Italia e Estero

«Covid: attenti all'allerta Oms, pronti a terza dose per tutti»

Il Governo ha fatto il punto sulla campagna vaccinale. Locatelli: «Il ministro tedesco ha detto bene: sarà la pandemia dei non vaccinati»
«Terza dose, pronti per somministrarla a tutti»
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«Nel quadro europeo i numeri dell'Italia si possono considerare tra i migliori ma è evidente che l'allarme dell'Oms va considerato con la massima attenzione e ci richiede di insistere con la campagna di vaccinazione». Prosegue sulla linea sin qui percorsa sul fronte della campagna vaccinale, sul cui proseguimento è intervenuto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella apposita conferenza stampa organizzata a Palazzo Chigi.

«Lavoreremo dalla prossima settimana per allargare la dose booster anche ad ulteriori fasce generazionali», ha aggiunto Speranza. «Siamo all'83,3% di vaccinati con ciclo completo, circa 45 milioni di cittadini. Coloro che hanno fatto almeno una dose sono oltre 46 milioni pari all'86% a cui possiamo sommare i 600mila guariti: questo ci porta all'87,7% di persone che hanno una qualche copertura» ha aggiunto da parte sua il commissario per l'emergenza Covid Figliuolo.

«Rischio pandemia dei non vaccinati»

«Vorrei ricordare quanto detto dal ministro tedesco che ha parlato di "pandemia dei non vaccinati". Il rischio di essere infettati e sviluppare una patologia grave è significativamente diverso tra chi è vaccinato e chi non è vaccinato». Sul punto non ha usato giri di parole Franco Locatelli, coordinatore del Cts, in conferenza stampa. «È evidente che vi è un lavoro da continuare e sviluppare» sulla campagna vaccinale. «Se ci paragoniamo alla Germania, noi abbiamo quasi il 9% in più di soggetti vaccinati sull'intera popolazione; dobbiamo incrementare la vaccinazione in cui ancora non ha ricevuto la prima dose, sottolineando l'importanza della terza dose negli over 60 e fragili», ha aggiunto Locatelli, sottolineando anche l'importanza «della responsabilità nei comportamenti individuali, evitando gli assembramenti, mantenere le distanze e indossare le mascherine».

Il commissario straordinario Figliuolo, il ministro Speranza e il professor Locatelli a Palazzo Chigi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il commissario straordinario Figliuolo, il ministro Speranza e il professor Locatelli a Palazzo Chigi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Restano Green Pass e norme attuali

«L'intenzione del Governo - ha spiegato Speranza - è di continuare a utilizzare il Green Pass, che è un pezzo essenziale della nostra strategia sia per la ripartenza del Paese sia per implementare le  vaccinazioni. Si può ottenere se vaccinati, se si è guariti dalla malattia e se si presenta un test negativo nelle ultime 48-72 ore: queste sono le disposizioni vigenti e non c'è un cambiamento in vista». Quanto all'ipotesi di vincolarlo alle terze dosi, «è chiaro che la terza dose produce un prolungamento della vigenza del Green Pass e dalla terza dose scatta il prolungamento. A oggi erano stati scaricati 117 milioni di Green Pass, numero che dà di per sè il senso di uno strumento che gli italiani hanno imparato ad apprezzare come strumento di libertà».

Non solo. Ora anche coloro che pur vivendo in Italia hanno ricevuto dosi di altri vaccini all'estero, potranno ottenere il Green Pass a patto di sottoporsi ad una dose booster dei vaccini riconosciuti in Italia. «Ieri una circolare del nostro direttore della Prevenzione Rezza ha messo a valore i pronunciamenti dell'Aifa e del Consiglio Superiore di Sanità e del Cts: le persone che sono vaccinate con sieri non riconosciuti dall'Agenzia Europea del Farmaco (Ema), come Sputnik ma non solo, possono ottenere il Green Pass secondo un criterio di equipollenza purchè assumano una dose booster a mRna tra i 28 giorni e i 6 mesi seguentì» secondo quanto puntualizzato dallo stesso ministro Speranza.

