Parco dell’Alto Garda Bresciano, il valore del suo paesaggio vegetale

«Il paesaggio vegetale del Parco Alto Garda Bresciano» non è solo il titolo di un volume di recente presentazione, ma è l’occasione per ribadire l’importanza della componente vegetale nella percezione di uno dei contesti naturalistici di maggiore interesse della Lombardia, raccolto nell’ambito sotteso dai nove comuni che compongono, nella zona occidentale del Benaco, il territorio dell’area protetta gardesana.
Il libro a firma degli esperti Riccardo Guarino e Sergio Sgorbati, già autori di una precedente guida botanica su questa zona, attualizza le conoscenze delle specie botaniche del parco presenti dai contesti di impronta mediterranea della riviera fino a quelli delle cime più elevate dell’entroterra, che sfiorano i duemila metri di quota.
Tutela della flora
La tutela della biodiversità, e l’incremento delle potenzialità floristiche e vegetazionali, sono alcuni degli obiettivi contenuti nel Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Alto Garda Bresciano approvato vent’anni addietro da Regione Lombardia. Il volume dedicato al paesaggio vegetale fornisce un supporto fondamentale che non è destinato ai soli esperti, ma anche a quanti intendono cogliere l’occasione di un’escursione per approfondire la conoscenza del mondo delle piante.
La flora del parco si compone, secondo le ricerche effettuate dai due autori, di 1585 diverse piante. Un numero rilevante nel quale trova risalto per il suo valore biogeografico la componente endemica, costituita da 54 specie originatesi dopo le glaciazioni, o sopravvissute a queste in aree rifugio in quota non direttamente raggiunte dalle lingue glaciali. È il caso ad esempio di alcune specie appartenenti ai generi Daphne, Campanula, Aquilegia, Saxifraga, Knautia e Moheringia. Sono oltre 100 invece le specie mediterranee che beneficiano dell’effetto mitigatore esercitato sulle rigide temperature invernali dalla grande massa d’acqua del lago di Garda.
Valvestino
Una delle zone che custodisce le maggiori emergenze di carattere floristico è rappresentata dalla Valvestino e dalle sue montagne, di grande richiamo escursionistico e paesaggistico. Qui i primi studi sono stati effettuati a partire dalla prima metà del diciannovesimo secolo da botanici di area culturale tedesca, e successivamente sono stati portati avanti con passione e competenza dal sacerdote Don Pietro Porta, nativo di Moerna, dove oggi nell’antico caseificio turnario posto all’ingresso del paese è allestito un museo botanico a lui dedicato.
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