Italia e Estero

Italia impreparata al Covid? Ecco il report Oms che era sparito

Criticità nella gestione dell'epidemia: «Il piano pandemico è rimasto più teorico che pratico, con pochi investimenti e misure concrete»
Soldati italiani, sei mesi dopo aver trasportato i feretri delle vittime, distribuiscono i banchi nelle scuole - Foto Ansa/Filippo Venezia
Soldati italiani, sei mesi dopo aver trasportato i feretri delle vittime, distribuiscono i banchi nelle scuole - Foto Ansa/Filippo Venezia
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«L'Italia non era del tutto impreparata a un'epidemia quando arrivarono i primi bollettini d’informazione dalla Cina». Esordisce così un rapporto pubblicato sul sito dell'Oms il 13 maggio 2020, poi sparito nelle successive 24 ore e adesso nelle mani del comitato Noi denunceremo, che assiste le famiglie delle vittime del Covid-19, tra cui molte bresciane.

Il documento fa riferimento anche alle criticità emerse nella gestione dell'epidemia in Italia. «Ora abbiamo il report che era stato tolto dal sito dell'Oms. Il nostro team ha analizzato tutta la documentazione e oggi le responsabilità emergeranno in maniera chiara e incontrovertibile, a partire dal fatto che un membro del Cts aveva dichiarato in un'intervista a Repubblica che non esisteva alcun piano pandemico alla data del 31 gennaio 2020» spiega Luca Fusco, presidente del comitato.

Il rapporto in questione, finanziato dal governo del Kuwait «senza il quale non sarebbe stato possibile documentare in tempo l'esperienza italiana per condividerla con altri Paesi» (si legge nell’introduzione), analizza la prima risposta dell'Italia all’epidemia. Il documento è stato redatto nel mezzo della fase iniziale dell’emergenza, in un clima di cambiamento costante e cambi di strategia senza precedenti. Nel commento, il direttore regionale dell’Oms per l’Europa Hans Henri P. Kluge, afferma: «L'Italia è stata tra i primi paesi in Europa a identificare il virus al suo interno e per mesi è stata la più colpita in Europa, in termini di morti e casi. Ha uno dei sistemi sanitari più forti, ma quando il Covid-19 è arrivato alle sue porte, il sistema italiano ha sfiorato il collasso. E questo ha creato il panico nel mondo».

Quali erano i piani pandemici in possesso del governo a febbraio 2020, quando fu registrato il primo caso di contagio da Sars-CoV-2? In Italia era valido un piano nazionale di prevenzione frutto della riconferma, nel 2017, di un protocollo organizzativo risalente al 2006, cioè in risposta all’influenza pandemica Sars, quando fu approvato dal ministero della Salute e dalle regioni, per le quali furono individuate delle linee guida. Negli ultimi anni, la diffusione del virus il H1N1/09 nel 2009 e del virus Ebola nel 2014 aveva richiamato l'attenzione sul rischio che tali fenomeni avrebbero potuto rappresentare, eppure il piano non fu integrato.

Nel report Oms, a pagina 2, si legge: «Il piano nazionale di prevenzione 2014-2018, il quadro principale per la strategia, la pianificazione e il finanziamento della sanità pubblica, pertanto, hanno richiesto una maggiore preparazione alle pandemie. La pianificazione, tuttavia, è rimasta più teorica che pratica, con pochi investimenti o traduzioni delle intenzioni in misure concrete». Un aspetto, questo, che era già stato messo in evidenza dall’analisi del generale in congedo Pier Paolo Lunelli, di cui il GdB aveva in anteprima nazionale diffuso il dossier choc, poi consegnato alla magistratura.

 

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