Gessi, dopo il caso Wte la Lombardia avvia il tracciamento

Quell’aggiornamento normativo sta subendo «l’attesa romana» da troppo tempo. Cinque anni e un disastro ambientale più tardi (il caso Wte, che vede potenzialmente infestato da sostanze inquinanti mezzo Stivale oltre che una trentina di Comuni bresciani), la Lombardia decide di pensarci da sola. E anticipa l’approvazione del disegno di legge per il controllo, il monitoraggio e la tracciabilità dei gessi di defecazione da fanghi utilizzati in agricoltura.
Il provvedimento ha incassato ieri l’imprimatur della Giunta regionale e si prepara a ricevere la fumata bianca definitiva in occasione dell’assestamento di bilancio, in programma nell’Aula del Pirellone dal 26 e al 28 luglio. Da quel momento, scatterà la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ma, soprattutto, si metterà in moto il nuovo meccanismo che vedrà protagonista la Provincia: in quanto autorità competente in materia ambientale, infatti, gli uffici di casa a Palazzo Broletto dovranno passare in rassegna tutte le autorizzazioni per la produzione di fertilizzanti, incluse quelle in essere, «al fine di riesaminare gli atti e adeguarli alle nuove disposizioni». Tutto questo entro 180 giorni, ovvero entro sei mesi, così da rendere efficaci le nuove regole entro il 1° febbraio 2022. Questo - si legge - «per prevenire fenomeni di inquinamento ambientale, nonché a tutela della salute e in applicazione al principio di precauzione ambientale» per arginare «potenziali abusi».
In sostanza, il provvedimento prevede che la Giunta regionale possa ulteriormente estendere aspetti della disciplina sui fanghi in agricoltura ai gessi da defecazione e gessi da defecazione da fanghi e carbonati, laddove prodotti utilizzando fanghi da depurazione. La firma del progetto è degli assessori regionali all’Agricoltura, Fabio Rolfi, e all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, che spiegano: «La Regione va a colmare una lacuna nazionale.Il decreto che ha introdotto il gesso tra i fertilizzanti consentiti è del 2016 e riportava la necessità di un aggiornamento per l’uso in agricoltura. Intervento che non si è ancora concretizzato. Questa norma consentirà di inquadrare il loro utilizzo nel sistema di controllo per la corretta applicazione della Direttiva Nitrati e introduce le sanzioni». Aggiunge Rolfi: «Per completare il percorso serve una forte implementazione tecnologica nell’attività agricola, volta a favorire l’uso di iniettori che abbattono le emissioni in atmosfera e di biodigestori per trasformare il problema in risorsa». Quale la proposta? Riconoscere il digestato come fertilizzante. «Questo - conclude l’assessore - consentirebbe di avere un’alternativa green a fanghi e gessi».
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