Come usare davvero l’olio di cocco in cucina e non solo

Federica Federici Signori, biologa nutrizionista
È tra i prodotti più discussi degli ultimi anni, amato dal web, utilizzato per cucinare e in cosmetica. Ma quali sono i reali effetti sulla salute? Ecco cosa emerge dagli studi scientifici
L’olio di cocco a livello nutrizionale è un lipide, ovvero un grasso vegetale
L’olio di cocco a livello nutrizionale è un lipide, ovvero un grasso vegetale
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L’olio di cocco è davvero un superfood? L’olio di cocco si ricava dai frutti dell’omonima pianta (la Cocos nucifera, la noce di cocco), tipica dei tropici. A livello nutrizionale è un lipide, ovvero un grasso vegetale, e ultimamente se ne sente parlare in tantissimi ambiti collegati alla salute: come balsamo per capelli, come unguento idratante per la pelle e anche come superfood dalle proprietà salutari. Ma l’olio di cocco fa davvero bene?

L’olio di cocco nell’alimentazione

Negli ultimi anni ha spopolato sia sui social network che sugli scaffali dei supermercati: l’olio di cocco è passato dall’essere uno degli oli meno conosciuti a far parlare di sé quasi quanto il famosissimo olio di palma. Ma fa davvero così bene come sembra? Ecco cosa ci dice la scienza.

L’olio di cocco è ricco di grassi saturi, caratteristica che può aumentare i livelli di colesterolo «cattivo», ovvero quello Ldl, e di conseguenza aumentare il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari. Ma contiene anche una diversa tipologia di grassi, ovvero gli acidi grassi a catena media (conosciuti come Mct), che al contrario potrebbero avere effetti positivi sulla salute, come aumentare i livelli di energia, ridurre e controllare l’appetito (e quindi essere utile in caso di dimagrimento). Mettendo insieme studi diversi, sembrano esserci pareri contrastanti: c’è chi consiglia di utilizzarlo in cucina e chi invece raccomanda di eliminarlo dalle proprie dispense.

L’olio di cocco è ricco di grassi saturi, ma contiene anche gli acidi grassi a catena media
L’olio di cocco è ricco di grassi saturi, ma contiene anche gli acidi grassi a catena media

Eppure, l’olio di cocco gode di una grande reputazione: sul web si trovano decine di articoli pronti a spiegare i benefici dell’olio di cocco. Il fatto che sia un olio naturale, 100% vegetale, ha portato tantissimi consumatori a testare questo prodotto e ad usarlo per ricette dolci e salate, a volte anche al posto dell’olio d’oliva. E tra i suoi sostenitori, c’è addirittura chi lo consiglia come soluzione per la perdita di peso, indicandolo come alimento a supporto del dimagrimento.

Fa bene o fa male? Fa dimagrire?

L’olio di cocco contiene praticamente grassi al 100%, senza tracce di proteine o carboidrati. Può essere prodotto in diversi modi, ma che sia raffinato o che sia vergine, rimane comunque costituito praticamente solo da lipidi.

Per il 90% grassi saturi, quelli «negativi», e fa parte insieme all’olio di palma dei cosiddetti oli tropicali. Questi oli, a differenza di altri oli vegetali, come quello di oliva, sono molto più simili ai grassi animali come burro e strutto rispetto a tutti gli altri lipidi vegetali.

L’olio di cocco presenta quindi sia vantaggi che svantaggi, anche se a causa dell’elevato contenuto di grassi saturi, enti competenti come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Food and Drug Administration deli Stati Uniti e l’American Heart Association (e tanti altri) suggeriscono di consumarlo in modo limitato.

L'olio di cocco essendo un olio tropicale è più simile ai grassi animali come burro e strutto
L'olio di cocco essendo un olio tropicale è più simile ai grassi animali come burro e strutto

La convinzione che l’olio di cocco possa supportare la perdita di peso invece deriva dalla presenza in questo alimento dei grassi Mct, a catena media, che vengono metabolizzati più rapidamente rispetto agli altri grassi, potenzialmente aumentando il metabolismo. Inoltre, gli acidi grassi Mct possono aiutare a controllare l’appetito, grazie al loro effetto saziante, favorendo una gestione migliore delle porzioni. Ma nonostante questi effetti no, l’olio di cocco da solo non fa dimagrire. Non è un «alimento miracoloso»: può essere utile in alcuni ambiti specifici, ma è importante consumarlo in quantità moderate, proprio per la presenza di grassi saturi ed il loro potenziale effetto negativo sulla salute.

Utilizzi dell’olio di cocco

Non solo nelle diete: l’olio di cocco ha un potenziale immenso, in tantissimi ambiti diversi. L’olio di cocco viene utilizzato nell’industria alimentare per preparare prodotti da forno, come base per burri e margarine vegetali e anche per friggere.

In cosmetica, viene invece sfruttato per le sue proprietà idratanti. Applicato sul corpo come crema, dona elasticità e tono alla pelle secca, e viene usato anche per preparare saponi e latti grassi. È perfetto per mani screpolate o sensibili al freddo, ma anche come impacco notturno per capelli indeboliti.

La conservabilità dell’olio di cocco è ottima: sembra possa resistere all’irrancidimento, il processo che solitamente «rovina» i grassi, anche per 6 mesi a temperature di 24°C senza subire danni: è quindi un olio molto stabile, a differenza di altri.

Quando consumare l’olio di cocco

Come tutti gli alimenti, l’olio di cocco da solo non fa né bene né male. La comunità scientifica ci dice di limitare il suo utilizzo per la presenza di acidi grassi saturi, ma se ci piace non va comunque eliminato del tutto dalla nostra alimentazione: se consumato in quantità modeste, di tanto in tanto, per la preparazione di qualche ricetta esotica o dolce, possiamo stare tranquilli.

Come sempre in alimentazione quello che rende un cibo «dannoso» o «pericoloso» è la sbagliata frequenza di consumo. Anche se l’olio di cocco non è di certo l’elisir di lunga vita che decanta il web, è la dose a fare il veleno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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