«Terza dose, vaccini per tutti»

«La terza dose è largamente sicura, io l'ho ricevuta senza il minimo problema, e conferisce ulteriore protezione» ha tenuto a sottolineare da parte sua Franco Locatelli, coordinatore del Cts nel corso della conferenza stampa. La possibilità di riceverla è già allo stato potenzialmente garantita per tutti secondo quanto riferito dal commissario straordinario per l'emergenza Covid, il generale Figliuolo: «Per quanto riguarda gli approvvigionamenti, per il 2022 abbiamo già opzionato un numero tale di vaccini per cui siamo in grado di effettuare la terza dose ipoteticamente a tutti coloro che hanno completato il ciclo». Figliuolo ha anche precisato come ci sia una «quota parte di dosi a disposizione per il programma Covax e per le donazioni. Faremo come Italia la nostra parte», ha aggiunto.

Sul prolungamento dello stato di emergenza

«Sarà prolungato lo stato di emergenza? Il Governo su una materia così delicata deciderà nelle settimane precedenti alla scadenza, i dati che vediamo e misuriamo, sono dati che ci consegnano una crescita della curva, ma si farà la valutazione finale solo nei giorni precedenti alla scadenza dello stato d'emergenza attuale» è stata la risposta sul punto del ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo che nelle scorse ore era emerso che varie ipotesi sul punto sono al vaglio, dall'estensione fino a marzo o addirittura a giugno. Sul fatto che la proroga sia da considerare pressoché scontata era stato piuttosto esplicito ai microfoni di SkyTg24 lo stesso Locatelli nella giornata di ieri, ricordando come il periodo invernale sia quello meno favorevole alla riduzione della circolazione del virus.

«Atteniamo Ema per la fascia 5-11 anni»

Quanto ai più piccoli, attualmente esclusi dalla platea dei potenziali fruitori del vaccino, l'Italia resta in attesa del verdetto dell'Agenzia europea del Farmaco: «Per il vaccino per i bambini tra 5 e 11 anni siamo in attesa di un pronunciamento da parte dell'Ema. L'auspicio è che possa arrivare entro dicembre» ha spiegato sempre Speranza. Franco Locatelli, coordinatore del Cts ha ribadito: «È evidente che l'Italia e Aifa sono condizionate dalla decisione di Ema, le dosi pediatriche saranno un terzo rispetto a quelle utilizzate dagli adulti». E lo stesso Locatelli è risultato più tranchant sull'utilità della vaccinazione per garantire la frequenza scolastica: «Le società scientifiche terze hanno preso posizioni favorevoli alla vaccinazione per la popolazione pediatrica: c'è una quota piccola ma non irrilevante che, colpita dal virus, necessita di ricovero, talvolta in terapia intensiva, poche decine hanno perso la vita e alcuni non avevano patologie concomitanti. Lo studio ha confermato il profilo di sicurezza del vaccino e io credo che sia quasi improprio parlare di un rapporto benefici-rischi in una situazione in cui le miocarditi, dopo il vaccino, hanno solo formi lievi e reversibili mentre il rischio di svilupparle è molto più grave ed irreversibile dopo aver avuto il Covid. Poi c'è il beneficio di poter mantenere con maggiore probabilità una serie di strumenti formativi ovvero la scuola: inutile che ci lamentiamo dei risultati dei test Invalsi se poi non garantiamo la presenza a scuola».

«Aifa attiva per acquisire farmaco orale»

Tra le questioni trattate nel corso della conferenza stampa, anche la possibilità di adottare anche nel nostro Paese il Molnupiravir, farmaco orale anti-Covid: «L'Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale, autorizzato in Gran Bretagna - ha confermato Locatelli -. Ciò al fine che anche l'Italia possa avere a disposizione anche questa arma».

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