Dalla Badia a Sant’Eufemia: il tram guarda già alla terza linea

A ottobre la città sarà intarsiata di cantieri che disegneranno il tracciato della prima linea del tram elettrico cittadino (T2), ma tutti gli occhi, a Palazzo Loggia, sono già puntati sulla T3.
Il progetto della seconda tratta, firmato da Brescia Mobilità, non solo è ultimato (con la predisposizione di parcheggi scambiatori e opere di riqualificazione dei quartieri), ma per la linea tranviaria Badia/Violino-Sant’Eufemia/Mille Miglia è anche stata approvata l’istanza di finanziamento al Ministero.
Obiettivo: accaparrarsi 238,8 dei 248,3 milioni di euro complessivi necessari per realizzare l’infrastruttura e porre così le basi per riannodare i due tracciati (il T2 e il T3) facendoli «sfioccare» in un terzo, una sorta di «percorso ponte» o di «percorso nel percorso» che, sfruttando i binari già posizionati, formerà il cammino della futura T4.
I tracciati
In sostanza, con questo progetto - approvato dalla Giunta - Brescia ha conquistato il pass per partecipare al bando del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti riservato alle città con più di 100mila abitanti, dotate del Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile (la scadenza è fissata al 30 maggio).
Spiega la sindaca Laura Castelletti: «Ora restiamo in attesa di capire come e quando il governo intende mettere a disposizione le risorse. L’obiettivo è completare il nostro Piano strategico della mobilità: l’Amministrazione vuole rendere capillare il trasporto pubblico cittadino per muoversi risparmiando in tempo, denaro e qualità della vita, ma anche per farlo in sicurezza e con la massima accessibilità, producendo effetti positivi sulla qualità dell’aria».
Con 11,91 chilometri complessivi, la T3 si innesterà sulla T2, sfruttandone un tratto di 4,35 chilometri (da via Colombo a via Solferino) e ramificandosi poi in due antenne: verso ovest, abbracciando Sant’Anna, il Violino e la Badia, fino alla zona Mandolossa; quindi verso est, lungo l’asse Solferino, Diaz, Duca d’Aosta, Piave e Bornata, per raggiungere l’ingresso di Sant’Eufemia.

Due parcheggi scambiatori
A ciascun capolinea, corrisponderà un parcheggio da cento posti, con la possibilità di ampliarlo in fase successiva. Le fermate previste sono 23, il 70% del tracciato viaggerà su corsia riservata, impermeabile al traffico privato.
«Questo progetto completa la rete del Pums - ricorda il vicesindaco Federico Manzoni -: la T2 è l’ossatura, la T3 ne è l’espansione naturale. Con l’interconnessione tra le linee sarà poi possibile attivare la T4, collegando Fiera, Stazione e Sant’Eufemia con una nuova rotta costruita su binari già posati». È la logica della rete: si connette, si moltiplica, cresce. La frequenza, nell’ora di punta, sarà di un tram ogni dieci minuti per ciascuna linea (ridotti a 5 laddove le tratte si sovrappongono). Insomma, una sorta di metropolitana leggera che unisce i quartieri e riduce le distanze.
Obiettivi
Alessandro Marini, presidente di Bs Mobilità, entra nei dettagli tecnici del progetto, sviluppato su 16 stazioni, di cui otto in comune con la T2. «Parliamo di 97 milioni di euro di benefici netti - rimarca - secondo la metodologia ministeriale». Specifica il direttore della società, Marco Medeghini: «Il costo a chilometro è in linea con la T2. Abbiamo previsto parcheggi modulabili e interventi di riqualificazione con piantumazioni. Il risparmio sull’Iva è di 32 milioni di euro, che possiamo così reinvestire nel progetto stesso».
C’è un’idea forte che attraversa i documenti, le mappe e le dichiarazioni: il tram non è solo un mezzo. È un gesto urbano. È la scelta di passare dal rumore al flusso, dall’auto al binario, dall’individuale al collettivo. Fino al 2024, la metropolitana ha registrato 182 milioni di passeggeri e, di questi, 31 milioni sono scesi alla stazione Vittoria, segno di una fame di mobilità pubblica e strutturata che chiede risposta.

Oltremella
«Con la T3 serviamo zone oggi scoperte, come la clinica Sant’Anna, unico polo ospedaliero rimasto fuori dal tracciato della metro, ma anche il centro San Filippo e il liceo De André» aggiunge Manzoni. E mentre in viale Piave si progetta un nuovo parcheggio da 179 posti per riqualificare l’area scolastica e sportiva, lo sguardo corre già alla città che sarà.
Con la rete tranviaria completa, si stima un incremento del 15% dei passeggeri e una riduzione del 3% nel traffico privato. È un margine sottile, ma decisivo. Perché ogni punto percentuale è «un respiro pulito» in più.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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