A Brescia non solo il Palio dell’Oca: da Mura a Chiari, tutte le storie

È dal Medioevo che in Italia esiste il «palio» inteso come competizione tra concorrenti. In realtà il palio vero e proprio era originariamente il drappo che veniva assegnato ai vincitori delle gare equestri, in latino il «pallium», il «mantello». Al di là delle sottigliezze linguistiche, la storia di queste competizioni è piuttosto curiosa: anche Brescia e la sua provincia hanno una lunga tradizione di palii (si dice così al plurale), e non tutti coinvolgono gli animali, come si è portati a pensare d’istinto.
Il periodo d’oro del palio a Brescia
Gli anni ’80, fino ai primi ’90, sono il loro periodo d’oro. È a cavallo di questi due decenni che le gare tra contrade e rioni hanno ripreso piede anche nel Bresciano, spesso resistendo fino ad oggi e spesso ricalcando lo stesso programma (competizione, spettacoli pirotecnici e stand gastronomici).
Probabilmente a renderle così longeve e partecipate è l’innata natura competitiva dell’essere umano, insieme all’allettante senso di appartenenza e inclusione che lo smistamento in vie, contrade o rioni provoca nelle persone. Ma c’entrano anche la tradizione, l’amore per la storia e il rispetto delle consuetudini territoriali.
Dal palio dell’amicizia a quello dell'uva
Un tempo c’erano palii di tutti i tipi. Il palio dell’amicizia, il palio del Chiaretto, il palio degli anziani (ospitato a Pralboino dal 1990), il palio della briscola, il palio “dei Santi locali”, quello dell’uva… Oggi ne resistono almeno dieci in provincia (ma sono molti di più, se includiamo quelli minori e quelli che hanno saltato qualche edizione, tornando dopo qualche anno e poi sparendo di nuovo).
Alcuni hanno festeggiato compleanni importanti. Come quello di Polaveno, che esiste dal 1989 e che da trentacinque anni, puntuale a fine luglio, fa tirare fuori dagli armadi del paese le divise rosse, arancioni, verdi, azzurre e gialle.
Il Palio dell’Oca di Polaveno
In Valtrompia a resistere strenuamente e ad attirare sempre un pubblico numerosissimo (anche nonostante le proteste di diversi gruppi animalisti e di persone sensibili al tema) è appunto il Palio dell’Oca di Polaveno, che come il Palio di Siena fa gareggiare degli animali in nome delle contrade.
Il palio è inserito in un programma settimanale di festeggiamenti tipici di una sagra (dedicata a Sant’Anna e San Nicola), nel quale sono previste anche altre competizioni tra frazioni e fuochi d’artificio. Il momento clou è però la serata del palio vero e proprio, durante la quale cinque persone (una per contrada) cercano di portare gloria alla propria comunità attraverso una gara di corsa per oche.
I fantini qui si chiamano ochieri e ochiere, ocaioli o ocaiole: sono loro a guidare con dei lunghi e sottili bastoni gli animali lungo il percorso designato (senza colpirli: solo facendo rumore e battendo l’asfalto), che va dal castello al campo sportivo. In gioco ci sono Contrada Castello (vincitrice delle ultime edizioni grazie all’ocaiolo Flavio Mingardi), Contrada La Valle, Contrada La Sorgente, Contrada La Fontana e Contrada degli Azzurri (Zoadello).
Anche a Calvisano c’è una corsa delle oche durante i festeggiamenti del paese, ma non si tratta di un vero e proprio palio e gli animali vengono guidati solo con corpo e voce, senza bastoni.
Il Palio degli Asini di Novagli
Più simile a un Palio di Siena (in miniatura) è l’ancor più longevo Palio degli Asini di Novagli, frazione di Montichiari. Esiste dal 1980 e in realtà i fantini e le fantine delle quattro contrade (Trivellini, Mattina, Campagna e Sera) gareggiano su piccoli calessi in un circuito allestito in piazza Don Melchiorri, e non direttamente in sella agli asini. Lo fanno solo dopo avere ricevuto – fantini ed equini – la benedizione durante la messa di inizio sagra: il palio è infatti inserito nel programma di quella di San Lorenzo.
Al palio si arriva con tanto allenamento (degli asini, oltre che dei fantini) e si viene ammessi dopo la valutazione delle misure del ciuco. La preparazione adeguata è fondamentale e comincia diversi mesi prima della corsa. Ma può capitare che entrino in gioco sostituti dell’ultimo minuto – meno allenati – a causa di problemi tecnici. È accaduto per esempio durante una delle ultime edizioni: la contrada di Sera ha dovuto ripiegare su un animale diverso da quello inizialmente scelto e allenato per ben due volte, con buona pace dei partecipanti.
