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Grazie a nonna Cichina gli asini del palio di Novagli diventano peluche

Giulia Bornardi
La quasi novantenne Francesca Filippini ne cuce dei colori delle contrade per i bimbi e per la pesca di beneficenza della parrocchia
Gli asinelli di peluche - © www.giornaledibrescia.it
Gli asinelli di peluche - © www.giornaledibrescia.it
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Al Palio di Novagli, gli asinelli sono anche di peluche e rientrano tra i premi ambiti della pesca di beneficenza a favore della parrocchia. Questo grazie all’abilità della quasi novantenne Francesca Filippini, alias «Nonna Cichina», che il palio l’ha visto nascere e che da sempre fa parte del gruppo di volontari che organizza la Sagra parrocchiale di San Lorenzo, di cui la sfida tra contrade, in programma domenica 3 agosto, fa parte.

Le mascotte

Gli asinelli di peluche li cuce «Nonna Cichina»: ogni anno, un mesetto prima della manifestazione, si mette all’opera e avvia la sua produzione. La realizzazione è super partes, ossia gli asinelli sono dei colori di tutte le contrade: ne realizza alcuni rossi, come la squadra di Novagli Sera, alcuni gialli, come Novagli Mattina, altri blu, come Trivellini, e altri ancora verdi, come Novagli Campagna.

Le origini

Le origini di questo suo impegno hanno radici nella passione per il cucito e nell’economia domestica: «Era il 1980 quando, su una rivista di cucito, vidi l’annuncio di impiego pubblicato da un’azienda che cercava lavoratrici domestiche per cucire peluches: decisi di provarci dato che, lavorando solo mio marito, un’entrata in più ci avrebbe fatto molto comodo con 5 figli – ci racconta la Cichina –. La ditta mi mandò i modelli di vari animaletti, tra i quali gli asinelli, appunto. Alla fine, quest’impiego, tra stoffa, imbottitura, spedizione e tempo, non risultò tanto conveniente, quindi non lo feci più, però mi rimasero i cartamodelli che erano davvero belli.

Nonna Cichina - © www.giornaledibrescia.it
Nonna Cichina - © www.giornaledibrescia.it

Ecco che, siccome mi è sempre piaciuto cucire, più avanti ho pensato di fare gli asinelli di Novagli con i colori delle contrade». Hanno riscosso un gran successo: «Alcuni me li richiedono direttamente per i bambini, altri li porto alla pesca come premio – spiega –. In realtà quest’anno avevo quasi deciso di smettere, pensando che la gente fosse stufa dei miei asinelli. Invece mi sono arrivate ancora richieste e quindi ne ho cuciti alcuni; ho fatto pure i cuccioli degli asinelli e anche i cagnolini da guardia. Naturalmente, per me, è volontariato».

Il ricavato

Il ricavato va alla parrocchia di Novagli come, del resto, il ricavato delle altre attività della sagra (che inizia venerdì primo agosto) nell’ambito della quale Nonna Cichina è sempre stata attiva. «Mi ricordo che all’inizio arrostivo le patatine; poi sono entrata a far parte del gruppo che faceva le tagliatelle a mano, quando ancora le regole lo permettevano; adesso aiuto la pesca di beneficenza».

Il legame

Cichina riavvolge il nastro dei ricordi narrandoci, assieme al figlio Romeo Berlato, com’era il Palio una volta:«Quando è partito attraversava le varie contrade, come una sfilata – ci raccontano, narrando l’affetto che i contradaioli provano per gli asinelli (quelli veri!) –. Adesso è cambiato, ma ciò che resta sempre è il legame con la nostra tradizione». Un legame «cucito» anche grazie all’impegno dei tanti volontari che si mobilitano per la sagra, come Cichina.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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