Italia e Estero

L'allarme: «In Italia i Pronto soccorso presi d'assalto»

La situazione non è omogenea. E a Brescia al momento le strutture sanitarie non sono sotto stress. Un vantaggio da non sciupare
RT E CONTAGIO, SOGLIA CRITICA
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«La situazione nei Pronto soccorso (Ps) è drammatica, con fortissime criticità in tutte le Regioni. I Ps, in questi giorni, sono presi d'assalto da pazienti con sintomi da Covid-19 e ci sono file di ambulanze in attesa». Lo afferma il presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) Salvatore Manca.

I reparti Covid, racconta, «sono pieni ed i Ps stanno diventando un "parcheggio" per questi pazienti anche per 3-5 giorni. Stiamo assistendo tutti ma mancano medici e infermieri. Non ce la facciamo più a reggere».

Una situazione che, tragicamente, ricorda da vicino quella che il Bresciano ha vissuto la scorsa primavera. Al momento fortunatamente, se la Lombardia appare tra le regioni più colpite e il Milanese è tra i territori le cui strutture sanitarie stanno maggiormente accusando il colpo, la nostra provincia per ora fa registrare numeri molto più contenuti. La curva del contagio è in crescita anche da noi, ma con un trend più lento e una pressione sugli ospedali decisamente inferiore.

Difficile al momento individuarne le ragioni. Come pure non c'è evidenza scientifica che riconduca questa temporanea tenuta - se di tenuta si può parlare... - al pregresso: alla violenza dell'impatto, cioè, che sul Bresciano (e sulla Bergamasca, della quale i numeri ci restituiscono una fotografia simile) ha avuto la prima ondata della pandemia. Questo anche perché la durata della risposta anticorpale - in base agli studi - appare limitata.

Piuttosto, oltre al vantaggio derivante da una gestione territoriale separata dalle strutture ospedaliere, è verosimile che quello di cui beneficiamo sia un vantaggio temporale: ne è convinto tra gli altri il presidente dell'Ordine dei Medici, Ottavio Di Stefano, che proprio per questo invita alla massima sollecitudine su punti che ritiene cardine: diagnosi e tracciamento.

Ma la situazione, in ogni caso, mentre Governo e Regioni mirano a misure più incisive calate dall'alto, merita tutta l'attenzione e la responsabilità individuali: quelle alle quali gli esperti - per una volta unanimi - richiamano, sollecitandoci a indossare la mascherina, rispettare le distanze sociali, lavare spesso le mani, contenere i contatti e le uscite non indispensabili. Perché le scelte di ciascuno possono fare la differenza per molti, tanto più che il virus si propaga con progressione esponenziale.

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