Zanzare, per le disinfestazioni Brescia spende 105mila euro in un anno

Costi raddoppiati in due anni anche a causa delle malattie trasmesse da questi insetti. Nel 2025 si sono registrati tre casi di West Nile, due di Dengue e due di Chikungunya
Operatore impegnato nell'installazione di trappole per le zanzare - Foto Ansa/Ciro Fusco © www.giornaledibrescia.it
Operatore impegnato nell'installazione di trappole per le zanzare - Foto Ansa/Ciro Fusco © www.giornaledibrescia.it
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Ormai c’è una giornata per celebrare ogni cosa, dalla carbonara all’acqua, dall’educazione all’amicizia. E oggi è la Giornata mondiale della zanzara. State tranquilli, non si vuole omaggiare quell’insetto fastidioso che punge, ci fa grattare e, spesso, gonfiare, ma commemorare la scoperta del ruolo della zanzara nella trasmissione della malaria fatta dal medico britannico Ronald Ross nel 1897. La ricorrenza, quindi, è occasione per sensibilizzare sui pericoli rappresentati dalle malattie trasmesse da questi insetti e per promuovere ricerca e prevenzione.

I numeri

Per l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, le malattie trasmesse da vettori come le zanzare, rappresentano il 17% di tutte le malattie infettive e causano oltre 700mila decessi all’anno. La sola malaria, ancora oggi, uccide circa 600mila persone all’anno. Ma non è l’unica malattia, in questi anni abbiamo imparato a conoscere anche in Italia Dengue, West Nile e Chikungunya. E i conti dei Comuni si sono fatti più pesanti per contrastare soprattutto la zanzara tigre che ha preso il posto della zanzara comune che anni fa si vedeva solo calato il sole.

A Brescia

La Loggia mette in conto di spendere ogni anno 105mila euro per i trattamenti antizanzara. Il programma del Comune prevede un massimo di dieci trattamenti larvicidi, da aprile ad ottobre, nei 40mila tombini cittadini su suolo pubblico. Se l’infestazione è meno importante non si arriva a 10; lo scorso anno, infatti, sono stati completati 7 cicli. Ma negli anni i costi sono lievitati e la situazione, nonostante gli sforzi, peggiorata: solo due anni fa erano previsti cinque in una stagione e sono stati spesi – al netto dell’Iva – 50mila euro. Nel 2024 sono stati spesi 86mila euro, 76.500 per trattamenti larvicidi e 9.500 per adulticidi. Quest’anno (il dato è aggiornato a metà agosto) 34mila euro per larvicidi e 17mila per adulticidi.

Tre cicli

Un intervento di disinfestazione - © www.giornaledibrescia.it
Un intervento di disinfestazione - © www.giornaledibrescia.it

Il costo dei trattamenti per uccidere l’insetto adulto sono lievitati a causa della normativa che prevede, in caso di casi conclamati o sospetti di malattie trasmesse dalla zanzara di completare tre cicli, fino all’anno scorso era previsto solo un trattamento. Nell’ultima conferenza stampa di luglio in Loggia, poi, si era parlato, per il triennio ’26-’28, di aumentare ulteriormente la spesa, ma la questione è ancora in discussione. Il successo della campagna antizanzara, è utile sottolinearlo, è influenzato anche dai privati, dato che il 70% dei focolai per Ats è su spazi privati.

I consigli

Il motto di Ats per veicolare la regola base per evitare che le zanzare prolifichino è «Lasciamole senz’acqua»; da anni, infatti, si chiede di non lasciare contenitori con l’acqua stagnante, sfalciare i prati e trattare i tombini privati (negli uffici di zona sono state messe a disposizione 4.500 pastiglie larvicide gratuite per i cittadini). Sul territorio, poi, sono state installate 29 ovitrappole per quantificare la presenza e valutare l’intervento adulticida che, comunque, ha un effetto immediato, ma transitorio, giusto il tempo affinché si aprano le uova già deposte. Sconsigliati, però, interventi adulticidi indiscriminati, perché possono avvelenare insetti molto importanti per l’ambiente come gli impollinatori, avifauna o mammiferi selvatici, pipistrelli e rondini, che si nutrono delle zanzare.

I contagi

Negli ultimi 20 anni in Europa si è registrato un aumento di alcune malattie, tipicamente presenti in paesi tropicali, sia per importazione a seguito di un viaggio all’estero, che per trasmissione locale facilitata dal cambiamento climatico. In Italia sono soggette a sorveglianza speciale le infezioni da Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile e Usutu.

Nei 163 Comuni dell’Ats di Brescia (gli altri 41 fanno parte di Ats della Montagna), al 18 agosto, i casi confermati di arbovirosi sono stati sette, 3 di West Nile, 2 di Dengue e due di Chikungunya, questi ultimi due sono di importazione, vuol dire che il contagio è avvenuto all’estero. In Lombardia sono stati 17 per West Nile, 36 per Dengue, 11 per Chikungunya e 3 Toscana virus.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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