Bimbi mai nati, sotto sequestro una parte del cimitero Vantiniano: indagati due funzionari

La Procura contesta loro una serie di reati, dalla violazione dei sepolcri al vilipendio delle tombe.
  • L'area sottoposta a sequestro all'interno del cimitero Vantiniano
    L'area sottoposta a sequestro all'interno del cimitero Vantiniano
  • L'area sottoposta a sequestro all'interno del cimitero Vantiniano
    L'area sottoposta a sequestro all'interno del cimitero Vantiniano
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    L'area sottoposta a sequestro all'interno del cimitero Vantiniano
  • L'area sottoposta a sequestro all'interno del cimitero Vantiniano
    L'area sottoposta a sequestro all'interno del cimitero Vantiniano
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Una parte del cimitero Vantiniano é stata posta sotto sequestro dalla Procura di Brescia nell'ambito dell'inchiesta del pm Antonio Bassolino su presunte irregolarità nella gestione delle esumazioni delle tombe dei bambini mai nati. Due funzionari (si tratterebbe di due donne) del Comune di Brescia risultano indagati. La Procura contesta loro una serie di reati, dalla violazione dei sepolcri al vilipendio delle tombe.

La Procura di Brescia aveva aperto un’inchiesta sull’esumazione di massa delle 2.500 tombe dei bimbi mai nati o vissuti pochissimo che fino a settembre 2021 erano presenti nel riquadro A del cimitero Vantiniano in città.

La vicenda

La vicenda, nel novembre 2021, aveva fatto scalpore e riaperto una ferita, per molti neppure mai chiusa, tra i genitori dei bimbi le cui tombe erano svanite con tanto di pupazzetti e giochini che erano presenti vicino alle piccole lapidi. Su quelle tombe cancellate da una pala meccanica non erano presenti gli adesivi gialli solitamente utilizzati per mettere a conoscenza le famiglie dei defunti della scadenza della concessione e della riesumazione.

La Loggia

La porzione di terreno al Vantiniano dove sono state rimosse le tombe dei bimbi mai nati - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
La porzione di terreno al Vantiniano dove sono state rimosse le tombe dei bimbi mai nati - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

La Loggia, con una nota, aveva spiegato le proprie ragioni sul caso delle tombe rimosse senza che tantissime famiglie ne fossero a conoscenza. «Non avevamo il contatto di tutti i genitori, ma per oltre 90 giorni abbiamo esposto l’avviso al cimitero» l’estrema sintesi del comunicato di Palazzo Loggia.
Ciò non aveva però placato la rabbia dei genitori, che avevano deciso tramite un legale di chiedere i danni al Comune di Brescia.

Il direttore generale del Comune di Brescia, Giandomenico Brambilla sottolinea che «l'Ente è a disposizione dell'autorità giudiziaria al fine di favorire una rapida prosecuzione e conclusione delle indagini. Abbiamo piena fiducia nella magistratura e confidiamo che verrà accertata la totale correttezza di quanto attuato dalle nostre colleghe indagate, professioniste attente, competenti e, peraltro, con tutta evidenza assolutamente estranee alla materiale esecuzione delle attività loro imputate, circa l'ipotizzata commissione di reati di cui al decreto di sequestro delle aree cimiteriali».

 

Il commento dei consiglieri di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia

«Il sequestro dell'area cimiteriale disposto dalla Procura e l'iscrizione nel registro degli indagati di due funzionari comunali sono ulteriori elementi che si aggiungono a una pagina triste della nostra città». Così l’incipit di una nota stampa dei consigleri comunali di Brescia appartenenti a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

«Siamo garantisti nei confronti delle persone indagate e chiediamo all'amministrazione comunale, in primo luogo all'assessore di riferimento Valter Muchetti, al sindaco Del Bono e al vicesindaco Castelletti, di non scaricare responsabilità politiche evidenti soprattutto in relazione al trattamento vergognoso riservato ai genitori dei bambini mai nati. Il Comune ha sempre affrontato la vicenda come una mera questione burocratica. Qui invece si parla di migliaia di famiglie che vivono nella sofferenza e che non hanno mai ricevuto risposte su quanto accaduto, solo un atteggiamento freddo e respingente da parte di coloro che li dovrebbero rappresentare» si legge ancora nel testo.

«Noi da subito abbiamo chiesto un approfondimento e abbiamo sostenuto che la vicenda avesse contorni poco chiari. Ora ci auguriamo che si arrivi presto alla verità».

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