La prima Mille Miglia tra emozioni, dediche e notti in bianco

Vista dalla tv, ascoltata dai racconti dei parenti, letta sulle pagine dei giornali. Ma farla davvero, in prima persona, è un’altra cosa. Partecipare alla Mille Miglia per chi ama le auto è un sogno che si avvera.
Emozioni
«Per gli americani che si iscrivono è davvero la gara più bella del mondo e nemmeno immaginate cosa provano quando la corrono e cosa sono pronti a fare e a pagare pur di esserci» racconta Massimo Bettinsoli, che con la sua Brescia Classic cars ha 15 auto in gara.

Non importa se poi guidano auto ultraottantenni come se avessero il cambio automatico, l’importante è esserci. Gli stranieri letteralmente impazziscono per l’Italia e solo dopo anche per le vetture. Per gli italiani – mai davvero fino in fondo patriottici – l’odore della benzina e l’adrenalina della guida vincono sul paesaggio.
Esordienti
E ieri da Bologna a Roma, passando per i passi della Futa e della Raticosa, lungo 470 chilometri le immagini da cartolina non sono mancate. La prima volta poi non si può scordare e quest’anno sono una quarantina gli equipaggi che brindano all’esordio.
Tutto è diverso da come uno se lo può immaginare. E in tempo di maturità «ammetto che la notte prima della partenza non ho dormito per l’agitazione proprio come prima dell’esame» racconta Alessandro Ambrosetti. «Mio padre ha sempre avuto il sogno di correre la gara con me ma purtroppo – prosegue il giovane bresciano di Palazzolo – papà è morto nel 2010. Questo splendido viaggio lo dedico a lui».
La Mille Miglia spesso rappresenta un ponte generazionale o un passaggio di testimone, con il genitore che lascia auto e passione nelle mani del figlio. «Mio padre è un veterano e ne ha fatte 15. Ora tocca a me e sono felicissimo» le parole di Luca Bordogna, che in verità c’era già cinque anni fa. «Questa la considero però la mia prima Mille Miglia perché l’avevo fatta già nel 2020 ma era l’edizione del Covid ed è stato tutto molto triste».
Passione
Prima al volante anche per Alberto Cassina, 19 anni e tra i più giovani iscritti. «L’ho fatta altre volte come assistente, ma così è un’altra vita. È più rilassante perché devi solo pensare a correre e al resto ci pensano gli altri» dice il giovane in gara con il padre, «quando il gioco si fa duro intervengo io» assicura il genitore alla quinta partecipazione, su una Fiat 500 barchetta costruita a Brescia nel 1948.
Viene invece parcheggiata in un garage all’ombra del Cidneo, ma solo d’estate, la vettura di Mark Manton e Michael Guy, inglesi al battesimo della Freccia Rossa. «Almeno una volta nella vita bisogna farla. È fantastica. Che cosa ci piace di più? La gente e poi ovviamente l’Italia. Entrati a Siena abbiamo detto: «Wow, ma siamo in paradiso?».

Verso la storia
Per Vesco e Salvinelli il paradiso sarebbe portare a casa la quinta Mille Miglia di fila in coppia. E la coppia bresciana anche ieri ha dettato i ritmi fino a Roma.
Davanti alla coppia argentina Erejomovich-Llanos, terzi Belometti-Ricca, distanti quasi mille punti dalla coppia al comando. «Numeri da marziani quelli di Vesco» ripetono gli appassionati auto storiche a seguito della corsa. I bresciani vogliono scrivere la storia, altri, a partire dalla tappa di oggi Roma-Cervia, non vorrebbero limitarsi a leggerla.
La classifica parziale
- Vesco Andrea – Salvinelli Fabio (7.908 punti)
- Erejomovich D.Andres – Llanos Gustavo (-630)
- Belometti Andrea Luigi – Ricca Cristian (-833)
- Turelli Lorenzo – Turelli Mario, (-1048)
- Tonconogy Juan – Ruffini Barbara (-1319)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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