Le 5 serie tv da scoprire (o rivedere) nelle vacanze di Natale

Tempo di bilanci seriali. Il 2025 si chiude con nuovi successi e immaginari costruiti dalle serie tv, genere che tra canali tradizionali e piattaforme streaming domina ormai da un paio di decenni scelte di produzione, identità e posizionamento dei vari soggetti di un panorama audiovisivo sempre più articolato.
Quali serie tv uscite da gennaio a oggi meritano di essere portate nel bagaglio di storie e racconti con cui affrontare il 2026? L’on demand di tv connesse, smartphone, tablet e pc ci viene in aiuto e ci permette di non perderci nella quantità di titoli prodotti, ma di continuare a gustarceli nelle forme e nei tempi che più ci si addicono.
Ecco allora una breve lista di cinque serie tv da recuperare nel nuovo anno, più una in uscita a marzo. Non è una lista che parte dal successo o dalla critica, semplicemente dalla voglia di tracciare un percorso tra drammi e commedie, produzioni italiane e internazionali, generi, ambientazioni e occasioni di dibattito.
1. M - Il figlio del secolo

Il caso dell’anno è stato senza dubbio M - Il figlio del secolo (Sky/Now): sontuosa e imponente, l’opera diretta dal regista britannico Joe Wright e scritta da due tra i nostri migliori sceneggiatori (Stefano Bises e Davide Serino) ha tutti i tratti del kolossal. Tratta dal primo volume della trilogia di Antonio Scurati su Mussolini è dedicata alla prima fase del fascismo, quello del progetto nascente dei Fasci di combattimento e di una presa del potere segnata dalla violenza e dall’opportunismo.
Il Duce incarnato da Luca Marinelli è ripugnante e calcolatore, il suo parlare costantemente al pubblico rivolgendo lo sguardo in camera è il monito di una storia che non è solo da consegnare al passato, ma che rischia di continuare a presentarsi come tragica alternativa di questi tempi incerti.
Adolescence

Nel mese di marzo, le cronache dei giornali e i discorsi del pubblico sono stati monopolizzati dall’uscita su Netflix di Adolescence, angosciante miniserie inglese in quattro episodi incentrata sull’omicidio di una tredicenne da parte di un coetaneo. Non conta la vittima, né il colpevole e nemmeno il modo in cui il delitto è stato commesso.
Ciò che interessa è indagare l’abisso nel quale possono affondare i ragazzini in un’età complessa, l’incomunicabilità, i codici, i social network, il bullismo che si trasforma in ferocia, l’impossibilità per gli adulti di trovare una risposta e invocare disperatamente una redenzione. Adolescence è ideata da Stephen Graham, struggente anche nel ruolo del padre del ragazzo che si è macchiato del crimine.
Running Point

Sempre su Netflix vale la pena recuperare Running Point, una brillante comedy in dieci episodi da venticinque minuti ciascuno, formato adatto a una visione tutta d’un fiato. Isla Gordon (Kate Hudson) è l’unica figlia di una facoltosa famiglia proprietaria di una squadra di basket.
Dopo uno scandalo che ha colpito il fratello, si ritrova di colpo da emarginata a dover gestire il club in un crescendo di equivoci, emozioni, cadute e vittorie in cui la narrazione si avvicina all’andamento di un campionato sportivo. Isla Gordon è espressione delle difficoltà del genere femminile in un mondo sportivo dominato dai maschi; il finale sorprendente ribalta le convenzioni delle narrazioni «sportive» e ci parla di vittorie e sconfitte come imprescindibili metafore della vita.
Blanca

La stagione televisiva in corso è stata, come sempre, il luogo della consolidata serialità italiana, in particolare quella del servizio pubblico; su tutti, merita di essere presa in considerazione Blanca, la serie con la poliziotta ipovedente consulente di un commissariato di Genova (Maria Chiara Giannetta). Giunta alla terza stagione, la serie prodotta da Lux Video è un poliziesco sui generis, dove a risolvere i casi è una donna impacciata e intuitiva in una narrazione dove non mancano linee sentimentali e melodrammatiche che incollano lo spettatore puntata dopo puntata.
The Pitt

Infine, un caso televisivo soprattutto negli Stati Uniti è stato quello di The Pitt (in Italia su Sky e Now); nel Pittsburgh Trauma Medical Hospital, il dottor «Robby» (Noah Wyle) è alle prese ogni giorno con giovani tirocinanti e le urgenze tipiche di un reparto. The Pitt riscrive le regole del medical drama, uno dei generi di maggior successo della serialità statunitense: l’ospedale diventa spazio per una riflessione sull’emergenza e lo stress provocato in medici e infermieri. Quindici episodi (un ritorno alla serialità lunga) in cui la corsa contro il tempo per salvare vite diventa regola e salvezza contro la solitudine di una professione bistrattata.
Portobello

La novità del 2026 sarà l’arrivo in Italia della piattaforma Hbo Max; tra le prime produzioni originali italiane vedremo Portobello di Marco Bellocchio: un omaggio a una figura chiave della cultura popolare come Enzo Tortora e al suo travaglio giudiziario, ma anche l’affresco rigoroso e senza sconti di un’epoca di passaggio della storia nazionale.
Cambiano i canali, le piattaforme, i generi e i linguaggi, ma le serie tv continuano a essere potenti strumenti di costruzione di immaginari e di condivisione.
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