Calcio

Brescia Calcio, tutte le facce di un primato

Rondinelle in vetta con le reti più «vecchie» e quelle nei finali oltre alla cooperativa del gol e il saldo punti primi-secondi tempi
Rodrigo Palacio circondato dai compagni: la sua splendida doppietta ha steso l’Ascoli
Rodrigo Palacio circondato dai compagni: la sua splendida doppietta ha steso l’Ascoli
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Goditi potere e bellezza della gioventù...ma goditi pure quello dell’esperienza. Mettili insieme, shakera aggiungendo una bella dose di coraggio, metti un goccio di follia e di rapporti da mal di testa presidente-allenatore et voilà: ecco servita una realtà che ha più sfaccettature di un diamante e dentro il quale si specchia un primato ripieno di tanti altri primati. Tenero è stato il tardo pomeriggio di mercoledì: un feriale che ha avuto parecchio sapore di festivo. È stato bello riabbracciare un Brescia vincente (anche) in casa, ma ancora di più lo è stato ritrovarlo convincente e ancor prima convinto di se stesso con i freni inibitori finalmente disinseriti.

Il primato del Brescia più bello

Opinione questa volta davvero di tutti e senza eccezioni: quello che abbiamo ammirato è stato il Brescia più bello dello stagione che se doveva scegliere un giorno migliore di altri per ritrovare quella cima sulla quale il Brescia non si inerpicava dall’1 dicembre scorso, post blitz a Parma, l’ha trovato. Perché appunto lo ha fatto coincidere con la versione più bella di sé. E anche dell’allenatore: è stata la mano di Pippo. La testa ora vale ancora quel che vale in senso assoluto, ma il valore intrinseco della risposta di metà settimana è inestimabile: la pesantezza della prestazione e della vittoria per scacciare la pesantezza di un clima disfunzionale che ora per davvero avrebbe bisogno di sostenibile leggerezza figlia dell’essere sempre più padroni del proprio destino. Preso per mano da un signore di mezz’età che ha firmato la doppietta che è diventata la più «anziana» di sempre tra serie A e serie B perché Rodrigo Palacio, l’ha firmata a 40 anni e 18 giorni.

Filippo Inzaghi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Filippo Inzaghi - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it

Palacio, leader silenzioso

Il leader silenzioso, il re assoluto della privacy (qualcuno sapeva che da qualche giorno è ri-diventato padre?), colui che parla con gli occhi e con l’esempio, ha sempre saputo di essere (ingiustificatamente) il pomo della perenne discordia Cellino-Inzaghi, ma non ha mai fatto una piegaLa risposta l’ha data sempre e solo alla sua maniera: sul campo. Dove Inzaghi lo schiera, quando lo schiera, non per gusto della sfida al presidente, ma perché se lo sente dentro. Insieme a tutte le altre scelte che dal post esonero-non esonero, è tornato a compiere in totale autonomia. E dal secondo tempo con l’Alessandria, è stato un crescendo fino al top toccato con l’Ascoli: un distillato di sostanza e, finalmente, qualità applicata e incanalata in un sistema. «Vorrei che la mia squadra facesse paura a tutti» disse Inzaghi a inizio campionato.

Il leader silenzioso del gruppo, Rodrigo Palacio
Il leader silenzioso del gruppo, Rodrigo Palacio

Padronanza

Da un po’ il Brescia fa paura, ma da mercoledì un po’ di più: tutto il potenziale è stato espresso senza indugi. Come mai prima d’ora, come nemmeno nelle precedenti più belle vittorie sinceramente. Un Brescia così dominante mancava e quello che adesso è un dominio anche «territoriale» in classifica, è un insieme di tanti piccoli-grandi altri primati. Abbiamo già ricordato della doppietta da record di anzianità. Altro record, è naturalmente quello delle nove vittorie esterne (primato della categoria). E ancora: in gol sono andati 15 giocatori diversi e nessun altro vanta una simile cooperativa delle marcature. C’è un altro primato poi che è indice della capacità di resistenza della squadra: sono 11 le reti segnate tra il 76° e il 90°. E non a caso, quasi di conseguenza, il Brescia è anche la squadra con la più alta differenza di punti conquistati tra primo e secondo tempo: addirittura 10. E adesso? Tutti a Como.

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