Cominelli: «A giugno il Campo Calvesi sarà restituito alla città»

Dici «Brescia» e «ambiente» nella stessa frase e subito vengono in mente parole chiave: Caffaro, inquinamento, veleni, aria malata. Vero. Ma se il «primo passo» è riconoscere il problema e il secondo affrontarlo, il terzo è tracciare (e raccontare) un cammino. È così che il dizionario quotidiano si è arricchito di nuovi termini: bonifica, risanamento, rigenerazione, patrimonio verde, sostenibilità.
Ed è così che - dopo quattro anni di lavoro - l’assessore all’Ambiente Miriam Cominelli vorrebbe che fosse (anche) descritto il nostro capoluogo. Con orgoglio: l’orgoglio di una città che ha guardato in faccia le sue cicatrici e che, spicchio dopo spicchio, le sta curando. Nella consapevolezza che «di lavoro ne è stato fatto molto, ma che la strada da percorrere sia ancora lunga».
La sfida delle bonifiche
L’epilogo più evidente del lungo lavoro dietro le quinte è senza dubbio quello che racconta dei cosiddetti «parchi gialli» bonificati e già restituiti alla città: «Dopo il parco dei Maggiolini e il Parenzo sud est che inaugureremo a maggio, sono in corso i lavori di risanamento al Cacciamali, Parenzo nord e Palermo: qui - spiega Cominelli - la bonifica finirà per luglio e contiamo di poter procedere con l’inaugurazione entro la fine dell’anno».
Ma una grande mano l’hanno data anche i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): «Più di 5 milioni serviranno per via Livorno, il cui disegno è già stato approvato in Giunta, mentre è in corso la progettazione esecutiva, che sarà conclusa a giugno, per il parco di via Fura nord e sud». Eccola, anno dopo anno, la Brescia che fa i conti con un inquinamento storico e che rialza la testa. Il grande traguardo alle porte però si chiama Campo Calvesi: «L’intervento è pressochè terminato - conferma l’assessore -, mancano pochi camion per smaltire il materiale, poi arriverà l’autorizzazione dalla Provincia». C’è una data da segnare sul calendario? Sì: giugno per l’inaugurazione, settembre per il nuovo debutto della pista, impianto che sarà dedicato principalmente alle scuole.L’ultimo miglio: un anno prima del voto

«Porta a porta al 100% nei prossimi 5 anni»
L'assessore all'Ambiente in Loggia, Miriam Cominelli - © www.giornaledibrescia.itAssessore, Caffaro a parte, di quale risultato va più fiera?

Sono due: le piantumazioni e l’anello verde ti fanno percepire il cambiamento della città e hanno fatto scaturire un interesse diretto anche dei cittadini. E poi gli Osservatori, sia perché sono strumenti utili per tradurre temi complessi, sia perché le varie competenze della città hanno fatto rete consegnando studi e dati importanti, come il rapporto aria.
A proposito di aria: resta il tallone d’Achille della città. Che fare?
Il problema della qualità dell’aria va preso in carico con la consapevolezza che non è solo un tema di Brescia o del Bacino padano. Roma deve avere più polso: serve assolutamente una legislazione nazionale che uniformi regole e comportamenti, altrimenti da un lato gli sforzi sono vani e, dall’altro, si rischia di andare incontro a ricorsi. Un dato: si erano concordate diciassette azioni col Mite quando era guidato dal ministro Sergio Costa. Ad oggi Roma ne ha portate avanti in tutto solo quattro.
Se potesse formulare una richiesta al Governo quale sarebbe quindi?
Maggiore vicinanza al territorio, su tutto: troppo spesso si resta impigliati in lungaggini che una cittadinanza fa davvero fatica a sopportare e ad accettare così a lungo. Mi riferisco a Caffaro, ma anche all’ultimo esempio sul tema aria».
Si aspettava più fondi per l’ambiente dal Pnrr?
Mi aspettavo più semplificazione sulle modalità di accesso a questi fondi. Hanno imposto tempi molto stringenti, troppo per degli enti locali che nel frattempo devono fare fronte ai servizi e alle attività quotidiane. Questo modo di procedere non tiene conto delle situazioni dei Comuni che stanno facendo molta fatica: il personale, sottopagato per la qualifica che possiede, non può fare sempre i salti mortali».Che destino avrà la differenziata: si studia l’opzione del porta a porta spinto?
Per ora il primo passo è iniziare ad ampliare la platea dei quartieri, zona dopo zona, nei quali istituire il porta a porta per il verde. Il porta a porta al 100% potrebbe essere invece la prospettiva per i prossimi cinque anni.
Sono stati anche anni di imprevisti: penso al meteo, ma pure agli incendi.
La crisi climatica come si affronta?
In realtà anche ogni bonifica è un imprevisto. Da agosto 2019 in avanti abbiamo perso molti alberi e affrontato molti incendi: abbiamo insomma dovuto fare i conti con una città che non pensava di doversi adattare ai cambiamenti climatici, questi eventi hanno tradotto in concreto l’emergenza. Gli strumenti ci sono e si sta lavorando, penso al Paesc che vuole la riduzione del 50% delle emissioni nel 2030, come chiesto nella mozione. Ma c’è difficoltà a fare comprendere che questa è un’urgenza e che affrontarla significa mettere in campo azioni che toccano abitudini quotidiane».
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