Facebook torna al cinema: in arrivo il seguito di «The Social Network»

Il mondo di Facebook tornerà al cinema. A oltre quindici anni dall’uscita di «The Social Network», stando a quanto riportato da fonti come la testata specializzata Deadline, Sony Pictures ha messo in sviluppo un nuovo film scritto e diretto da Aaron Sorkin, vincitore dell’Oscar per la sceneggiatura del primo capitolo. Il progetto, provvisoriamente intitolato «The Social Network Part II», non sarà un vero e proprio sequel, ma un’opera che si propone di raccontare l’evoluzione del social network e il suo impatto sul mondo contemporaneo.
The Facebook files
Il film prenderà spunto da The Facebook Files, l’inchiesta esplosiva pubblicata dal Wall Street Journal nel 2021. Non si tratterà però di un racconto legato esclusivamente a un evento politico come l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Secondo fonti vicine alla produzione, l’intenzione è raccontare un affresco più ampio e complesso: dalle influenze del social network sulle elezioni e l’informazione, fino alle conseguenze psicologiche su adolescenti e preadolescenti, e al ruolo di Facebook nei conflitti sociali in Paesi fuori dagli Stati Uniti.
Il programma «XCheck» al centro del film
Al centro del film ci saranno dunque le rivelazioni contenute nei Facebook Files, basati su migliaia di documenti interni resi pubblici da Frances Haugen, ex product manager dell’azienda. Le indagini del Wall Street Journal, firmate da Jeff Horwitz, hanno svelato come Facebook fosse pienamente consapevole dei danni provocati dalla propria piattaforma, scegliendo in più occasioni di non intervenire per non intaccare profitti e tassi di crescita. Uno dei nodi principali riguarda il programma «XCheck» (cross-check), che permetteva a utenti VIP – tra cui politici, celebrità e giornalisti – di evitare controlli automatici e linee guida della piattaforma, lasciando così online contenuti offensivi o disinformativi.
L’algoritmo di Facebook
Ancora più clamorosi sono i risultati degli studi interni su Instagram: secondo i dati, una ragazza su tre dichiarava che l’app peggiorava il proprio rapporto con l’immagine corporea, e una percentuale significativa di adolescenti affermava che Instagram aveva contribuito a pensieri suicidi. Ciononostante, Meta non rese mai pubblici questi dati. Un altro capitolo rilevante riguarda gli algoritmi di Facebook: modificati nel 2018 per favorire le “interazioni significative”, si sono rivelati in realtà strumenti che premiavano contenuti divisivi e violenti, perché più capaci di generare engagement. La consapevolezza del danno era chiara anche internamente: in un memo aziendale si ammetteva che la disinformazione e i contenuti offensivi erano sproporzionatamente promossi rispetto ai contenuti informativi.
Gli utenti più giovani
I
nfine, i Facebook Files hanno anche rivelato una strategia esplicita dell’azienda per attrarre utenti sempre più giovani, i cosiddetti “tweens” (tra i 10 e i 12 anni), sviluppando prodotti ad hoc per coinvolgerli e fidelizzarli fin dalla preadolescenza. Il tutto, mentre l’azienda allentava deliberatamente le misure di controllo sulla disinformazione durante il periodo elettorale statunitense del 2020.Il regista
Aaron Sorkin – uno degli sceneggiatori più acclamati del cinema americano, già autore di «Molly’s Game», «Il processo ai Chicago 7» e «Being the Ricardos» – aveva già espresso più volte interesse per un film che affrontasse la trasformazione di Facebook. Dopo quel tragico 6 gennaio, dichiarò in un’intervista che il social network aveva avuto “un ruolo fondamentale” nella diffusione dell’odio e della disinformazione. Ora, con la sceneggiatura completata e i produttori confermati, la priorità sarà formare il cast.
La possibile presenza di Jesse Eisenberg
Resta da capire se Jesse Eisenberg, che nel 2010 ricevette una candidatura all’Oscar per la sua interpretazione di Mark Zuckerberg, tornerà a interpretare il fondatore di Facebook in questo sequel tematico. Anche se il nuovo film non punta a ricalcare personaggi e vicende del primo, è difficile immaginare una narrazione sull’evoluzione della piattaforma senza includere, in qualche forma, il suo controverso ideatore e l’attore che lo ha interpretato così bene nel primo “capitolo” di questa storia dai contorni decisamente oscuri.
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