Lilo & Stitch riempie le sale: perché i remake Disney funzionano
Con un primo weekend da 8,5 milioni di euro al box office italiano, il nuovo «Lilo & Stitch» ha sorpreso tutti: critica, addetti ai lavori e persino la Disney stessa. Il remake live-action del film d’animazione del 2002 è partito con numeri da record, diventando subito una delle migliori aperture di sempre per un live-action Disney in Italia, superando «La Sirenetta» e «La Bella e la Bestia», e piazzandosi subito dietro solo a «Il Re Leone». Negli Stati Uniti ha esordito con 183 milioni di dollari in quattro giorni e anche i risultati globali fanno pensare che siamo di fronte a un altro grande successo dopo quello di aprile di «Un Film Minecraft» (primo tra i film hollywoodiani del 2025 con 940 milioni di dollari). Un successo che, oltre a segnare una svolta per il mercato italiano alla vigilia di una finestra estiva molto ricca, riaccende i riflettori sui remake dei Classici Disney, tanto amati quanto criticati.
«È stato un weekend straordinario per il mercato nazionale» sottolinea Tomaso Quilleri, responsabile del circuito Il Regno del Cinema. Il boom di «Lilo & Stitch» è la dimostrazione che quando il prodotto è di grande richiamo, il pubblico si riattiva subito, ma questa volta le aspettative sono state addirittura superate. «Lo abbiamo capito già dalle prevendite: c’era un hype pazzesco. E in sala lo abbiamo visto subito: i gadget sono andati esauriti al primo giorno e i bambini sono impazziti per il cosplayer di Stitch». Ma cosa ha reso «Lilo & Stitch» un evento così travolgente, nonostante il film originale non avesse il peso nostalgico di altri classici Disney anni ’90? Basta un dato per capirlo: ancora oggi quello di Stitch è il pupazzo più venduto nei Disney Store di tutto il mondo. C’è quindi un’affezione fortissima nei confronti del personaggio, motivo per cui, nonostante la lunga assenza dal grande schermo (oltre al film originale sono state prodotte solo delle serie animate di nicchia), il suo ritorno ha generato questi primi incassi da record per il 2025.
Merchandising
La curiosità relativa al merchandise dell’alieno blu evidenzia anche la ragione principale per cui la Disney negli ultimi dieci anni si è buttata a capofitto sui remake live-action: sono operazioni a basso rischio per un brand come la Casa di Topolino, perché hanno un pubblico già fidelizzato, un immaginario consolidato e una campagna promozionale quasi automatica. Proprietà intellettuali come quelle di «Lilo & Stitch» o «Il Re Leone» si sono dimostrate troppo commercialmente forti per restare chiuse nel cassetto, da qui la necessità di riproporle a un nuovo (e vecchio) pubblico in una chiave visiva e tecnica adatta ai tempi che corrono. Si spiegano così i successi di «Il Re Leone» (1,6 miliardi di dollari nel 2019), «La Bella e la Bestia» (1,2 miliardi nel 2017), «Aladdin» (1 miliardo nel 2019) e il più recente «Mufasa - Il Re Leone», arrivato a 722 milioni di dollari durante le ultime Feste di Natale.
I tonfi
Tuttavia, non basta il nome a garantire il successo e alcuni clamorosi tonfi, come quello recentissimo di «Biancaneve» (appena 205 milioni di dollari in tutto il mondo), lo testimoniano. «Era un flop annunciato – spiega Quilleri – Troppe problematiche di gestazioni, dalla scelta dei personaggi alla promozione, polemiche infinite. La stessa Disney sentiva di avere in mano una patata bollente». Secondo l’esercente, il pubblico non cerca una rivoluzione, ma una rilettura fedele e rispettosa del materiale originale: «Un Classico si può attualizzare, rispolverare e rimodellare, ma non stravolgere. Tante persone che probabilmente l'avevano visto hanno portato i figli per ritrovare quella storia lì insieme. Il Re Leone era molto fedele al cartone. Se vai a stravolgere la storia, probabilmente deludi il pubblico». Anche il caso di «Lilo & Stitch» è destinato a fare scuola: «Il cast è giovane, non ci sono attori di enorme richiamo. Qui è proprio il personaggio e la storia a richiamare il pubblico».
Il risultato? Un film che apre ufficialmente la stagione estiva in Italia e che potrebbe superare i 20 milioni di euro al box office nazionale. Un successo che sembra riportare in auge i remake live-action Disney, costantemente alla ricerca di un delicato equilibrio tra omaggio e innovazione. Al netto di qualche pesante flop (oltre a «Biancaneve» vale la pena citare anche il caso di «Dumbo», diretto da Tim Burton), la formula funziona e il pubblico c’è: vanno solo dosati bene gli ingredienti.
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