Tram, giovani e bonifica Caffaro: su cosa punta Castelletti nei primi cento giorni

Si siede sulla poltrona girevole che spetta al numero uno di Palazzo Loggia, giocherella con la penna arancione con la quale ha firmato il suo incarico e, con pacata fermezza, dice: «Io credo che il risultato elettorale che mi riguarda sia stato chiaro e netto. Sulla composizione della Giunta ho fatto un lavoro che tenesse conto certamente degli equilibri, ma mi sono sentita anche molto libera di compiere le mie scelte. È vero: non ho un partito alle spalle, ma ho un’intera coalizione. Sono collaborativa e mi confronto, ma sono una forza politica strutturata che ha un peso specifico». Laura Castelletti è ufficialmente stata proclamata sindaco da diciassette giorni, oggi presterà giuramento durante il Consiglio comunale d’insediamento, un atto che accende la macchina operativa del suo mandato.
Quando ha capito che poteva farcela al primo turno e qual è stata la carta vincente?
È una vittoria elettorale che arriva sull’onda di dieci anni di buon governo, di una coalizione che ha saputo mettere davanti a ogni cosa gli interessi della città anziché i protagonismi. Credo poi di essere considerata una persona affidabile e soprattutto senza pregiudizi: è il mio essere civica. In campagna elettorale ho sentito che il consenso andava crescendo, ma un momento chiave è stato la presentazione del programma. C’è stato dibattito attorno alla scelta dell’auditorium Balestrieri perché è il più grande della città. Mi sono detta: se non riempio quella sala, non vinco. L’ho stra-riempita...
Affiderà subito delle deleghe ai consiglieri comunali?
Sono uno strumento che voglio utilizzare sia perché aiuta a rafforzare i rapporti fuori dalla Loggia, sia per fare crescere nuove competenze. Oggi ci sono però molti consiglieri senza esperienza amministrativa: serve un po’ di tempo all’intero Consiglio per strutturarsi, quindi non le affiderò subito.
In aula ci sarà il suo avversario politico: quale il rapporto con le opposizioni?
Io mi sento di rappresentare tutta la città. Il ruolo delle minoranze è di controllo ma chiedo un’opposizione costruttiva, con la quale voglio avere un rapporto perché c’è una parte importante della città rappresentata dall’opposizione. Io in questo momento rappresento la città, quindi voglio un rapporto anche con la Regione e il Parlamento.
Parla di un confronto periodico bipartisan sia con i parlamentari sia con i rappresentanti regionali?
Vorrei fare con loro alcune riflessioni e condividere una serie di percorsi con chi oggi, a qualunque livello, è a Milano o a Roma a rappresentare la città: ci sono temi troppo importanti sui quali dev’esserci un lavoro condiviso.
Su quali fronti chiederà alle forze politiche un impegno trasversale?
Le questioni macro sono la bonifica del Sin Caffaro che ora deve assolutamente partire, c’è tutta la partita del tram, del treno extraurbano, ma penso anche all’obiettivo di fare crescere l’area archeologica e, quindi, alla necessità di recuperare i fondi per il nostro Teatro Romano. Cerchiamo, insieme, di portare a casa i risultati della città: io lavoro per questo e mi piace farlo in squadra.
Quali sono i temi e la visione che intende instradare nei primi 100 giorni di governo?
Io ho una storia riformista alle spalle e il mio approccio è accompagnare le trasformazioni dosando esperienza e innovazione. Arriverà un nuovo direttore generale e condivideremo degli obiettivi che riguarderanno tutta la macchina comunale. Ci sono poi dei progetti che vanno incardinati subito ed è quello che faremo nei primi cento giorni, perché sono fondamentali per la trasformazione della città. Innanzitutto, bisogna partire con Caffaro: significa che si deve pubblicare il bando e, quindi, con lo smantellamento degli impianti e con la bonifica. Dev’essere chiaro che questa è una priorità, anche perché ci sono delle risorse a disposizione.
Altro grande tema è l’approvazione definitiva del progetto del tram con la predisposizione del bando e non c’è tempo da perdere. Abbiamo messo al centro anche il tema dell’educazione e una delle prime richieste al dg è quella di snellire l’iter per intervenire sui poli scolastici e fornire risposte rapide, perché c’è troppa lentezza rispetto alle esigenze.

C’è qualche cantiere che si aprirà quindi già in estate?
Sì. Noi stiamo lavorando sui sottoservizi della zona ovest, ma tra poco si avviano i lavori al ponte di via Volturno. Ci sono poi le opere complementari dell’Alta Velocità: incontreremo non a caso velocemente Ferrovie. Partono anche i lavori sia per la ciclabile di Lamarmora sia per realizzare la Zona 30 a Fiumicello. Chiederemo con fermezza alla Regione di rispettare gli impegni assunti rispetto al treno suburbano: su questo tema noi vogliamo andare avanti.
C’è altro: nei primi cento giorni si lavorerà anche alle linee progettuali per il gemello digitale e da quest’estate si vedranno concretamente gli effetti di un altro tassello delle attività legate a «Un filo naturale»: in via Metastasio si avvia un cantiere che durerà per otto mesi, un progetto centrale perché incardinato nell’ottica della transizione climatica. Entro dicembre, invece, consegneremo alla città il Teatro Borsoni come conclusione dell’anno della Capitale della Cultura.
Brescia nei prossimi cinque anni avrà il nuovo Museo di Scienze naturali?
Finora abbiamo lavorato molto sui contenuti e si è compiuto il passaggio fondamentale di mettere nero su bianco tutti i problemi strutturali oltre che di redigere il progetto. Ora bisogna reperire i fondi.
E il recupero del Teatro Romano?
È sempre stato un desiderio di Brescia: tra pochissimo inauguriamo il corridoio Unesco ed è chiaro che il Teatro Romano è il tassello fondamentale che manca. Mi piace pensare che le risorse si possono recuperare unendo le forze politiche e amministrative a tutti i livelli per promuovere il progetto Brescia a livello ministeriale.
C’è una «questione giovanile» da affrontare: come?
Il post pandemia ha lasciato ragazzi e ragazze in una condizione di malessere: i dati sulla depressione e sui disturbi alimentari sono purtroppo importanti, così come in alcuni il disagio si manifesta attraverso il bullismo e l’aggressività. Si riparte parlando di educazione: seguendo i giovani e proponendo loro delle attività. Dall’altro lato c’è lo strumento della sicurezza partecipata partendo da tavoli di lavoro con tutti gli attori: agenzie educative, oratori, servizi sociali. Questo lavoro va fatto su zone specifiche, quelle dove c’è la necessità di fornire risposte mirate.
Lei ha tenuto la delega alle partecipate. Quali le questioni che porrà ad A2A?
L’obiettivo restano gli interventi mirati a favorire i cittadini. Chiederò di lavorare sul tema dell’anticipo di bolletta, solleciterò tempi molto rapidi sul completamento degli interventi di abbattimento dei fumi, ma affronterò anche il tema della nuova sede in via Sostegno, esattamente come l’ha avuta Milano anche per Brescia significa impiego e riqualificazione.
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