EconomiaScuola

Quali spese scolastiche si possono detrarre? Ecco tutte le agevolazioni

Marco Papetti
Dall’asilo alle superiori, ma anche per gli studi universitari: la detrazione dei costi sostenuti per l’istruzione dei figli è pari al 19% e comprende tasse, mensa, gite, trasporti e sport
Per le spese scolastiche detrazioni fino al 19%
Per le spese scolastiche detrazioni fino al 19%
AA

Spese per le tasse, servizio mensa, gite, trasporti e sport: anche i costi sostenuti per la scuola e l’attività ricreativa dei figli possono essere detratti dalla dichiarazione dei redditi e riguardano gli ordini di istruzione dall’asilo alle superiori, in istituti pubblici e privati. Ma ci sono agevolazioni anche per i costi relativi agli studi universitari.

Le agevolazioni

La detrazione per le spese relative all’istruzione è pari al 19% e riguarda sia le spese del contribuente sia quelle dei figli fiscalmente a carico. Per quanto riguarda gli asili nido, l’importo massimo su cui possono essere detratte le spese è di 632 euro per figlio, mentre per scuola materna, elementari, medie e superiori il limite è di 800 euro per alunno.

Le agevolazioni spettano anche a chi ha figli iscritti al conservatorio, ad istituzioni per l’alta formazione artistica musicale coreutica (Afam), a scuole di musica iscritte nei registri regionali e a cori, bande e scuole di musica riconosciuti da una pubblica amministrazione: chi ha un reddito inferiore a 36mila euro può scaricare fino a un limite di 1000 euro per i figli tra i 5 e 18 anni.

Per i licei musicali e i conservatori è previsto anche un bonus per l’acquisto di strumenti musicali, che permette di detrarre il 65% del prezzo fino a un massimo di 2.500 euro.

Chi ha figli con disturbo specifico dell'apprendimento (Dsa) diagnosticato può detrarre le spese per l’acquisto di strumenti di apprendimento, fino al completamento della scuola superiore.

Mensa, gite, trasporti e sport

Agevolazioni anche per le spese della mensa
Agevolazioni anche per le spese della mensa

Oltre alle tasse, sono detraibili anche le spese per la mensa, l’assistenza al pasto, il pre e post scuola, pure quando questi servizi sono resi per mezzo del Comune o da soggetti diversi dall’istituto scolastico. Anche i costi per le gite rientrano tra le agevolazioni. Sono infatti detraibili le spese per i viaggi di istruzione, per l’assicurazione della scuola e in generale tutti i contributi per attività culturali di ampliamento dell’offerta formativa, come corsi di lingua, musica o di teatro.

Se le spese sono pagate direttamente alla scuola, non serve fornire a chi presta assistenza fiscale la copia della delibera scolastica che ha disposto i versamenti, che va invece fornita nel caso in cui la spesa sia stata pagata a soggetti terzi come, ad esempio, l’agenzia di viaggio.

Detraibili sono anche le spese per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale, fino a un massimo di spesa di 250 euro. Si può infine usufruire di detrazioni al 19% per le spese per le attività sportive, fino a un esborso massimo di 210 euro per figli tra i 5 e i 18 anni, e, senza limite di importo, per le erogazioni liberali fatte a favore degli istituti scolastici.

Al momento sono esclusi dall’agevolazione invece le spese per l’acquisto di cancelleria e libri, anche se, secondo indiscrezioni, il governo starebbe valutando di introdurre nella prossima legge di Bilancio una detrazione al 19% anche sui testi scolastici acquistati.

L’università

Le spese per la frequenza ai corsi universitari possono essere detratte al 19%, sull’intero importo delle spese sostenute nel caso di atenei statali e su un importo definito dal Ministero per gli atenei non statali (la tabella con gli importi per le università private si può consultare cliccando qui o nel documento in pdf allegato a questo articolo.

L’agevolazione vale per i costi sostenuti per i corsi universitari, i corsi di specializzazione (nel caso delle specializzazioni in psicoterapia post-universitaria la detrazione è possibile se i corsi sono svolti in centri accreditati presso il Ministero dell’Università e della Ricerca), corsi di perfezionamento tenuti in università, master (se erogati da un consorzio nel quale l’università partecipa con una quota non di maggioranza il master è considerato come un corso di un ateneo privato), dottorati, istituti tecnici superiori (le cui spese sono equiparate a quelle universitarie) e i corsi istituiti ai sensi del dpr n. 212 del 2005 nei conservatori e negli istituti musicali pareggiati.

Può essere detratto al 19% anche il canone di affitto per gli studenti fuori sede, fino a un massimo di € 2.633: l’università deve trovarsi in un comune distante almeno 100 chilometri da quello di residenza dello studente e in un’altra provincia.

La detrazione, che spetta per le spese sostenute nel 2024 anche se riferite a più anni, vale per: tasse di immatricolazione ed iscrizione (anche fuori corso), spese sostenute per la «ricognizione» (con cui chi non ha rinnovato l’iscrizione per almeno due anni consecutivi può regolarizzare la propri a posizione), soprattasse per esami di profitto e laurea, partecipazione ai test di accesso ai corsi di laurea, frequenza di tirocini formativi attivi (tfa) per la formazione iniziale dei docenti e frequenza di corsi di formazione universitari per il conseguimento dei cfu/cfa per l’accesso al ruolo di docente.

Cosa non si detrae

Non c’è possibilità di detrazione, invece, per le spese per l’acquisto di libri, strumenti musicali, cancelleria, viaggi ferroviari e costi per vitto e alloggio per consentire la frequenza della scuola, per i contributi pagati a un’università pubblica per il riconoscimento della laurea conseguita all’estero, per le spese per la frequenza all’estero di una scuola professionale privata di danza e per le somme versate ad un’associazione riconosciuta dal Mur (Ministero dell’Università e della Ricreca) per il supporto tecnico-logistico connesso all’acquisizione di crediti formativi per accedere a un concorso pubblico per docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado.

Cosa serve

Per usufruire della detrazione sulle spese scolastiche occorre esibire le ricevute o le quietanze di pagamento con gli importi sostenuti nel corso del 2024 per tasse, mensa, servizi scolastici integrativi e trasporti. La ricevuta del bollettino postale o del bonifico intestata alla scuola o ad altri fornitori deve riportare nella causale l’indicazione del servizio (mensa, servizio scolastico integrativo o trasporto scolastico), la scuola frequentata e il nome e il cognome dell’alunno.

La spesa può essere documentata anche attraverso un’attestazione della scuola in cui sia indicato l’ammontare della spesa sostenuta durante l’anno, i dati dell’alunno e sia certificato l’utilizzo di sistemi di pagamento tracciabili, che può essere attestato anche con annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale da parte del percettore delle somme. In mancanza di questa documentazione possono essere presentati anche la ricevuta del versamento bancario o postale, la ricevuta della carta di debito o credito, l’estratto conto, la copia bollettino postale o del MAV e dei pagamenti con PagoPA o con applicazioni via smartphone tramite istituti di moneta elettronica autorizzati.

Qui si può consultare l’elenco dettagliato della documentazione necessaria per i diversi ordini di istruzione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...