Tutti i numeri delle inchieste per codice rosso a Brescia

Dei 1144 procedimenti aperti nel 2023 - che si aggiungono ai 647 pendenti - oltre il 50% è stato archiviato. Da gennaio 59 uomini in carcere
Una manifestazione contro la violenza sulle donne in piazza Loggia (2019) - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Una manifestazione contro la violenza sulle donne in piazza Loggia (2019) - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Tre inchieste per codice rosso aperte al giorno in Procura in questo 2023. Che diventano addirittura sei si guarda il quadro complessivo dei reati contro i soggetti deboli. Numeri, tornati al periodo pre Covid, che dimostrano «una costante emergenza» che arriva dal territorio, ma anche la sempre maggior consapevolezza della vittima dell’importanza della denuncia alle forze dell’ordine.

Codice rosso

In tema di codice rosso, la legge - che nel 2019 ha introdotto una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini riguardanti casi di violenza - prevede che un magistrato entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato debba ascoltare la persona offesa e decidere sul presunto responsabile di maltrattamenti o violenza. E dall’inizio dell’anno ad oggi sono stati 1144 i fascicoli aperti dal dipartimento soggetti deboli della Procura di cui fanno parte sei sostituti procuratori: Alessio Bernardi, Victoria Allegra Boga, Ines Bellesi, Giovanni Tedeschi, Flavio Mastrototaro e Ettore Tisato, coordinati dal procuratore aggiunto Nicola Serianni.

Più archiviazioni

Dei 1144 procedimenti - che si aggiungono ai 647 pendenti - oltre il 50% è stato archiviato: 292 per mancanza di condizioni, 215 per infondatezza della notizia di reato, 56 per altro motivo. Sono più i casi chiusi, 563, rispetto a quelli, 337, per i quali i pm intendono procedere. Per 228 inchieste - e 246 persone - è stata presentata richiesta di rinvio a giudizio, per 101 i magistrati hanno firmato la richiesta di giudizio immediato, per tre il decreto penale di condanna. A questi dati si aggiungono i sei casi inviati al tribunale per il giudizio direttissimo e i 38 per il giudizio ordinario.

Da inizio dell’anno è stato chiesto l’arresto in carcere per 59 uomini, vale a dire più di uno a settimana oltre ai 26 per i quali i pm hanno avanzato richiesta di domiciliari.

Soggetti deboli

Il Muro delle Bambole in piazza Garibaldi - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Il Muro delle Bambole in piazza Garibaldi - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it

Situazione ancora più nera per quanto riguarda i reati nei confronti dei soggetti deboli: in particolare, violenze sessuali su minori e adulti, maltrattamenti in famiglia e contro i minori, stalking e circonvenzione di incapaci. Sono stati infatti 2394 i fascicoli aperti nel 2023 che si aggiungono ai 1656 pendenti dall’anno precedente. E anche in questo caso le archiviazioni superano le richieste di rinvio a giudizio.

Sono 620 i fascicoli chiusi per mancanza di condizioni, 487 per infondatezza delle notizie di reato, 111 per altro motivo, quattro per fatto non previsto dalla legge e uno per essere ignoti gli autori del reato. Al contrario, su 251 vicende la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio e in 96 casi il giudizio immediato. Per 76 persone è stato invece chiesto l’arresto tra carcere e domiciliari.

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