«Con valori e competenze la governance deve guidare la transizione sostenibile»

Anita Loriana Ronchi
In Sala Libretti si è svolto il primo appuntamento del ciclo sui criteri Esg nell’ambito di GdB&Futura
I tre volti della sostenibilità: la governance
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Dei tre lemmi che compongono i tre volti dei criteri Esg, «governance» è sicuramente quello meno preso in considerazione e meno approfondito. Eppur, ogni progetto parte dalla testa ed è la testa, sempre, a dirigerne l’andamento e assicurarne la buona riuscita.

Proprio dal profilo di governance ha perciò preso il via nella Sala Libretti del nostro giornale il ciclo di incontri dedicato proprio ai criteri Esg e introdotto dal direttore Nunzia Vallini. «Fra le tre declinazione di Esg – sottolinea il presidente della Camera di commercio Roberto Saccone –, governance è la meno trattata: fatto non giustificato in quanto strategica per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale». Potete rivedere qui il primo incontro.

  • Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg
    Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg
    Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg
    Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg
    Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
  • Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg
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  • Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg
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  • Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg
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  • Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg
    Il primo incontro del ciclo sui criteri Esg - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Concorde Cristina Zanini, direttore generale di InnexHub: «Gli Esg rappresentano una struttura specifica attraverso cui le aziende possono essere valutate rispetto ai loro impegni e pratiche di responsabilità sociale: concetto che, negli ultimi anni, è stato sostituito da quello più utile di opportunità sociale d’impresa, che non può prescindere appunto da un modello di governance in grado di identificare e monitorare azioni di sostenibilità fortemente orientate alla creazione di valore».

Un tema da non sottovalutare è quello della misurabilità dei criteri di environmental, social e, naturalmente, governance. «Rendicontare, oggi, è estremamente complesso - nota Francesca Capoferri, amministratore Btl Banca del Territorio lombardo e partner Andersen Italy -. Interessante quindi quanto emerso dal Tavolo per la finanza sostenibile, il quale si è posto l’obiettivo di realizzare un template per le Pmi in modo che possano disporre di sistemi di misurazione condivisa e rispondenti agli standard europei».

Siderurgia

E ormai anche l’industria pesante ha intrapreso un cammino in direzione della transizione green, fissata come purpose da Asonext spa, che ha variato il proprio oggetto sociale in società benefit. «Produciamo acciaio in lingotti e lo trasformiamo in barre che vendiamo sul mercato - racconta la presidente Paola Artioli, anche vicepresidente Settore siderurgia, metallurgia e mineraria di Confindustria -; ricicliamo migliaia di tonnellate di rottame l’anno. C’è stata da parte delle imprese siderurgiche, un settore hard to abate, la necessità di implementare questi principi per mantenere la propria competitività e non essere travolte dalle normative.

Quello verso la sostenibilità è un processo che nasce dall’evoluzione della responsabilità sociale e deriva dalla presa di coscienza che l’impresa non è patrimonio solo dell’imprenditore, ma per la comunità con effetti d’impatto a doppio senso».

Junior e senior

Cruciale, poi, è l’aspetto del passaggio generazionale nel tessuto industriale. Emblematico il caso di Langhe (not) for Sale, studio relativo all’ambito vitivinicolo (e che interessa, quindi, anche il territorio bresciano), su cui si sofferma Maura Pozzi, psicologa di comunità e docente all’Università Cattolica: «Ce lo dicono i millennials di porre attenzione alla sostenibilità».

La tematica è vissuta in maniera diversa dalle generazioni familiari: mentre i senior hanno una visione degli investitori «esterni» in un’ottica più legata a tendenze e finanza, i junior (under 40) considerano le dinamiche commerciali d’azienda come una questione che incide sul patrimonio identitario e valoriale della comunità.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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