Precarietà dei contratti, i sindacati chiedono risorse e partecipazione

Il lavoro, che riparte stamattina a pieno ritmo, è diventato «croce e delizia» della nostra società. Negli ultimi tempi, però, probabilmente, almeno stando a quanto percepiamo un po’ tutti, più croce che delizia, sia per le imprese, sia per i lavoratori. Se per le imprese crisi e problemi sono innescati da una serie di fattori noti, per i lavoratori il peso più duro da sopportare sarebbe invece l’eccessiva precarietà dei contratti di lavoro. Le tre segreterie bresciane di Cgil, Cisl e Uil sul tema sono in piena sintonia e parlano quasi a una sola voce, indicandolo anche come una delle cause principali del calo dei consumi, della denatalità e della fuga di una parte dei ragazzi all’estero.
Il da farsi
«Per cambiare il livello di un’occupazione di qualità sempre minore servono risorse da investire e si possono trovare agendo seriamente sull’evasione fiscale - spiega il segretario di Uil Brescia Mario Bailo -. Se ne parla da quarant’anni ma nessun governo lo fa mai, e siamo arrivati a 120 miliardi di euro evasi l’anno. Dove prendere i soldi? Nel post Covid le grandi imprese energetiche e farmaceutiche hanno fatto extra-profitti giganteschi, e oggi vanno obbligate a contribuire al sostegno del Paese. Diversamente i ragazzi continueranno a rivolgersi all’esterno per trovare occupazione di qualità, e quelli che rimangono, con 1.300 euro al mese, di fare famiglia se ne guarderanno bene, anche perché a favore della maternità ci sono solo i bonus, un modo di governare il problema posticcio e inaffidabile, quando invece le comunità si governano attraverso le leggi, che danno certezze e stabilità».
«A Brescia stiamo ripartendo con il freno a mano tirato - osserva il segretario di Cisl Brescia Alberto Pluda - e l’autunno in arrivo si presenta denso di impegni, con i rinnovi di contratti importanti come quello dei metalmeccanici e del personale non docente della scuola, il cui accordo contribuirà a migliorare i redditi dei lavoratori. Un altro investimento determinante in questo momento va fatto sulla famiglia e sulla genitorialità, fondamentali per far fronte alla dinamica demografica negativa e a una crisi del lavoro che risente della mancanza dei giovani, gli unici che portano spontaneamente coraggio e creatività, ingredienti indispensabili per l’innovazione e per mantenere il Paese competitivo. E poi c’è la partecipazione e l’inclusione dei lavoratori nelle scelte aziendali, perché chi si sente protagonista lavora volentieri».
Per rendere il lavoro prospero è necessario innanzitutto prendersene cura. Come? Per il segretario di Cgil Brescia Francesco Bertoli, «oltre che rinnovando i contratti rapidamente anche introducendo un salario minimo che inibisca il lavoro povero, sotto i 10 euro l’ora, e limitando la precarietà come sta facendo il governo spagnolo. E poi, secondo noi, sarebbe intelligente evitare di sprecare soldi per il riarmo assecondando pulsioni guerrafondaie, e usare invece quelle risorse per ripristinare la sanità pubblica: questo si sarebbe il vero intervento per la sicurezza degli italiani».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.