In Consiglio comunale non si trova l’unità per Gaza e per la Palestina

«Tutti noi siamo contro la guerra e contro la violenza». Ma alla fine un voto unanime sulla mozione che spinge il Comune di Brescia a impegnarsi per il cessate il fuoco a Gaza e per il riconoscimento da parte dell’Italia e dell’Europa dello Stato di Palestina non è arrivato. A presentarla tutta la maggioranza, unita. Anche con le firme dei consiglieri di Azione, che avevano precedentemente scritto una loro versione.
«Nessuna apertura»
Alla fine la mozione è stata approvata, ma, appunto, senza i voti della minoranza, che a sua volta aveva lavorato a un altro documento. E tra le parti c’è stato anche un incontro giovedì scorso per trovare una soluzione condivisa. Secondo la maggioranza, però, il centrodestra non ha aperto nessuna porta: né per il sostegno alla Global Sumud Flotilla, né per lo stop alla fornitura di armi a Israele e neanche per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Proprio quest’ultimo poteva essere il punto attorno al quale costruire una mozione unitaria. Così non è stato. «Se per trovare una posizione condivisa non dobbiamo più dire niente, allora non ha senso mettersi d’accordo», ha detto il capogruppo di Azione Francesco Tomasini.
Distinguo
Insomma, il sì alla pace è unanime. Ma sulle azioni per raggiungerla e sull’impegno profuso dal Governo per fermare le morti in Medio Oriente ci sono visioni troppo differenti. Distinguo che entrambe le parti tengono a sottolineare e sui quali nessuno vuole fare un passo indietro. «Abbiamo presentato una mozione quattro giorni fa: era aperta al dialogo – spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia Mattia Margaroli –. Siamo noi stolti o da parte vostra c’è una seria volontà di strumentalizzazione? Solo noi abbiamo lavorato per raggiungere un testo condiviso».

A ricordare quello che sta succedendo in Palestina ci ha pensato il consigliere Pd Roberto Cammarata: «Morte, fame, sfollamento forzato, vittime quasi totalmente civili». E se la condanna nei confronti di Hamas e delle azioni del governo israeliano è arrivata da ambo le parti, ancora una volta lo scontro si è creato attorno alle propagazioni che il conflitto ha portato in Italia e anche a Brescia. «La minoranza tace su troppe cose», ha detto Cammarata. Dal canto suo il consigliere FdI Giovanni Posio ha ribattuto: «Non è che voi siete i buoni e noi siamo i cattivi. Qua non c’è chi è dalla parte giusta dalla storia e chi è dalla parte sbagliata».
«Dalla parte sbagliata della storia»
Una posizione non condivisa da Andrea Curcio (Pd), che sottolinea come «siamo tutti dalla parte sbagliata della storia», aggiungendo: «Mi sento male quando mi dicono che bisogna trovare dei punti in comune per votare questa mozione. C’è solo una cosa da tenere in considerazione: l’umanità è morta a Gaza. Preferisco perdere qualche voto per strada, ma rispettare i valori morali». Una «lezione» non accettata da Margaroli, che punta i riflettori sul lavoro svolto dal governo Meloni, «un governo che ha accolto e curato tantissimi bambini di Gaza e che è pronto a riconoscere lo Stato di Palestina, a patto che Hamas, che ha iniziato questa guerra, lasci liberi gli ostaggi».
Iyas Ashkar della Civica Castelletti ha elencato i tristi numeri del genocidio di Gaza. E si è chiesto: «Cosa deve fare uno Stato per essere boicottato?». Ma ha anche fatto un passo indietro. «Questo Consiglio in passato ha approvato la definizione di antisemitismo dell’Ihra: non esiste una misura più antipalestinese di questa. Sono davvero addolorato. Abbiamo aspettato tanto per questa mozione e il dolore è aumentato. Abbiamo aspettato tanto per dare dignità alla Palestina e alla storia dei palestinesi. Nelle prossime 36 ore potrebbe esserci un cessate il fuoco: rimango con un briciolo di speranza perché c’è questa notizia».
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