Brescia-Parma è una lunga storia di incroci e connessioni

E pensare che tra il 1991 e la fine degli Anni Dieci del nuovo millennio esisteva un Brescia Club Fidenza. In provincia di Parma. Contava diciotto iscritti, tra parmensi e piacentini. Nonostante le squadre delle rispettive terre - in quegli anni - viaggiassero come le rondinelle, se non meglio. Dopodomani, al Rigamonti, arrivano i ducali. Su una strada lunga poco più di 115 chilometri, percorribile in un’ora e venti minuti, è stato un via-vai di incroci, uomini chiave, figure anche storiche. Tra questi c’è chi, mancando quel viaggio, trovò un destino assurdo: il 23 gennaio 2002 Vittorio Mero (che fece parte della squadra emiliana nel 1992-1993), squalificato per la gara di Coppa Italia al Tardini, morì sulla A4, nel Bresciano.
Uomini chiave
Nell’agosto dello stesso anno Emanuele Filippini, bresciano doc, sempre considerato «inscindibile» dalla propria città, dalle rondinelle e dal gemello Antonio, accettò l’offerta del Parma. Un passaggio di mercato che non mancò di generare una certa quota di scalpore e stupore. Compirono lo stesso tragitto, sempre nel 2002, anche altri due bresciani, gioielli del club biancoblù, che avrebbero poi intrapreso carriere di successo: Aimo Diana e Daniele Bonera. L’uomo copertina nella lista degli ex (tra i giocatori, oggi, c’è Andrea Rispoli) non può che essere Beppe Iachini, ora alla guida dei gialloblù, e allenatore del Brescia da promozione (via play off) nel 2009-2010, nonché nel fosco, successivo anno in A. È la seconda volta che il marchigiano torna da avversario a Mompiano. Non accadeva da un Brescia-Palermo del 5 ottobre 2013 (1-1, gol di Caracciolo e Belotti). Insieme all’Airone, anche nel Brescia di Iachini avevano giocato i centrocampisti Alessandro Budel e Nicolas Cordova, entrambi arrivati in biancoblù dal Parma - con la formula della compartecipazione - nel gennaio del 2010. Pedine determinanti per il salto di qualità di quelle rondinelle, fino al passaggio di categoria.

Il dirigente
È bresciano ed ex dirigente della Leonessa anche Mauro Pederzoli, oggi direttore sportivo degli emiliani. Nel Brescia ricoprì inizialmente la carica di addetto stampa, per poi diventare direttore sportivo nei primi anni Duemila, nell’era Baggio. Pederzoli - che ha girato il mondo formandosi a tutto tondo, e che era stato anche diesse nel Cagliari di Cellino - è arrivato nella società gialloblù la scorsa estate. Contestualmente, Filippo Galli ha assunto il ruolo di responsabile del settore giovanile parmense. Quest’ultimo arrivò al Brescia trentacinquenne, nel 1998, dopo una vita nel Milan delle stelle degli Ottanta e Novanta, e una parentesi alla Reggiana. Alla nostra città è sempre rimasto estremamente legato. Di lui si hanno solo ricordi dolci. Dopo la prima stagione di assestamento (in panchina c’era Silvio Baldini, che avrebbe successivamente avuto una breve esperienza alla guida del Parma), fu leader nella promozione targata Sonetti e uomo di grande esperienza nel gruppo biancoblù che, nel 2000-2001, raggiunse l’ottavo posto nella massima categoria (record societario, fin qui).

Altre pagine
Nell’organigramma ducale c’è poi il segretario generale Diego Della Corte, che ha già ricoperto la medesima carica nel Brescia di Cellino. Ma pure Alessandro Lucarelli, direttore dell’area prestiti, ma soprattutto difensore degli emiliani per un decennio (2008-2018). Il fratello minore del centravanti Cristiano - livornese come Jonathan Bachini, doppio ex -, che giocò due gare di Intertoto con le rondinelle nell’estate del 2003, fu anche «parafulmine» tra spogliatoio, piazza e società nel travagliatissimo 2015, anno in cui diventò per un breve periodo presidente Giampietro Manenti, figura beckettiana che poco prima si era avvicinata pure al Brescia di Corioni. La comparsa di mister Mapi Group a Parma fu di poco successiva alla fine dell’era-Ghirardi. L’imprenditore bresciano - amico di Massimo Cellino - era stato protagonista del piccolo miracolo calcistico del Carpenedolo, che portò in qualità di presidente dalla Terza categoria alla serie C2 (e a un passo dalla C1). Poi, l’acquisto del Parma nel 2007, la cessione delle quote alla cipriota Dastraso nel 2014, il successivo fallimento del club e le note vicende con la giustizia. In mezzo, tanta serie A e una parentesi in B. Legato alla nostra città è infine Daniele Zoratto, ex centrocampista, oggi ct dell’Italia Under 16. Vestì la maglia con la V bianca tra il 1983 e il 1989 e fu allenatore delle giovanili (1997-2002). A Parma, però, ha vissuto la parte più importante della propria carriera (1989-1994): una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Uefa.
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