Economia

L’inflazione rallenta a gennaio al 9,6%: Brescia nella top ten delle città più care

Per l’Unione consumatori il rincaro medio di una famiglia bresciana è di 2.531 euro l’anno
INFLAZIONE SOTTO IL 10%
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Scende l’inflazione a Brescia come nel resto d’Italia. Il tasso congiunturale, segnalato dal settore Statistica del Comune di Brescia, si ferma a +0,1% e il tasso tendenziale scende a +9,6% (dal 10,9%). Il dato è inferiore a quello nazionale che è del 10%.

L'Istat conferma il «netto rallentamento» dei prezzi al consumo, che a dicembre scorso avevano segnato a livello nazionale +11,6% annuo, dopo il picco di +11,8% raggiunto a ottobre e novembre. Su base mensile l'aumento si ferma allo 0,1% (+0,2% la stima preliminare). Rallenta la corsa anche il carrello della spesa: la dinamica dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, si attesta infatti a +12% dal +12,6% del mese precedente (+12,2% la stima).

Caro-vita a Brescia

Le famiglie continuano a subire l'impatto del caro-vita e la stangata sui portafogli è ancora pesante soprattutto a Brescia che risulta essere tra le prime dieci città più care d'Italia. La Leonessa si trova infatti in decima posizione nella classifica stilata dall'Unione Nazionale Consumatori sulla base dei dati Istat relativi all'inflazione di gennaio nei capoluoghi di regione e comuni con più di 150mila abitanti.

I rincari

A Brescia l’inflazione è pari a +9,6%. La nostra città mette a segno un rincaro medio per famiglia di 2.531 euro, che sale a 3.041 per una famiglia di 3 persone. In testa alla top ten troviamo invece Bolzano, dove l'inflazione è pari a +10,4% e si traduce nella maggior spesa aggiuntiva, equivalente, in media, a 2.764 euro su base annua, 3.647 euro per una famiglia di 3 persone. Al secondo posto Milano, dove il rialzo dei prezzi del 10,8% e l'incremento di spesa annuo di 2.932 euro per una famiglia tipo (+3.505 euro per una famiglia di 3 componenti), seguita da Genova che con +11,8%, la seconda maggiore inflazione, ha una spesa supplementare pari a 2.572 euro annui per una famiglia media da 2,3 componenti, ma che arriva a 3.320 euro per una da tre. Al quarto posto Modena (+10,9%, +3.319 euro), poi Trento (+10%, +3.317 euro), Ravenna (+10,8%, +3.289 euro), al settimo posto Catania, la città d'Italia con inflazione più alta, +12,6%, con una stangata da 3.152 euro, in media +2.501 euro. Seguono Bologna (+9,8%, +3061 euro) e Perugia (+10,9%, 3051 euro). Chiude la top ten - appunto - Brescia, mentre la città più virtuosa è Potenza, con un'inflazione del 7,5% e una spesa aggiuntiva per una famiglia media da 2,3 componenti pari a «solo» 1.481 euro, che arriva a 1.613 euro per una di 3 persone.

Gli incrementi

Guardando al solo nostro Comune, si nota come nel mese di gennaio la crescita dell’inflazione rallenti, con il tasso congiunturale a +0,1% e quello tendenziale appunto a +9,6%. L'incremento congiunturale di questo mese è determinato soprattutto dall'aumento di «Servizi ricettivi e ristorazione» (+1,4%), «Comunicazioni» (+1,3%) e «Mobili, articoli e servizi per la casa» (+1,3%), seguiti da «Trasporti» (+0,8%), «Ricreazione, spettacoli e cultura» (+0,6%), «Abbigliamento e calzature» (+0,6%), «Bevande alcoliche e tabacchi» (+0,6%), «Prodotti alimentari e bevande analcoliche» (+0,6%).

È in diminuzione la variazione congiunturale di «Abitazione, acqua, elettricità e combustibili» (-4,8%) e rimane ferma l’«Istruzione». Su base tendenziale aumentano le voci «Abitazione, acqua, elettricità e combustibili» (+34,1%) e «Prodotti alimentari e bevande analcoliche» (+10,4%).

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