Verifiche a casa solo con accesso agli atti e pagamento: caos a Brescia

La dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Nord 2 vieta di portare lontano da scuola le prove: «Sono atti amministrativi». Interessati 1.600 studenti
Un bambino a scuola - © www.giornaledibrescia.it
Un bambino a scuola - © www.giornaledibrescia.it
AA

Richiedere accesso agli atti e, nel caso di parere favorevole, pagare per poter visionare i compiti in classe dei propri figli e non limitarsi al voto pubblicato sul registro online.

È la situazione paradossale in cui si trovano circa 1600 famiglie bresciane. Quelle che hanno bambini e ragazzini iscritti nelle scuole dell’Istituto comprensivo Nord 2 in città e quindi le primarie Sauro, Arici, Alighieri e Quasimodo e le secondarie Virgilio e Pirandello. Lo ha deciso la dirigente scolastica creando non pochi malumori e aprendo un dibattito che rischia dalle chat dei genitori e dalle riunioni del consiglio d’istituto rischia addirittura di finire a carte bollate, come minacciato da alcuni genitori.

La comunicazione

«Si conferma che gli elaborati scritti degli alunni (verifiche, compiti in classe, ecc.) sono atti amministrativi e devono essere conservati in originale presso la sede istituzionale. Non è consentito dalle norme l'invio degli atti amministrativi originali a casa degli alunni, in quanto la loro custodia in originale è richiesta dai principi di integrità, autenticità e conservazione degli atti amministrativi» scrive in una circolare datata 25 ottobre e che rischia di esser un clamoroso unicum nel panorama della scuola.

La scuola primaria «Nazario Sauro» dell’Istituto comprensivo Nord 2 - © www.giornaledibrescia.it
La scuola primaria «Nazario Sauro» dell’Istituto comprensivo Nord 2 - © www.giornaledibrescia.it

Tradotto: le famiglie devono presentare una domanda ufficiale per controllare le verifiche dei ragazzi. Vale anche per «gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (PEI/PDP) per i quali l'esigenza di ricevere copia delle verifiche può essere inserita e deliberata all'interno del Piano Educativo Individualizzato o del Piano Didattico Personalizzato . Si pregano comunque i genitori, anche in questo caso, di formalizzare sempre la richiesta di accesso agli atti tramite apposito modulo, al fine di consentire a codesta PA di ottemperare all'obbligo di compilare il registro degli accessi per la corretta tracciabilità degli atti amministrativi».

La dirigente precisa che «al fine di snellire le procedure e venire incontro alle famiglie che necessitano di un monitoraggio costante del percorso scolastico del proprio figlio/a (scrive proprio così, ndr) le famiglie potranno presentare un’unica richiesta di accesso agli atti valida per tutto l’anno e per le discipline di cui ritengono opportuno». Quindi una famiglia dovrebbe presentare una richiesta d’accesso agli atti per ogni materia – cinque o sei se uno volesse essere un genitore attento all’intero percorso del figlio – inviando l’apposito modulo, via mail o di persona a scuola, e sul quale è presente l’Iban per il pagamento. Perché l’accesso agli atti della Pubblica amministrazione si pagano.

Quanto si paga

In una delibera dello stesso istituto comprensivo datata 2015 e che regola proprio l’accesso agli atti amministrativi si dice infatti che «la consegna dei documenti è subordinata alla presentazione dell’attestazione dell’avvenuto pagamento». Con tanto di tariffario: «0,25 euro per ogni foglio formato A4 per documenti che non necessitano copertura di dati di altri soggetti, 0,50 euro per documenti formato A3 che non necessitano copertura di dati di altri soggetti e un euro per documenti formati che necessitano copertura di dati di altri soggetti 1,00». Costi a parte il dibattito è anche sui tempi di riposta delle segreterie delle scuole che rischiano di essere sommerse da centinaia di decine e decine di richieste ogni settimana.

A nulla al momento hanno portato le proteste dei genitori che hanno proposto anche alternative alla consegna a casa della verifica in originale. Come, per esempio, lasciare allo studente la fotocopia dell’elaborato o far caricare agli insegnanti la prova sul registro elettronico a cui hanno accesso le famiglie. Dalla dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Nord 2 però non c’è stata apertura. Ma ha fatto sapere che «Sarà sempre possibile la visione degli elaborati originali durante i colloqui individuali con i genitori per consentire la discussione pedagogica e l'analisi dettagliata degli errori al fine di rendere meno stringente la necessità per i genitori di richiedere sistematicamente l'accesso agli atti (copia delle verifiche)». Ma solitamente – a meno di casi eccezionali – i colloqui tra insegnanti e famiglie degli alunni sono due all’anno e da dopo il Covid spesso avvengono online e con tempi contingentati.

Le famiglie

Elena Falsetti, presidente del Consiglio d’Istituto Nord 2 della città, ieri ha inviato una mail a tutti i membri dell’organo collegiale che da tre anni rappresenta perché urge fissare un incontro: «Considerato che il Consiglio d’Istituto non si riunisce da metà luglio i temi da affrontare sono molti». E tra questi, come si può immaginare, figura anche la questione delle verifiche.

Il tema nelle scuole che fanno capo all’Istituto Nord 2 è caldo: «Le famiglie hanno il diritto di seguire i propri figli e per farlo hanno bisogno anche di visionare le verifiche fatte in classe – commenta –. Queste ultime rappresentano un’occasione di riscontro fondamentale».

I recenti cambiamenti introdotti dalla dirigente, a suo avviso, «rappresentano uno strappo: allontanano le famiglie dal patto di corresponsabilità siglato tra scuola, alunni e, appunto, chi segue i ragazzi a casa. La normativa prevede che i rapporti con i genitori vengano facilitati, anziché ostacolati: diffondere circolari complicate e realizzare un modulo non chiaro sono passi che vanno nella direzione sbagliata, considerato anche che nel nostro Istituto le famiglie straniere sono numerose».

«La conseguenza – sottolinea la presidente Falsetti – è sotto gli occhi di tutti: le famiglie sono arrabbiate, confuse. Si sentono prese in giro, escluse. Questo stato d’animo non giova a nessuno. Dobbiamo parlarne. Anche per questo ho chiesto la convocazione di un Consiglio d’Istituto».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.