Prezzo del gas, c'è chi ha già trovato in passato soluzioni alternative

Piccole storie e grandi promemoria per dire di come alcune cose si possono fare (e si potevano fare) senza costringerci un po' tutti alle molte preoccupazione e a qualche lagna. Per esempio: passo nella zona industriale di Montichiari e qualche impianto fotovoltaico sui tetti dei capannoni li vedo, ma sono la minoranza.
Possibile che qualcuno mi sia scappato ma, nel complesso, se dico che forse - ma forse - la metà dei capannoni nel pur attrezzato Nord non ha pannelli non credo di dire una sciocchezza. Faccio un giro anche nel mio paesello, stessa storia.
Incrocio la zona industriale di Chiari, quella verso Milano, sempre la stessa storia: poca roba. Ma perché, mi chiedo. Sono industrie, mediamente credo possano sostenere i costi, avranno anche qualche strumento in testa aggiuntivo rispetto ai normali mortali per capire che le cose si possono fare. Ma perchè non li hanno messi questi pannelli che immagino un qualche beneficio oggi glielo darebbe, al netto della partita ambientale. Parlo di soldi, di investimenti e di ritorno dell'investimento.
Cambio di scena. Fabio e Cinzia, una decina d'anni fa erano due ragazzi, volevano sposarsi e volevano costruirsi una casa. Al tempo, il Giornale di Brescia e la Banca Valsabbina avevano fatto una iniziativa per sostenere il mercato immobiliare e in particolare i ragazzi che volevano farsi una casa (mi pare che l'iniziativa si chiamasse Adesso!, per dire che era un buon momento per farsi una casa). In palio, diciamo così, un mutuo agevolato.Si sono fatti - i due ragazzi di una decina d'anni fa - una casa energeticamente autonoma. Con licenza parlando: di Putin e del suo gas, Cinzia e Fabio se ne fregano. E se ne fregano, sempre con licenza, per una ragione semplice: il metano non arriva a casa loro. Pannelli fotovoltaici e un po' di tecnologia.
Altro cambio di scena. Quattro anni fa, la Poliambulanza di Brescia ha inaugurato un impianto di trigenerazione realizzato dalla AB di Orzinuovi (leader di mercato internazionale). Qui si tratta di avere ancora il metano ma, con questo sistema, si produce energia elettrica, termica e frigorifera recuperando quelli che vengono chiamati gli «esuberi termici» dell'impianto. Tradotto in soldoni (sempre al netto dell'ambiente): un abbattimento drastico della bolletta energetica con un ritorno dell'investimento (parole del presidente di Poliambulanza) di 2-3 anni. E se questo era il già rapidissimo ritorno dell'investimento quattro anni fa, immagino che oggi sia di 1-2 anni.
Le cose, molte cose, si possono già fare oggi, si potevano fare anche un po' di anni fa. Perché non le abbiamo fatte? Ogni storia ha il suo perchè, intendiamoci, vale per chi ha fatto e chi non ha fatto. E lungi dal «fritto misto» dar lezioni a nessuno. Però una scossa dobbiamo darcela.
E, se è consentito un ultimo cambio di scena, la scossa dobbiamo darcela anche a proposito di quella che abbiamo chiamato (ma ancora lo è) emergenza-siccità, che altro non è che una variante del cambio climatico. Inverno scorso secco, primavera calda, estate feroce, campi gialli che era un incubo guardarli e quindi agricoltura azzoppata. Ecco: il 2022 lo sfanghiamo con qualche fatica, ma se la stessa cosa capita l'anno prossimo siamo ko.
Prepararsi a gestire emergenze analoghe tocca un po' a tutti, ma, mi permetto di dire, chi ha campi e vigne e responsabilità a vari livelli cominci adesso a pensarci, anche ad agitarsi, a presentare idee e progetti, a fare qualcosa. Non è che a fine estate 2023 ci si limiterà a fare la conta dei danni. Alcune cose si possono fare: adesso!
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
