Aumento dei prezzi: metà delle famiglie taglia la propria spesa

Le voci dei bresciani: «Ormai facciamo il via vai tra i vari supermercati a caccia di offerte. Il reddito è insufficiente»
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CARO SPESA, ANCHE +50%
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Le parole ricorrenti sono sacrificio e difficoltà, mentre il linguaggio del corpo e del viso tradisce una generale sfiducia, ormai nemmeno più velata. Col capo chinato sui volantini delle offerte e piccole borse al braccio, si fanno spese essenziali, ridotte o - nel migliore dei casi - ragionate, più che mai. È l’effetto del caro vita che nel silenzio si sta abbattendo come una scure anche sulle famiglie bresciane.

Difficoltà

Prima lo scenario internazionale, poi i rincari energetici, ora l’inflazione: in men che non si dica il potere d’acquisto dei consumatori è calato drasticamente e ognuno sta imparando suo malgrado ad individuare ogni oscillazione di prezzo: «Ho verificato che praticamente tutti gli alimentari negli ultimi mesi sono aumentati tra il 20 e il 50%», racconta un uomo appena uscito da un supermercato della città. Pochi minuti dopo, gli fa eco una donna: «Quello che acquistavi prima con una spesa di circa 120 euro ora lo paghi tra i 150 e i 160 euro». E ovviamente non si tratta solo di un dato percepito.

Carrelli sempre più cari: prezzi in ascesa in tutta Italia
Carrelli sempre più cari: prezzi in ascesa in tutta Italia

L’Osservatorio «Sguardi Famigliari» di Nomisma sottolinea come l’aumento del costo della vita avvenuto nell’ultimo anno a causa dell’impennata dei prezzi di beni e servizi stia mettendo a dura prova le finanze delle famiglie italiane. E così il 13% delle famiglie ritiene il proprio reddito insufficiente a far fronte alle necessità primarie, ovvero le spese irrinunciabili come i generi alimentari, oppure quelle legate alla casa come l’affitto, il mutuo, le bollette, ecc. A fianco di queste, c’è poi un 43% di famiglie che valuta la propria condizione reddituale appena sufficiente a far fronte a tali spese.

L’impennata dell’inflazione e l’aumento dei prezzi hanno depresso fortemente il potere di acquisto delle famiglie: più della metà degli intervistati ha visto crescere le bollette energetiche di oltre il 50% rispetto ai livelli di un anno fa, con il 16% che dichiara di aver avuto molte difficoltà nel pagare le utenze: di questi il 4% ha accumulato ritardi nei pagamenti. Per far fronte ai rincari energetici le famiglie hanno dovuto comprimere le spese ritenute «superflue», vale a dire quelle per il tempo libero, per le attività culturali e per quelle sportive; il 39% delle famiglie che si è dichiarata in difficoltà nel pagare le bollette ha dovuto ridurre anche spese basilari come quelle sanitarie.

Abitudini

E come spesso accade, ad essere più colpiti di tutti sono giovani e anziani: «Per un pensionato come me non così è semplice - racconta un uomo sulla settantina -, specialmente se ci viviamo in due». Seguendo un drammatico filo conduttore, le risposte con lo scontrino in mano sembrano assomigliarsi tutte: «Ormai il carrello non lo riempi più», dice qualche minuto dopo un altro pensionato sconsolato.

L’allarme era già stato lanciato alcuni mesi fa da Coldiretti:più di un italiano su due (il 51%) ha tagliato la spesa nel carrello, mentre il 18% ha ridotto la qualità dei prodotti acquistati. Un grido rimasto pressoché inascoltato ma che nelle prossime settimane potrebbe diventare assordante. Secondo le associazioni dei consumatori gli alimentari non lavorati sono cresciuti dell’8%, quelli lavorati del 15%, con un 12,8% di spesa in più al consumo su base tendenziale su prodotti alimentari e bevande analcoliche. Tradotto: il carrello della spesa è ad oltre il 12,2%. Per trovare i prezzi più bassi, gli italiani sono disposti anche a cambiare abitudini, come andare in un punto vendita diverso dal solito alla ricerca di offerte e promozioni. Lo confermano le voci dei consumatori bresciani incontrati: «L’unica via è la caccia all’offerta», «ormai faccio il via vai tra i supermercati più convenienti», «la crisi si affronta comprando meno e mangiando meno». Una frase, quest’ultima, che ricorre e che dovrebbe far rabbrividire.

Altroconsumo, d’altronde, definisce quella attuale «una situazione insostenibile che finisce per impattare gravemente sul potere d’acquisto, specie per quelle famiglie con un reddito medio-basso». Nel confronto annuo l’inflazione aumenta di oltre il 10% e le previsioni non sono ottimistiche: secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori tra spesa, trasporti, costi bancari, assicurazioni, scuole e comunicazioni le spese per le famiglie italiane cresceranno di oltre 2mila 300 euro annui. E la qualità della vita continua a calare.

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