I No vax e la sanità fai da te: «Qui certificato e ricetta falsi»

«Conserva questo foglio, ora ti spiego per bene: questo è l’elenco dei farmaci che devi assumere per curarti realmente dal Covid-19. È importante che tu lo segua da subito, appena compaiono i primi sintomi». Quando Irene si avvicina, la sua voce e il suo sguardo sono gentili. Tende la mano, sorride e di tanto in tanto ripete: «Tranquilla, qualunque cosa serva noi ci aiutiamo a vicenda».
È vero, l’obiettivo è quello: cercare di aiutarsi nella «lotta al sistema», evitare che «qualcuno, per necessità, si senta costretto a dover fare il vaccino». Per questo «ci si aiuta: per creare una comunità» parallela a quella che fa sentire escluso chi, per timore o per convinzione, è contrario al vaccino, al Green pass o a entrambe le cose.
Ed effettivamente, almeno per quanto riguarda Brescia, questa comunità nella comunità creata all’interno della sezione bresciana di Ancora Italia esiste e ha il merito di farti sentire parte di una rete accoglienteE come ogni comunità che si rispetti, si sta strutturando in mini «corporazioni» o ambiti così da mettere in campo veri e propri servizi alternativi. A partire dall’ambito sanitario.
Sanità alternativa
È proprio la Commissione sanità del gruppo bresciano a organizzare tutto il necessario per sfuggire a un iter terapeutico (quello ufficiale) al quale rifiutano, lecitamente, di sottostare. Non sono negazionisti: che esista il Covid-19 non lo mettono in dubbio, ma che sia «effettivamente tanto grave e tanto contagioso da non potersi guardare in faccia quando si parla - ripetono - non è vero, è una forte influenza e come tale va trattata». Invece, sostengono, il governo sta cercando di «piegare le menti dei deboli e degli ingenui per costruire una società fondata sull’atomizzazione di individui alienati».
Nero su bianco, il foglietto che Irene distribuisce con buoni propositi, ma con risvolti sanitari che possono essere pericolosi (perché Irene non è un medico), recita così: «Questo è un protocollo di base indicato da rianimatori che va contro il protocollo Aifa, giudicato come primo responsabile dei ricoveri ospedalieri». L’elenco di sostanze, tra farmaci e vitamine, è lungo.
E la sentenza verso le authority della medicina è impietosa: «Si tratta di un nuovo protocollo di base domiciliare prescritto da un gruppo di rianimatori in totale dissenso con le linee guida Aifa, Who ed Ema, giudicate inadeguate, controproducenti e totalmente sbagliate» ribadisce il prontuario artigianale. Il vademecum per curarsi da sé è dettagliato anche dai dosaggi giornalieri: oki due volte al giorno a stomaco pieno oppure ibuprofene per 4-5 giorni 400-600 mg al giorno «in base alla tolleranza dello stomaco», oppure ancora Nimesulide (Aulin).
La specifica è in neretto: «La scelta dell’antinfiammatorio deve essere modulata in base alle proprie tolleranze». Ma siamo solo al principio, l’elenco è lungo: anti tussigeno per la tosse, paracodina 20 gocce da 2 a 4 volte al giorno «fino alla scomparsa o alla diminuzione dei sintomi», fluidificante. E, ancora: Bisolvon (5-10 ml tre volte al giorno), Fluimucil, Plaquenil, azitromicina e «se persistono stato febbrile e tosse dopo 4-5 giorni dall’inizio della terapia, un antibiotico».
Il tutto condito da un cocktail di integratori: vitamine D e C, zinco gluconato (25-50 mg), lattoferrina e quercitina. La domanda sorge talmente spontanea che la poniamo: e chi mi prescrive questa terapia, a partire dalla necessaria ricetta per acquistare l’antibiotico? È esattamente questo il momento in cui, esattamente come per i tamponi positivi, si entra in un cono d’ombra. «Ci pensiamo noi: mi chiami subito e ti procuriamo tutto attraverso nostri farmacisti di fiducia, vai e dici che sei nostra amica, mia e di Alberto»: ce ne sono almeno tre tra città e provincia.
Esiti di positività, certificati e ricette «fake» sono a portata di mano: «Ti dò il certificato fasullo e lo presenti». A farlo avere non è direttamente lei ma Alberto, che spiega: «Lavoro con dei medici, posso fare quello che voglio con il blocchetto bianco e i timbri, tutto. Con quello poi le ricette sono ripetibili quindi la usi e poi te la riprendi».
Falsificare
Queste sì, sono informazioni che anche la platea presente alle riunioni settimanali della sezione Leonessa di Ancora Italia conosce. In una delle serate, è proprio Alberto a spiegare alcune tecniche per «evitare di subire le restrizioni causate dall’obbligo del Green pass», specie per gli over 50.
La via suggerita è questa: «Leggete i componenti del siero, andate dal medico e dite di essere allergici a uno di questi. Dovrete fare le analisi: prenotatele il più in là possibile, così da prendere tempo e all’hub vaccinale mostrate l’avvenuta prenotazione, così da avere l’esenzione per qualche tempo». E se l’esito degli esami è negativo e non ci sono reazioni allergiche? «Bè, è chiaro che si va in un laboratorio privato a farle, si toglie il consenso alla visione degli esiti nel fascicolo sanitario e poi questi esiti si falsificano, è un attimo». A quel punto, con analisi fasulle, «avremo l’esenzione definitiva».
Perché non utilizzare subito quella fake del medico di base? Perché «non tutti accettano quella del medico di base»: a poter rilasciare il documento, infatti, sono solo i dottori vaccinatori. La spiegazione avviene anche alla presenza dei simpatizzanti, alcuni sono entusiasti altri, al contrario, sempre più scettici all’idea di tesserarsi al partito. Tra i convinti, in platea, siede anche Manuela, un’infermiera che parte da Mantova (e non è la sola) per venire a seguire gli incontri della sezione bresciana: è già sospesa dal lavoro e sul piede di guerra. Eppure lei il Covid lo ha provato sulla sua pelle: «Per un periodo ho avuto il pass per guarigione - conferma - ma ormai è scaduto». E di fare il vaccino non ha nessuna intenzione.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
