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La distanza tra lavoro e studio

Il legittimo bisogno delle aziende di trovare personale non deve far venire meno la spinta verso l’istruzione universitaria
Uno studente di un Its - © www.giornaledibrescia.it
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Partiamo dai dati. Secondo un’analisi del Centro Studi di Confindustria Brescia risalente a giugno 2022 il 98% delle imprese ha segnalato difficoltà di reperimento di tecnici, il 97% di operai specializzati e il 96% di conduttori di impianti.

Sono numeri che non lasciano spazio all’interpretazione: le aziende sono in estrema difficoltà nel trovare persone da inserire in organico. I motivi sono tanti, dall’incapacità della scuola di rispondere alle esigenze del mondo del lavoro, come rilevato da una recente indagine Ipsos, al difficile passaggio generazionale, soprattutto sotto il profilo della trasmissione del know how aziendale, fino all’inverno demografico.

Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è perciò il più grande problema del tessuto produttivo, una questione dalla quale dipendono tutte le altre dinamiche: transizione sostenibile, digitale e internazionalizzazione. A complicare ulteriormente il quadro c’è anche lo zoppicare del sistema degli Its (ora Its Academy): in Italia, secondo Indire, gli studenti diplomati nel 2020 sono stati 5.280, in aumento rispetto ai 3.791 del 2019 ma pochissimi se si fa il confronto con Paesi come Francia e soprattutto Germania.

La ricetta perfetta non c’è, tant’è che anche il tentativo delle aziende di creare academy interne è più che altro un modo per mettere una pezza al problema, facendo singolarmente ciò che il sistema non riesce a fare. Incentivare gli studi tecnici, investendo a livello pubblico in personale e strutture, è perciò fondamentale. Ciò però non deve far venire meno la spinta verso l’istruzione universitaria, vero motore della ricerca e quindi del trasferimento tecnologico.

Perchè se è vero che le aziende hanno bisogno di tecnici, ciò non deve essere un freno al continuare il ciclo di studi. Non tutti i ragazzi vogliono fare l’università, ma chi nutre questo desiderio deve essere incentivato. Un investimento infatti non dà risultati nell’immediato ma scommette sul futuro.

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