Scuola

Azzolina: «Se si allentano le misure, la scuola deve riaprire»

Il governo però sarebbe più propenso a riaprire le aule dal 7 gennaio, a festività natalizie concluse
La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina - Foto Ansa/Pool/Roberto Monaldo
La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina - Foto Ansa/Pool/Roberto Monaldo
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La curva epidemica sta calando in tutta Italia e l'allentamento, seppure lieve, delle misure di contenimento riporta a galla il tema, in realtà mai sopito, del rientro in presenza a scuola. «Al momento non è stata presa alcuna decisione, c'è una discussione in corso. Con molta gradualità vorrei che fossero riaperte anche le scuole superiori. Se si allentano le misure, anche la scuola ne deve far parte, non può esserne esclusa», ha detto con decisione la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, ospite ieri sera della trasmissione tv Non è la D'Urso.

In realtà sembra tramontare nel governo l'ipotesi di un ritorno sui banchi ai primi di dicembre, caldeggiato dalla ministra: accogliendo le istanze dei presidenti di Regione, l'esecutivo sarebbe più propenso a riaprire le aule dal 7 gennaio, a festività concluse. Ma la ministra Azzolina sottolinea che si parla di riapertura «con gradualità» e che sulla riapertura a dicembre o gennaio «i trasporti non incidono. Tra l'altro - fa notare - il problema trasporti non riguarda le scuole elementari nè le medie. Riguarda è vero le scuole superiori, ma non in tutta Italia in modo uniforme»: il lavoro va fatto «nelle grandi città, qui si deve intervenire ulteriormente».

A darle man forte è la ministra alle Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: «Mi aspetto un piano di organizzazione dei trasporti locali e dei servizi sanitari dedicati per la scuola che permetta di arrivare già dai primi giorni di dicembre ad una forma di didattica quanto meno integrata per le scuole che adesso sono in dad al 100%». Insomma, la ministra ribadisce, ancora una volta, che il problema non è la scuola ma quello che le ruota intorno, ovvero i trasporti troppo affollati e servizi sanitari dedicati fin troppo carenti. «La scuola è una priorità e il ritorno alla didattica in presenza un'urgenza educativa per i nostri ragazzi - aggiunge Bonetti -. Non c'è tempo da perdere, ogni giorno di scuola in presenza è un giorno guadagnato per il futuro dei nostri ragazzi e vale tutto il nostro lavoro e il nostro impegno al governo».

Realistico il presidente dell'Anp (Associazione nazionale presidi) Antonello Giannelli: «Mi sembra improbabile riuscire a tornare a una didattica in presenza prima di Natale. Infatti i problemi collegati alla presenza non affliggono tutti i territori allo stesso modo, come il trasporto pubblico. Ma se vogliamo prendere una decisione univoca sarà difficile, ripeto, prima di Natale». «Certo auspichiamo che appena possibile si torni alla scuola in presenza ma solo se verranno soddisfatte le condizioni di cui parliamo da molto - aggiunge Giannelli - la riorganizzazione del traporto pubblico e quella dei servizi sanitari territoriali nonché la reperibilità dei supplenti, perché nelle scuole circa un quarto dell'organico non è composto da docenti di ruolo. C'è una difficolta quest'anno a reperire i supplenti anche perché le persone sono meno disposte a spostarsi in presenza della pandemia. Questo significa che in molte scuole non si riesce a garantire l'orario pieno. E poi c'è un altro problema, bisogna essere in grado di garantire le supplenze dei docenti nel momento in cui vengono posti in quarantena».

 

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