Tombe dei bimbi mai nati sparite: «Non avevamo tutti i contatti»

E alla fine la nota della Loggia è arrivata. Nelle ultime ore il Comune di Brescia ha deciso di spiegare le proprie ragioni sul caso delle tombe dei bambini mai nati rimosse al cimitero Vantiniano senza che tantissime famiglie ne fossero a conoscenza. E che tanti genitori non sapessero nulla, lo testimoniano le lettere che da giorni continuano ad arrivare in redazione e che sono aumentate dopo il nostro articolo di mercoledì. Lì c’è la rabbia, la delusione e lo choc di quelle mamme e di quei papà che al posto della tomba del loro bambino hanno trovato solo terra. «Non avevamo il contatto di tutti i genitori, ma per oltre 90 giorni abbiamo esposto l'avviso al cimitero» è l'estrema sintesi del comunicato di Palazzo Loggia.
La vicenda
Nella nota viene spiegato il cambio di organizzazione delle sepolture dei bambini mai nati o rimasti per poco tempo in vita. Una rivoluzione entrata in vigore un anno fa.
Probabilmente a seguito delle polemiche sul mancato rispetto della privacy, sollevate dal nostro giornale, di quelle donne che non avrebbero voluto alcuna sepoltura del feto dopo l'aborto e che hanno scoperto che al cimitero era invece stato sepolto con il nome di Celeste, ma con il cognome reale della madre.

«Fino allo scorso anno, tutti venivano ritirati con le denominazioni apportate dagli ospedali e il Comune li seppelliva sulla base di tale indicazione. Le strutture richiedevano al Comune il trasporto e l'inumazione trasmettendo un elenco con indicazioni dei nomi dei bimbi. Non venivano raccolti i dati di recapito dei genitori per successivi contatti. Da circa un anno - spiega il comunicato del Comune - se viene indicato espressamente dal genitore il nominativo da attribuire al feto, si procede al seppellimento provvisorio riportando sulla lapide una targhetta con nome e cognome. Se, invece, non viene indicato dal genitore alcun nominativo, si procede al seppellimento riportando sulla lapide provvisoria una targhetta con un numero identificativo».
Le famiglie che non sono state avvisate
E arriviamo alle recenti esumazione e alle circa tremila tombe sparite. La maggior parte delle famiglie non ha avuto comunicazione diretta. «Solo nell'ultimo anno la Direzione Cimiteri dispone dei dati per contattare direttamente i genitori, anche per la futura esumazione. Per quanti seppelliti in epoca antecedente, non vi è modo di recuperare i dati di contatto dei genitori» è la spiegazione del Comune di Brescia.
Viene detto che sull'albo pretorio sono stati pubblicati tre avvisi, e che al Vantiniano «sono stati affissi per oltre 90 giorni i medesimi avvisi anche sul perimetro dei riquadri interessati. Gli avvisi non hanno il consueto elenco dei nominativi dei sepolti in quanto, per motivi di privacy, si è ritenuto di comunicare di rivolgersi ai custodi e agli uffici». Probabilmente però se la maggior parte delle famiglie non ha saputo nulla, un difetto di comunicazione c'è stato.
La scatola coi ricordi
La Loggia sottolinea che «sono stati raccolti tutti gli oggetti non deteriorati (statuette, peluche o giochi) in scatole chiuse e deposte in magazzino per essere resi ai parenti che li richiedessero». C'è tempo fino ad aprile. Intanto molte famiglie si stanno muovendo per un'azione legale collettiva.
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