Questo palio è davvero molto sentito: nel 2022, quando per reclamizzarlo gli organizzatori inscenarono il furto delle sagome degli asinelli simbolo della competizione, si scatenarono un putiferio e una serie di appelli.
Il Palio degli Asini di Mura
Gli asini vengono allenati con dedizione anche a Mura, in Valle Sabbia: sono quasi trent’anni che si disputa il Palio degli Asini, sempre nel giorno di Ferragosto, che coincide con il culmine della festa patronale dell’Assunta. Anche qui il primo appuntamento è con la benedizione di fantini, fantine, animali e stendardo (il “palio” per il vincitore) durante la messa solenne.
I quattro asini in gara rappresentano quattro contrade dai nomi stavolta inusuali (Gladiatori, Bronx, Pellicani e Fragola): l’anello di gara prevede dieci giri del campo da calcio del campo sportivo del paese e in questo caso i fantini cavalcano i ciuchini direttamente sulla schiena. Anche per questo motivo a Mura nel corso degli anni ci sono stati diversi incidenti: sono numerose le edizioni nelle quali gli asini sono arrivati al traguardo senza il fantino, dopo averlo disarcionato.
Ci sono anche una sfilata medievale con re, regine, paggi, popolani e sbandieratori e un sempreverde spettacolo pirotecnico. Tutto avviene da quasi trent’anni, da quando un gruppo di ragazzi del paese pensò di istituire il palio. Un tempo gli asini venivano portati in paese una settimana prima della competizione, quando i fondatori si recavano a Montichiari in cerca dei ciuchini giusti. Li collocavano poi presso una cascina di un agricoltore della zona, e terminato il palio li restituivano a Montichiari.
Esistono tuttavia anche palii che non prevedono il coinvolgimento di animali. Come per esempio il Palio di San Lorenzo di Pozzolengo (quello delle pastasciutte), oppure lo storico Palio delle Quadre di Chiari.
Il Palio delle Quadre di Chiari
Sono 46 anni che a Chiari si disputa il Palio delle Quadre che mette in competizione le contrade di Cortezzano, Marengo, Villatico e Zeveto.
Come di consueto, il Palio è inserito in un evento di più giorni nel quale trovano spazio appuntamenti gastronomici e culturali (negli anni si è tenuta per esempio anche una mostra artistica a cielo aperto), ma il cuore della manifestazione è la storica staffetta podistica per le vie del centro in programma il sabato sera (il Palio delle Quadre avviene sempre i primi giorni di settembre).
Ogni contrada, a partire dal lunedì precedente la Disputa, organizza stand ed eventi nel proprio perimetro. E anche qui non manca la sfilata storica con gli stendardi delle contrade portati per le strade del paese. Ci sono poi la presentazione delle società sportive di Chiari durante l'apertura della settimana, concerti e spettacoli teatrali, ma soprattutto una sentita gara di salto con l’asta al centro della piazza (che nel 2023 portò al record assoluto nazionale femminile, con Roberta Bruni a 4.73).
Il Palio dei Quartieri di Ghedi, dopo 40 anni
Ufficialmente è alla prima edizione, ma il Palio dei Quartieri di Ghedi ha in realtà una lunga tradizione: semplicemente, era andato perdendosi per 40 anni, per tornare nel 2024 e per testimoniare così il sempre vivo interesse nei confronti delle gare intra-comunali e per le sagre tradizionali.
Basgiolina, Belvedere, Cascine, Solefiorito, Cave, Cherubietti, Campagnola, Santa Maria: queste le contrade che il 15 settembre 2024 si sfideranno nelle sempreverdi corsa con i sacchi e con le carriole, gimkana, corsa coi sacchi e compagnia bella.

Il Palio del Drago a Sulzano
Particolare per soggetto e per cadenza è il Palio del Drago a Sulzano, che viene organizzato nell’ambito della festa di San Giorgio e che ha luogo ogni cinque anni. L’ultima edizione si è svolta nel 2024, la penultima nel 2019.
Per l’occasione, il centro storico della cittadina sul Lago d’Iseo viene allestito con i colori delle cinque contrade in competizione e addobbato riccamente con fiori di carta.
Sifde, giochi, stand gastronomici… Il momento più atteso (oltre alla giostra dei cavalieri) è quello della sfilata in costumi medievali.
La giostra di Brescia
La stessa Brescia per qualche tempo ha avuto un palio piuttosto rinomato. Il palio cavalleresco medievale in Piazza della Loggia si è tenuto fino agli anni pre-Covid.
Si trattava della rievocazione storica dell'arrivo a Brescia di Caterina Cornaro, regina di Cipro, Gerusalemme, Armenia e signora di Asolo, nel 1497.
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