Polmonite da Covid, lo studio bresciano: «Ottimo recupero»

Pubblicati i «primi dati al mondo» sulla qualità di vita ritrovata da chi ha patito di insufficienza respiratoria grave per coronavirus
Covid, terapia intensiva - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Covid, terapia intensiva - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
AA

«Ad un anno dalla dimissione dalla terapia intensiva i primi dati al mondo in pazienti con insufficienza respiratoria grave associata a Covid-19 dimostrano un ottimo recupero in termini di qualità di vita, ritorno al lavoro, indipendenza nelle attività quotidiane, stato cognitivo e mentale. La funzione fisica misurata in modo oggettivo sia in termini di forza muscolare che di endurance rimane compromessa in modo significativo; tuttavia, gli esiti sono meno gravi rispetto a pazienti con Ards di gravità clinica sovrapponibile ricoverati in epoca pre-Covid-19, a sostegno del fatto che la cura dei pazienti è stata di elevata qualità nonostante i numeri impressionanti della pandemia».

Ad affermarlo è il prof. Nicola Latronico dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione 2, autore di «Physical, cognitive and mental health outcomes in 1-year survivors of Covid-19-associated Ards», studio pubblicato lo scorso 29 settembre sulla prestigiosa rivista britannica Thorax, frutto della collaborazione tra il Centro di Ricerca Universitario «Alessandra Bono» dell’Università degli Studi di Brescia e il Centro per il follow-up dei pazienti dimessi dalla terapia Intensiva dell’Asst Spedali Civili di Brescia. Si tratta dei primi dati al mondo sugli esiti nei pazienti con sindrome da distress respiratorio acuto (Ards) associata a Covid-19, ad un anno dalla terapia intensiva.

Lo studio riporta gli esiti di 114 pazienti affetti da sindrome da distress respiratorio acuto associato a Covid-19 valutati a 3, 6 e 12 mesi dopo la dimissione dall'unità di terapia intensiva con valutazione dei disturbi fisici, mentali e cognitivi (perdita di massa e forza muscolare, complicanze neuro-psicologiche, dolore ed altre condizioni patologiche). L'esame della forza muscolare (handgrip test) ha evidenziato miglioramenti significativi nel tempo. Non così il test del cammino di 6 minuti, un test di resistenza fisica, che si ferma in media all’80% del valore predetto, e l'affaticamento grave percepito da un terzo dei pazienti.

L'indipendenza nelle attività della vita quotidiana è stata raggiunta dal 98% a 3 mesi. I disturbi della memoria e altre alterazioni cognitivo (28% a 3 mesi) sono migliorate nel tempo, a differenza dei sintomi di depressione, ansia e disturbo da stress post-traumatico, presenti nel 9%, 10% e 4% a 3 mesi. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia