Oltre 100 pazienti Covid-19 a Brescia, 16 in terapia intensiva

A ieri sera erano 106 i ricoveri negli ospedali bresciani di persone con Covid-19. Una trentina provengono dall’area milanese, che maggiormente sta soffrendo nelle prime battute di questa ondata, gli altri sono bresciani.
A questi, se ne aggiungono 16 nelle terapie intensive dell’Ospedale Civile (14, di cui nove bresciani) e dell’ospedale di Esine (due pazienti). I ricoverati si trovano negli ospedali delle quattro Asst della nostra provincia - Spedali Civili, Desenzano, Franciacorta e Valcamonica -; il numero maggiore (un’ottantina tra Infettivi e reparti Covid dedicati) sono al Civile e sempre nell’ospedale pubblico cittadino si trovano quattordici malati Covid bisognosi della Terapia intensiva. Sono ricoverati nel Primo Servizio di Anestesia e Rianimazione diretto da Gabriele Tomasoni, reparto dedicato alla cura dei casi critici a causa dell’infezione da Sars-Cov-2 fin dall’inizio della pandemia.
Tutti gli ospedali. Dalla Regione le indicazioni sono chiare: oltre all’ospedale Hub di riferimento, il Civile (dove ieri erano degenti anche due donne positive che avevano appena partorito), si devono attrezzare a ricevere malati Covid anche gli ospedali spoke con reparti di Malattie infettive e Pneumologia. Non solo, si devono attrezzare anche gli ospedali privati accreditati con il Servizio sanitario regionale, ovvero la Poliambulanza e i «bresciani» del Gruppo San Donato (Sant’Anna, Città di Brescia e San Rocco ad Ome).
I privati. «In Poliambulanza stiamo riconvertendo trenta posti letto in reparto Covid, pronti ad ospitare pazienti inviati dal Civile o da altre aree della Regione in cui maggiore è la pressione sugli ospedali - spiega il dg generale Alessandro Triboldi -. Ad oggi, in tutta la struttura abbiamo tre pazienti positivi e asintomatici, ricoverati per altre patologie e diagnosticati a seguito di tampone». Da oggi anche all’Istituto clinico Sant’Anna è stato allestito un reparto con trenta posti per pazienti Covid. La fotografia della situazione bresciana già mentre leggete potrebbe aver assunto altri contorni, proprio perché la situazione è in costante evoluzione, con un aumento di oltre trecento ricoveri in degenza ordinaria solo ieri, soprattutto nell’area di Milano e della Lombardia occidentale.
Ambulatori aperti. «La rapida evoluzione epidemiologica e il conseguente aumento del numero dei ricoveri hanno determinato - si legge in una nota della Regione - la necessità di un ampliamento della disponibilità dei posti letto Covid intensivi, per acuti e sub acuti, e delle degenze di sorveglianza. La riduzione delle attività non riguarda quelle ambulatoriali».

Come si stanno riorganizzando gli ospedali? Le attività di cura e di degenza per pazienti Covid-19 dei diciotto ospedali Hub della Lombardia (tra cui l’Ospedale Civile di Brescia) sono state attivate. Pertanto, in queste strutture verrà gradualmente ridotta una parte dell’attività programmata, ad eccezione di quella legata alle reti oncologiche e tempo-dipendenti per la cura delle gravi patologie neurologiche, cardiovascolari e dei grandi traumi. Interventi programmati. Negli ospedali «non-Hub» (nel Bresciano, tutti tranne il Civile) «l’attività di ricovero programmato viene sospesa in modo da rendere disponibili posti letto Covid per acuti e subacuti, garantendo la continuità delle prestazioni urgenti e non differibili» spiega la Regione. Nella nota inviata ieri dalla direzione generale Welfare della Regione a tutti i direttori generari delle Asst si legge: «Viene consolidato il legame tra centro Hub e non Hub anche attraverso l’attivazione di percorsi di cura e assistenza specifici con equipe multidisciplinari inter-ospedaliere. Nei presidi non Hub devono essere attivati posti letto di degenza acuti e subacuti che devono essere prioritariamente disponibili all’accoglienza dei pazienti Covid e non Covid provenienti dagli ospedali Hub». Non solo. «La collaborazione tra ospedali riguarda anche il personale per supportare le esigenze delle varie strutture».
Risposta alle urgenze. Da oggi viene gradualmente ridotta anche l’attività programmata al Civile, pur continuando «ad assicurare quella strettamente non procrastinabile e, quanto più possibile, quella clinicamente prioritaria e di specifica competenza della struttura». La riduzione dell’attività, tuttavia, viene costantemente monitorata dalla direzione dell’Asst in funzione delle risorse richieste per i pazienti che richiedono cura urgenti (Covid e non Covid).
In tutte le strutture viene temporaneamente sospesa l’attività in regime libero professionale. Sospensione che, per ora, non riguarda coloro che erogano solo prestazioni ambulatoriali.
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