L’allarme del Wwf: «Il Garda è balneabile, ma sta morendo»

Il Garda continua a brillare nelle classifiche della balneabilità, ma dietro l’acqua limpida si nasconde un ecosistema in sofferenza. A denunciarlo, di nuovo, è Paolo Zanollo, referente del Wwf Bergamo Brescia, che prende di mira quello che definisce «maquillage linguistico»: la narrazione rassicurante delle acque «eccellenti» usata da istituzioni e promozione turistica, secondo cui il lago sarebbe in salute solo perché ci si può fare il bagno.
Criticità
«Balneabile non significa sano – spiega Zanollo –. È una questione di parametri, non di equilibrio ecologico. Il Garda sta cedendo, più lentamente di altri laghi italiani, ma nella stessa direzione. E far finta di niente è colpevole».
Le considerazioni espresse dal Wwf rappresentano un atto d’accusa dettagliato, che elenca una serie di criticità poco raccontate ma ben documentate: dall’inquinamento invisibile alle specie aliene, fino a un sistema fognario inadeguato. «Siamo nel 2025 – prosegue Zanollo – e ci sono ancora Comuni che non hanno separato acque nere e bianche. Ogni giorno, fognatura finisce nel lago. In caso di pioggia, la quantità è incalcolabile, come il danno».
A fronte di questa situazione, secondo il Wwf, le priorità della politica locale sembrano altrove: «Si investe in lungolaghi, passerelle, arredi urbani. Ma nessuno inaugura un collettore fognario. Sistemare le reti non porta consenso, non si presta ai post celebrativi». Nel lago, intanto, restano diossine e Pcb, inquinanti tossici e bioaccumulabili.
«Sono lì, silenziosi, come le microplastiche che ormai popolano tutta la colonna d’acqua. Invisibili, ma onnipresenti». A peggiorare il quadro c’è la crescita delle specie aliene invasive, introdotte volontariamente o per incuria, che stanno compromettendo la biodiversità. «Il lago – spiega Zanollo – è trattato come un acquario aperto. Gli equilibri naturali saltano».
Appello alle istituzioni
Per il Wwf, il problema è anche culturale. «Il Garda viene considerato un asset economico, una vetrina da vendere. Ma un lago non è un business plan: è un organismo vivente, con un equilibrio fragile. E se lo riduciamo a scenografia, prima o poi collassa». L’appello finale è alle istituzioni: «Non servono parole, ma cantieri e infrastrutture. Chi governa deve decidere se vuole proteggere il lago o venderlo pezzo per pezzo. Ignorare il problema non lo farà sparire. Ma potrebbe far sparire il Garda».
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