Tifosi al Rigamonti: incredulità e fiducia, si prova a guardare avanti

«Il Brescia siamo noi». È con questa consapevolezza che i tifosi hanno lasciato questa sera, poco prima delle 22, lo stadio Rigamonti, dove si sono ritrovati chiamati a raccolta dalla Curva Nord nel giorno più triste della storia delle rondinelle. Lo spettro del fallimento si è materializzato col passare delle ore, nella giornata più buia per il calcio bresciano, lasciando stordito e affranto il popolo biancoblù.
Le sensazioni
Prima della tristezza, a predominare per molti era lo sconcerto, l’incredulità rispetto ad un evento in fondo del tutto inatteso. All’appello hanno risposto circa 500 tifosi, che hanno voluto ascoltare dalla voce dei capi ultrà gli ultimi aggiornamenti e le prospettive future. Oltre allo sconforto per le sorti della società, si respirava anche una certa fiducia rispetto alle interlocuzioni avviate già nel pomeriggio, che porteranno a palazzo Loggia gli imprenditori delle tre squadre di serie C, FeralpiSalò, Lumezzane e Ospitaletto, i presidenti Giuseppe Pasini, Lodovico Camozzi e Giuseppe Taini.
Speranza
La speranza dei sostenitori delle rondinelle è che il Brescia, anche se con un nome nuovo (è stato ipotizzato «Brixia 2025»), possa ricominciare il campionato comunque in una categoria di professionisti. Cruciale, però, rimane il tema dei colori della squadra. I tifosi non sembrano disposti a rinunciare al bianco e al blu, e qualora davvero si materializzasse un accordo e si riuscisse ad acquistare il titolo sportivo di un club di serie C, su questo aspetto non ci sarebbe trattativa.
L’incontro
I capi del tifo organizzato hanno annunciato già per domani un incontro con alcuni mediatori che da mesi stanno cercando di salvare le sorti della società e hanno assicurato che continueranno in prima persona le interlocuzioni. Durante l’incontro è stato ripercorso il rapporto tra la curva e Massimo Cellino, caratterizzato da tensioni crescenti e accese proteste. La tifoseria organizzata ha intonato cori contro il presidente, ritenuto «l’unico e solo responsabile di questa disfatta. Te ne devi andare, non pensare di rimanere in questa città – è stato detto – perché non te lo permetteremo».

Durante l’incontro, alcuni tifosi hanno urlato il nome di Camozzi, altri di Pasini. «Nessun pregiudizio contro chiunque verrà dopo – hanno concluso i capi della curva –. Applaudiremo chi farà bene e criticheremo le scelte che non condividiamo. Nessuna contestazione se ci sarà chiarezza e onestà nella gestione della squadra». Prima di lasciare il Rigamonti i tifosi hanno sfilato intorno allo stadio, acceso qualche fumogeno e intonato i loro cori.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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