carenza di manutenzione del manto erboso alla quale dovranno ottemperare entro i termini. La deadline da tenere presente, però, è la prima: se entro lunedì la società di Cellino non rimetterà i conti in ordine, la concessione decadrà e lo stadio Rigamonti tornerà nella piena disponibilità del Comune.
La vertenza però sembra proprio destinata a non essere così lineare: la società, infatti, rivendica di aver effettuato più lavori del necessario sullo stadio. Nessuno lo palesa, men che meno in Aula a microfoni aperti, ma è chiaro che l’obiettivo degli avvocati di Cellino sia chiudere questa partita andando a pari. Tradotto: fare valere i dichiarati «maggiori interventi per sistemare lo stadio» per pareggiare i conti con la Loggia e, quindi, non versare gli oltre 218mila euro di canoni non pagati mantenendo in vigore la concessione. Il Comune accetterà? Le riunioni per ponderare pro e contro si susseguono: la partita non è ancora chiusa.
In Maddalena
È Massimiliano Battagliola (Bs Civica) a mettere sul tavolo il «dossier Maddalena», tradotto: il permesso edilizio che «comporta la completa demolizione di un piccolo deposito al posto del quale nascerà una struttura di 340 metri quadrati al posto di un vigneto che guardava Brescia dall’alto. Su quale base normativa è stato consentito questo aumento volumetrico e il cambio di destinazione d’uso da deposito a residenziale? Possibile che non ci fossero vincoli? Servono risposte chiare, tanto più che l’area è stata messa in vendita».
L’assessora all’Urbanistica Michela Tiboni non si sottrae alla replica e specifica che la pratica edilizia in questione è la numero 3042 del 2022: «La norma include espressamente interventi con variazione di sedime e sagoma. In questo caso i presupposti sussistono e l’intervento è stato autorizzato in conformità alle disposizioni contenute nel nostro Pgt perché l’edificio preesistente era residenziale. L’aumento della slp è stato quindi concesso legittimamente».
L’impatto visivo della rimozione del vigneto, peraltro in zona vincolata, ha fatto suscitare l’indignazione maggiore: anche questo legittimo puntualizza Tiboni, «perché verrà puntualmente sostituito e ripristinato: il reimpianto si completerà con la fine del cantiere. Il nucleo Carabinieri forestali ha accertato peraltro che il vigneto originario non era stato autorizzato. L’intervento ha inoltre il nullaosta della Commissione paesistica».

Fabio Rolfi chiude questo secondo question time mostrando in modo provocatorio la fotografia del piccolo capanno precedente: «Quel che lei sostiene non è vero: quell’edificio è agricolo e non residenziale, come hanno specificato i suoi stessi uffici. La storia che lei, assessora Tiboni, racconta è semplicemente falsa». Il j’accuse prosegue anche sul fronte vigneto: «Oltre al fatto che non esistono piante abusive, mi chiedo come sia possibile che avvenga questo sul monte di casa e come sia possibile che un assessore copra tutto questo: è una grande buccia di banana sulla quale lei è scivolata continuando a raccontare bugie alla città in modo non serio».
Teatro romano
La prima interrogazione tocca subito uno dei progetti simbolo della Giunta Castelletti: nel mirino dell’opposizione finisce il progetto del recupero del Teatro Romano. «Il teatro non è di proprietà comunale ma statale ed è stato già oggetto di scontri con la Soprintendenza: ora sono in corso gli scavi, ma si è proceduto a firmare una convenzione? E come mai è stato conferito un incarico diretto all’architetto David Chipperfield senza invece immaginare un concorso di idee?», chiede il consigliere Michele Maggi (Lega).
A ribattere è la sindaca: «L’area è in parte statale e in parte comunale, si sta lavorando con la Soprintendenza: l’iter sta andando per le lunghe ma è in corso. Ci sono state sicuramente posizioni di riserva personale rispetto all’architetto Chipperfield da parte dell’ex soprintendente: oggi c’è Giuseppe Stolfi e con lui si lavora. C’è una visione, nessuna fuga in avanti».

La Lega concilia, ma non arretra: «Chiariamo che noi riteniamo il recupero del teatro uno dei progetti più interessanti di questo mandato – premette Fabio Rolfi in fase di replica – ma, a nostro avviso, il percorso è iniziato in modo sbagliato, ossia con un rapporto conflittuale con la Soprintendenza. Ad oggi resta che lo studio di fattibilità è fatto su un’area che, seppur in parte, non è nostra».
Case popolari
Dopo la nomina del garante dei diritti delle persone private della libertà personale e qualche delibera contabile, al centro della confronto finirà la nuova convenzione con l’Aler di Brescia per la gestione delle case popolari. Le nuove regole – che, se approvate, resteranno in vigore dal 1° luglio al 31 dicembre 2029 – arrivano dopo una lunga trattativa tra la Loggia e l’Azienda di viale Europa ma, soprattutto, dopo un anno di denunce da parte degli inquilini per incuria, difficoltà a comunicare con l’Aler e mancate manutenzioni a fronte di spese condominiali sempre più salate e insostenibili. Un disagio che si è trasformato in un’azione collettiva coordinata dall’associazione Diritti per tutti e che ha portato anche allo sciopero del pagamento delle spese condominiali in attesa della sistemazione dei guasti più volte segnalati e rimasti lettera morta.
Urbanistica
La delibera aggiuntiva di questo Consiglio comunale riguarda l’urbanistica. La lente è puntata su Buffalora, dove ormai da anni si discute del nuovo polo logistico del marchio Italmark: 56mila metri quadrati nell’Ate 25, a ridosso del Parco delle Cave. Un gigante che prevede il passaggio di circa 4mila mezzi alla settimana e che, proprio per questo, aveva aperto una contesa tra la Loggia e il Comune di Rezzato, fino alla mediazione.
Nel dettaglio, tra gli interventi di compensazione ambientale 300mila euro andranno al Comune di Rezzato «per il completamento della pista ciclabile di via Paolo VI, la riqualificazione della pista ciclabile esistente e la creazione di orti urbani in via Amendola. Sono inoltre previsti a carico dell’operatore – precisa la nota firmata dalla Provincia – interventi diretti come l'adeguamento e manutenzione decennale della strada di accesso al polo, la realizzazione di una nuova pista ciclabile lungo la strada vicinale della Castella, la piantumazione di aree verdi e il rifacimento periodico delle asfaltature delle rotatorie».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.