Spopolamento nell’Alto Garda: migliora la situazione, ma non basta

Il cambio di pelle delle montagne italiane è percepibile anche in terra bresciana. Nello splendido scenario dell’alto Garda, ad esempio, qualcosa sta cambiando, come conferma il presidente della Comunità Montana Franceschino Risatti: «Fino a qualche anno fa abbiamo assistito ad uno spopolamento feroce. Comunità come quelle di Valvestino e di Magasa sono state letteralmente erose perdendo centinaia di abitanti, ma nell’ultimo biennio stiamo vedendo che qualche famiglia di giovani decide di rimanere. Questo ci fa ben sperare, ma non basta». 

Le problematiche

I problemi, infatti, non mancano e sono di carattere sociale, economico, logistico. «Sono state tagliate quasi tutte le risorse e i piccoli paesi di montagna sono i più danneggiati. I borghi vanno invece aiutati, sostenuti economicamente. Ad esempio, ci sono famiglie che devono alzarsi alle 5 del mattino per accompagnare i bambini alla prima scuola elementare dopo un viaggio di oltre un’ora in auto. Ecco perché si trasferiscono tutti nei grandi centri». Risatti guarda proprio a Valvestino e Magasa – emblemi del fenomeno spopolamento nell’alto Garda – per accelerare l’inversione di rotta.

«Grazie a progetti turistici ad hoc e all’apertura di alcune strutture ricettive forse riusciranno lentamente a riprendersi. Come Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano stiamo studiando ad esempio una "Strada dei formaggi" che parta da Limone e passando da Gargnano arrivi ai piccoli borghi dove ancora ci sono le ultime malghe. Così possiamo restituire qualcosa al territorio dal punto di vista turistico e attraverso la formazione il giovane può riscoprire la bellezza dell’attività di un tempo. Se spopoliamo i paesi spopoliamo l’Italia».