Strage, Scurati: «Il tratto distintivo del fascismo è la violenza»
Le celebrazioni per il 51º anniversario della strage di Piazza della Loggia, a metà mattinata, si sono trasferite all’auditorium San Barnaba di corso Magenta dove una folta platea di studenti ha ascoltato con particolare attenzione l’intervento di Antonio Scurati. Dopo i saluti dell’assessore Marco Fenaroli e della delegata della Provincia Nini Ferrari, è stata la sindaca Laura Castelletti a dare l’avvio all’atteso appuntamento con lo scrittore, che negli ultimi anni si è dedicato ad un’approfondita analisi del fascismo e del suo duce, attraverso la scrittura di cinque romanzi.
«Oggi non è solo un anniversario – ha detto la sindaca –: è un momento che ci riguarda da vicino, anche se i fatti di cui parliamo sono accaduti più di cinquant'anni fa. È un giorno che ci chiede attenzione, consapevolezza, responsabilità». E ancora, parlando ai ragazzi: «Chi ha messo quella bomba voleva colpire un'idea: l'idea che si possa vivere insieme, diversi ma liberi. Voleva seminare paura, disordine, silenzio. Ma da quel giorno, Brescia non ha mai taciuto. Non ha mai dimenticato».
Interrogato dagli studenti del don Milani di Montichiari sul palco insieme ai ragazzi del Dandolo di Orzinuovi, Antonio Scurati ha spiegato l’origine del suo lavoro sul fascismo e su Mussolini. «Ho voluto farlo perché nessuno ancora l’aveva fatto e perché mancava una narrazione aderente alla storia vista dall’interno. Con lo sguardo dei fascisti. Per capire chi erano, cosa volevano, chi era e cosa voleva il loro capo, Benito Mussolini».
Tratto distintivo
Richiesto dagli studenti di individuare un tratto distintivo del fascismo, Scurati non ha esitato. «La violenza. Il fascismo usa sistematicamente la violenza. La violenza delle bombe neofasciste che hanno insanguinato la vita della Repubblica è la stessa dei fascisti e degli squadristi che ha cominciato ad invadere le strade negli anni Venti. Una violenza cieca, indiscriminata. Che colpiva nel mucchio allora come ieri. Non voglio fare polemica politica, ma raccontare fatti accertati dalla storia. Chi due giorni prima del 25 aprile del 1945 in piazza a Milano chiamava alle armi per colpire gli antifascisti è lo stesso che ha fondato il Movimento Sociale Italiano, dal quale sono entrati e usciti coloro che hanno voluto e messo la bomba di piazza della Loggia».
Bisogna temere un rigurgito autoritario, chiedono i ragazzi a Scurati. «No. Dobbiamo, anzi dovete – ha detto lo scrittore agli studenti riferendosi alla rivoluzione digitale e ai pericoli che ha portato con sé – preoccuparvi della qualità del vostro pensiero. Infilatevi una bella maschera, andate a fondo di questa rivoluzione superficiale. Fate un bel respiro e affrontate disarmati, ma pronti a tutto, l’orizzonte a testa alta. Il vostro futuro non sarà certo peggiore di quello di chi ha dovuto combattere il fascismo. E nemmeno di chi si è visto gli ideali stroncati dalle bombe neofasciste”
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